Una stretta che non ha più il carattere dell’emergenza, ma assume i contorni di una scelta strutturale di governo della sicurezza urbana. Il prefetto di Torino Donato Cafagna ha prorogato fino al 20 marzo 2026 l’ordinanza che limita lo stazionamento e consente ordini di allontanamento in una porzione circoscritta del centro di Chivasso, confermando un impianto già in vigore dal 12 settembre scorso. Il provvedimento, rinnovato a partire dal 22 dicembre, arriva dopo una prima fase di applicazione che, secondo i dati raccolti, ha prodotto effetti concreti sul piano del controllo e della percezione di sicurezza.
La richiesta di proroga era stata avanzata formalmente dal sindaco Claudio Castello il 3 dicembre, durante l’ultimo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. La decisione finale del prefetto si inserisce così in un percorso condiviso tra istituzioni locali e forze dell’ordine, che punta a mantenere alta l’attenzione su un’area considerata particolarmente sensibile.
I numeri forniti dall’amministrazione comunale delineano il perimetro dell’intervento: 1.208 persone controllate e 19 ordini di allontanamento emessi nei primi mesi di applicazione. Dati che, più che raccontare un’azione repressiva su larga scala, descrivono un utilizzo mirato dello strumento, rivolto a soggetti che tenevano comportamenti aggressivi, minacciosi o molesti, o già segnalati all’autorità giudiziaria per reati specifici. L’ordinanza consente l’allontanamento fino a 48 ore e vieta lo stazionamento nelle situazioni previste, con l’obiettivo dichiarato di prevenire il degrado e tutelare la vivibilità degli spazi pubblici.
La cosiddetta “zona rossa” resta circoscritta alle stesse aree già individuate: via Roma, piazza Garibaldi, via Caluso, piazzale Ceresa, via Ceresa, piazza 12 maggio 1944 e via Italia. Si tratta del centro della città, particolarmente esposto nelle ore serali e in occasione di eventi, dove la qualità della vita urbana viene misurata quotidianamente da residenti e commercianti.

Alla base della proroga c’è anche il parere favorevole espresso dal Compartimento Polizia Ferroviaria Piemonte e Valle d’Aosta, dal Comando provinciale dei Carabinieri e dal Comando provinciale della Guardia di Finanza, che hanno condiviso l’impostazione del provvedimento. Un fronte istituzionale compatto che ha rafforzato la decisione del prefetto.
La durata della proroga segna però una scelta di fondo. I dati finora raccolti suggeriscono un effetto di deterrenza più che di repressione massiva, ma la sfida resta quella di mantenere l’equilibrio tra tutela della vivibilità e libertà di fruizione degli spazi pubblici. Un equilibrio che, nel medio periodo, richiederà di affiancare ai divieti anche politiche di prevenzione sociale, illuminazione, manutenzione urbana e cura del contesto. La traiettoria è tracciata; ora sarà il tempo a misurare, con trasparenza, l’impatto reale della “zona rossa” sul centro di Chivasso.