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29 Dicembre 2025 - 13:21
Asti-Cuneo finalmente percorribile dopo trent’anni di attese e cantieri infiniti (foto di repertorio: Alberto Cirio)
Dopo 34 anni di attese, 25 anni di cantieri, rinvii, contenziosi e promesse mancate, l’autostrada Asti-Cuneo arriva davvero al traguardo. Questa volta senza condizionali. Dal 30 dicembre l’infrastruttura sarà interamente percorribile, chiudendo una delle più lunghe e discusse vicende infrastrutturali del Piemonte contemporaneo.
L’annuncio è arrivato sul viadotto del Tanaro, nel tratto appena completato tra Alba Ovest e Cherasco, dove il presidente della Regione Alberto Cirio ha parlato di “giornata storica”, sottolineando il valore simbolico e concreto di un’opera che per decenni è rimasta incompiuta. L’apertura iniziale avverrà su un’unica corsia di marcia; il completamento definitivo è previsto entro aprile, periodo durante il quale il tratto resterà gratuito.
Un dettaglio tecnico, ma anche politico: l’autostrada si apre, ma senza celebrazioni. Niente banda, niente inaugurazioni spettacolari. “Non è una festa – ha detto Cirio – anzi ho chiesto scusa alle imprese e ai cittadini”. Parole che restituiscono il peso di un’infrastruttura attesa per una generazione intera e che, più che entusiasmo, ha accumulato frustrazione.
Per il governatore piemontese, la conclusione dell’Asti-Cuneo ha anche un valore personale. Cirio ha ricordato di aver iniziato a fare politica nel 1994, partecipando a una manifestazione proprio per chiedere la realizzazione dell’autostrada. “Per anni ho potuto solo fare il tifoso – ha spiegato – richiamando l’attenzione sulla necessità di quest’opera. Da quando governo il Piemonte, ho potuto finalmente occuparmene”. Un percorso che accompagna quello dell’infrastruttura stessa, rimasta ferma mentre intorno il territorio cresceva senza un collegamento adeguato.
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L'autostrada
Il dato più immediato riguarda i tempi di percorrenza: tra Alba e Cuneo il risparmio stimato è di 20-25 minuti. Un vantaggio non solo per i residenti, ma anche per il comparto turistico e produttivo. L’area interessata è una delle più forti d’Europa per Pil, densità di imprese e occupazione, con poli industriali e agroalimentari di rilievo internazionale. Cirio ha citato esplicitamente la Ferrero, ma il riferimento è a un intero indotto che finora ha dovuto convivere con penalizzazioni logistiche non più giustificabili.
Sul piano nazionale, il completamento dell’Asti-Cuneo viene letto come la chiusura di una ferita infrastrutturale che durava da oltre trent’anni. A dirlo è il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi, che ha parlato di “svolta storica” e di restituzione di continuità a un territorio strategico. Il collegamento stabile con i porti liguri e con i principali corridoi europei è uno degli effetti più rilevanti dell’opera, con ricadute dirette su logistica, competitività, turismo e occupazione.
Rixi ha inserito l’Asti-Cuneo in una visione più ampia, che comprende nodi come il Terzo Valico e la Torino-Lione, infrastrutture che stanno entrando nella loro fase decisiva. In questo quadro, il Piemonte torna a occupare una posizione centrale nelle strategie infrastrutturali nazionali, dopo anni in cui molti progetti sono rimasti sospesi o rallentati.
L’apertura dell’autostrada arriva in una fase in cui la Regione sta puntando anche sul rafforzamento dell’attrattività turistica. Nello stesso giorno è stato annunciato lo stanziamento di 1,8 milioni di euro di fondi nazionali per la realizzazione o la riqualificazione di 41 aree di sosta per camper in Piemonte. Un intervento che porta a 109 il numero complessivo di aree attrezzate finanziate sul territorio regionale, con una distribuzione che vede Cuneo in testa per numero di progetti, seguita da Torino, Alessandria e Asti.
È un tassello che dialoga direttamente con l’Asti-Cuneo: un’infrastruttura stradale che migliora l’accessibilità delle Langhe, del Roero e del Monferrato, affiancata da servizi pensati per intercettare un turismo sempre più mobile e diffuso. Non un dettaglio secondario in una regione che punta su outdoor, agroalimentare e paesaggio come leve di sviluppo.
L’autostrada, però, resta soprattutto un simbolo. Non tanto di un successo politico, quanto della capacità – tardiva – di portare a termine opere che per anni hanno rappresentato l’immagine di un Paese bloccato. Il fatto che l’apertura avvenga senza enfasi, con una corsia sola e scuse pubbliche, dice molto più di qualsiasi taglio di nastro.
Da domani, l’Asti-Cuneo non sarà più un’incompiuta. Resta da vedere se, oltre a collegare territori, riuscirà anche a chiudere definitivamente una stagione di promesse rimaste a metà.

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