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23 Dicembre 2025 - 19:17
La Sentinella venduta: Gedi scarica 132 anni di storia del Canavese
La notizia è arrivata in una nota asciutta, quasi notarile, pochi minuti fa. Oggi, martedì 23 dicembre 2025, il Gruppo Gedi ha comunicato di aver sottoscritto «un accordo preliminare per la cessione della testata La Sentinella del Canavese (e delle relative attività digitali) alla Società Ledi s.r.l.». Poche righe, ma dal peso specifico enorme per il territorio e per una delle testate storiche del Piemonte.
Nella comunicazione ufficiale, Gedi precisa che Ledi s.r.l. è una società «detenuta al 100% dalla Fondazione Carella Donata» e che opera nel settore editoriale attraverso la pubblicazione del quotidiano L’Edicola. Il calendario dell’operazione è già definito: il perfezionamento della cessione è previsto entro gennaio, con efficacia dal 1° febbraio 2026, subordinato – come da prassi – all’espletamento delle procedure sindacali e alla stipula dell’atto notarile definitivo.
Dietro la freddezza del linguaggio societario, però, si muove un passaggio tutt’altro che secondario. La Sentinella del Canavese, fondata nel 1893 dal tipografo-editore Oreste Garda, non è una testata qualunque. È uno dei giornali locali più antichi d’Italia, da oltre un secolo punto di riferimento per Ivrea, il Canavese e la Bassa Valle d’Aosta.
La cessione si inserisce nel più ampio processo di smantellamento del perimetro editoriale di Gedi, controllato dalla holding Exor della famiglia Agnelli. Dopo la vendita in blocco di gran parte delle testate locali, ora tocca anche alla Sentinella. Resta sullo sfondo il destino delle altre grandi testate del gruppo: la Repubblica, La Stampa, HuffPost e le radio per le quali esiste una trattativa in esclusiva con il gruppo greco Antenna, guidato da Theodore (Theo) Kyriakou, con un’offerta che si aggirerebbe tra 120 e 140 milioni di euro.

Tornando a La Sentinella, l’acquirente non è un soggetto sconosciuto. Ledi s.r.l. è riconducibile al gruppo imprenditoriale Ladisa, noto soprattutto nel settore della ristorazione collettiva, dalle mense scolastiche e ospedaliere ai grandi servizi di catering. Un gruppo che negli anni scorsi aveva già tentato l’avventura editoriale nel Mezzogiorno, ottenendo la gestione temporanea de La Gazzetta del Mezzogiorno. Un’esperienza conclusasi però nel peggiore dei modi: pubblicazioni interrotte, tensioni sindacali e la successiva perdita del bando per l’aggiudicazione definitiva della storica testata pugliese.
Un precedente che pesa, e non poco, nel giudizio sull’operazione. Perché se sulla carta l’ingresso di un nuovo editore può essere letto come un’opportunità, nella pratica restano aperti interrogativi cruciali: la tutela dei posti di lavoro, la continuità editoriale, l’autonomia della redazione, il radicamento territoriale di un giornale che ha sempre fatto dell’informazione locale la propria cifra distintiva. Di questo si è anche parlato durante il consiglio comunale di lunedì 22 dicembre.
Obiettivi di tutti la salvaguardia del pluralismo dell’informazione, del rapporto tra editoria e territorio, del futuro del giornalismo locale in un’Italia dove le testate storiche vengono cedute come asset qualsiasi, spesso lontano dagli occhi – e dagli interessi – delle comunità che per decenni le hanno lette, sostenute e riconosciute come proprie.
Insomma, mentre le carte passano di mano e le scadenze vengono fissate, la vera domanda resta sospesa: che ne sarà della Sentinella dopo il 1° febbraio 2026?
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