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24 Dicembre 2025 - 11:19
Vito Ladisa
Vendita de La Sentinella del Canavese. E il giorno dopo la nota asciutta, quasi notarile, arriva finalmente la voce del nuovo proprietario. Una voce che prova a riempire di senso, visione e prospettiva un’operazione che, per il Canavese, pesa molto più di quanto dicano le poche righe dei comunicati societari.
«Con soddisfazione – scrive Vito Ladisa, presidente della Fondazione Carella Ladisa, sui social – annuncio la sottoscrizione dell’accordo preliminare per l’acquisizione de La Sentinella del Canavese. Desidero esprimere un sincero ringraziamento al Gruppo GEDI per la fiducia verso tutto lo staff coinvolto e per la collaborazione che ha reso possibile questo importante passaggio. Questa operazione rappresenta per noi l’avvio di un ambizioso progetto di rilancio dell’informazione locale in Piemonte e Valle d’Aosta. L’obiettivo è rafforzare la presenza sul territorio, valorizzare il giornalismo di prossimità e investire in modo significativo nel potenziamento della componente digitale, per offrire ai lettori contenuti rapidi, autorevoli e accessibili su ogni piattaforma. Non ci fermeremo a questo passo: intendiamo proseguire con ulteriori acquisizioni per creare un asset multimediale integrato, che comprenda radio, televisioni e testate digitali, capace di rappresentare una proposta informativa completa e innovativa al servizio della comunità regionale, preservando i 132 anni di storia. Desideriamo rassicurare il Sindaco, i parlamentari, le istituzioni locali e regionali, nonché l’intera comunità del Piemonte e della Valle d’Aosta: l’impegno verso un giornalismo libero, equilibrato e al servizio del territorio non solo rimane invariato, ma verrà ulteriormente rafforzato. Guardiamo con determinazione al futuro, certi di poter contribuire allo sviluppo di un sistema informativo solido e plurale nel nostro Paese».
Parole pesate, studiate, che non arrivano per caso. Se il giorno prima era stata ufficializzata la compravendita, oggi viene messo nero su bianco anche l’orizzonte strategico. Non solo il cambio di proprietà, ma la trasformazione del la Sentinella in qualcosa di diverso. Più grande. Più ambizioso. Un giornale regionale, anzi: un progetto che guarda al Piemonte e alla Valle d’Aosta, inserito in una rete editoriale più ampia, multimediale, integrata. Insomma, ora è ufficiale: non solo la cessione, ma anche il cambio di passo.
La notizia dell’accordo preliminare per la cessione della testata e delle relative attività digitali è arrivata ieri, martedì 23 dicembre, con una nota asciutta del Gruppo GEDI. Linguaggio da manuale di diritto societario, poche righe, nessuna enfasi. Eppure il peso specifico dell’operazione è enorme, perché riguarda una delle testate storiche del Piemonte, fondata nel 1893 dal tipografo-editore Oreste Garda. Uno dei giornali locali più antichi d’Italia, da oltre un secolo punto di riferimento per Ivrea, il Canavese e la Bassa Valle d’Aosta.
Nella comunicazione ufficiale, GEDI precisa che Ledi s.r.l. è una società «detenuta al 100% dalla Fondazione Carella Donata» e che opera già nel settore editoriale attraverso la pubblicazione del quotidiano L’Edicola. Anche il calendario è definito: il perfezionamento della cessione è previsto entro gennaio, con efficacia dal 1° febbraio 2026, subordinato – come da prassi – all’espletamento delle procedure sindacali e alla stipula dell’atto notarile definitivo.
L’acquirente del La Sentinella non è un soggetto improvvisato. Dietro l’operazione c’è Finlad, holding finanziaria della famiglia Ladisa: circa 350 milioni di euro di fatturato, oltre 5.000 dipendenti, 22 stabilimenti produttivi. Un colosso della ristorazione collettiva, leader nazionale ed europeo, con clienti che spaziano dai ministeri della Difesa e dell’Interno alle scuole, agli ospedali, fino alle carceri. Proprio Ladisa si è recentemente classificata al primo posto in tutti e otto i lotti a cui ha partecipato nella maxi-gara del Ministero della Difesa per il quadriennio 2026-2029: un appalto da 725 milioni di euro, la più grande gara europea del settore.
Accanto al food c’è anche la passione per il calcio. I Ladisa sono i proprietari del Taranto e si sono occupati anche del Monopoli, portato fino alla Serie C. Il loro ingresso nel mondo dei giornali, però, non è stato privo di ombre: qualche anno fa avevano ottenuto la gestione temporanea de La Gazzetta del Mezzogiorno, un’esperienza conclusasi nel peggiore dei modi, tra pubblicazioni interrotte, forti tensioni sindacali e la successiva perdita del bando per l’aggiudicazione definitiva della storica testata pugliese.

È anche per questo che, se sulla carta l’ingresso di un nuovo editore può essere letto come un’opportunità, nella pratica restano aperti interrogativi tutt’altro che marginali: la tutela dei posti di lavoro, la continuità editoriale con il giornale che i lettori conoscono da sempre, l’autonomia della redazione, il radicamento territoriale di una testata che ha fatto dell’informazione di prossimità la propria cifra distintiva.
C’è però una verità che in molti, nel Canavese, conoscono bene: un territorio piccolo come l’Eporediese difficilmente può reggere, da solo, il peso di un quotidiano strutturato. La risposta su ciò che accadrà è tutta scritta nel modo in cui Vito Ladisa ha agito in Puglia, avviando le operazioni di abbinamento, le classiche “operazioni panino”, cioè l’accoppiamento del quotidiano con altre testate a maggiore tiratura, dal Sole 24 Ore a Tv Sorrisi e Canzoni.
Bena aggiungere che la cessione si inserisce nel più ampio processo di smantellamento del Gruppo GEDI, controllato dalla holding Exor della famiglia Agnelli. Sullo sfondo resta il destino delle altre grandi testate del gruppo – la Repubblica, La Stampa, HuffPost e le radio – per le quali è in corso una trattativa in esclusiva con il gruppo greco Antenna, guidato da Theodore (Theo) Kyriakou, con un’offerta che si aggirerebbe tra i 120 e i 140 milioni di euro.
E adesso? Resta da capire come si tradurrà, giorno dopo giorno, nelle edicole, nelle redazioni e nel rapporto con i lettori. Perché tra le dichiarazioni di principio e la vita concreta di un giornale c’è sempre di mezzo la realtà. E quella, come la storia del La Sentinella insegna, non si governa solo con i comunicati. Insomma, ora la partita è davvero aperta.
«Auspichiamo – scrive la redazione – che GEDI mantenga gli ultimi impegni presi, in modo tale che La Sentinella possa raccontare come vorrebbe il Carnevale di Ivrea, con l’edizione straordinaria che dal 1951 è dedicata alla manifestazione e tutte le iniziative promosse dal giornale. Al nuovo acquirente chiediamo un maggiore interesse, che si dovrà concretizzare in un piano di sviluppo credibile, con il mantenimento degli attuali livelli di occupazione, del radicamento nel territorio e dell’indipendenza della testata…».
Ecco, appunto. È già Carnevale.
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