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22 Dicembre 2025 - 13:47
Natale in campagna, l’Italia riscopre l’agriturismo: presenze in crescita (immagine di repertorio)
Quest’anno il Natale parla sempre più il linguaggio della campagna. Secondo le stime di Coldiretti e Campagna Amica, oltre due milioni di persone, tra italiani e stranieri, hanno scelto di trascorrere le festività 2025 in agriturismo, tra pasti e pernottamenti nelle circa 26mila strutture attive sul territorio nazionale. Un dato in crescita del 5% rispetto allo scorso anno, che conferma il ruolo centrale dell’agriturismo come pilastro del turismo Made in Italy, capace di attrarre non solo residenti ma anche visitatori dall’estero.
La maggioranza assoluta degli ospiti resta italiana, pari a circa l’80% della clientela, con soggiorni medi di tre notti. Un segnale che racconta una scelta consapevole: meno viaggi mordi e fuggi, più tempo dedicato alla qualità dell’esperienza, al contatto con i territori e alle tradizioni locali.
A spingere la domanda, anche in inverno, non è soltanto la cucina genuina, da sempre punto di forza delle aziende agricole, ma soprattutto il cosiddetto turismo esperienziale. Secondo i dati di Campagna Amica, i turisti enogastronomici rappresentano il 59% del totale. In testa alle preferenze ci sono enoturismo e oleoturismo, seguiti dai percorsi legati alla birra artigianale e ai formaggi, con un interesse crescente per le visite nei luoghi di produzione, dalle cantine ai frantoi, fino ai caseifici.
Le festività natalizie hanno spinto molte strutture a rafforzare e diversificare l’offerta. Accanto ai pranzi e ai cenoni tradizionali, sono stati proposti pacchetti pensati per pubblici diversi: dagli sportivi agli amanti delle tradizioni rurali, dagli appassionati di cultura a chi cerca benessere e cammini, senza dimenticare le iniziative legate al periodo, come i corsi di cucina dedicati alle ricette tipiche delle feste.
Come sottolinea Dominga Cotarella, presidente di Campagna Amica e Terranostra, scegliere l’agriturismo a Natale significa «vivere le tradizioni autentiche, le usanze tipiche delle aree rurali, dei borghi e dei piccoli comuni». Un fenomeno che, secondo Cotarella, è destinato a crescere e che dimostra la capacità dell’agricoltura di creare valore economico, ambientale, sociale e culturale, rafforzando relazioni, coesione e benessere sociale diffuso.
Il bilancio delle festività conferma dunque una tendenza ormai strutturale: l’agriturismo non è più un’alternativa marginale, ma una scelta centrale per chi cerca un Natale diverso, più lento e radicato nei territori. Un modello che unisce ospitalità, identità e sviluppo locale, e che continua a guadagnare terreno anche nei mesi tradizionalmente meno turistici.

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