Cerca

Attualità

Piano regolatore a San Mauro: dalla bozza sparisce il “parco agricolo”. Cosa succede in Comune?

“Parco agricolo” sparisce dal documento dopo le obiezioni in Consiglio comunale. Il 2025 si chiude però con un la discussione per il nuovo PRGC in stallo

Piano regolatore a San Mauro: dalla bozza sparisce il “parco agricolo”. Cosa succede in Comune?

Piano regolatore a San Mauro: dalla bozza sparisce il “parco agricolo”. Cosa succede in Comune? Foto: Olivero e Guazzora

La parola è sparita. Cancellata. Rimossa con una precisione quasi chirurgica. Nel lessico del nuovo Piano regolatore di San Mauro Torinese, “parco agricolo” non esiste più. Al suo posto, per l’area di via Pescarito, resterà una definizione più neutra: “area a tutela ambientale”.

Un cambio lessicale solo in apparenza. Perché dietro quella parola tolta c’è una discussione politica vera, nata in Consiglio comunale e rientrata solo dopo che la maggioranza ha dovuto fare i conti con le obiezioni sollevate pubblicamente.

A portarle in aula era stato il consigliere forzista Roberto Olivero, che durante l’interrogazione sul Piano regolatore aveva messo in guardia su un punto preciso: le parole, in urbanistica, non sono mai innocue.

Parlare di “parco agricolo”, aveva spiegato, non era una scelta lessicale chiara, perché richiama modelli già visti altrove, con vincoli stringenti e conseguenze durature per i proprietari delle aree coinvolte. Un parco non può essere anche una zona agricola.

Il suo riferimento, neppure troppo velato, alla mancanza di chiarezza richiama esperienze già note, dove la tutela ambientale si è trasformata nel tempo in un labirinto normativo difficile da sciogliere. Il timore era che una definizione apparentemente rassicurante potesse produrre effetti molto concreti, ben oltre le intenzioni dichiarate.

Durante il Consiglio, la replica della sindaca aveva cercato di ridimensionare il significato del termine, spiegando che per “parco” si intendeva semplicemente un’area verde, senza ulteriori sovrastrutture. Ma il chiarimento non ha chiuso la partita. Anzi.

Da lì, in una riunione a porte chiuse, è arrivata la decisione: togliere del tutto la parola “parco” dalla dicitura prevista nella delibera di indirizzo. Una scelta condivisa che verrà formalizzata non con una nuova delibera, ma con un verbale che prenderà atto del cambiamento lessicale. Nessun nuovo passaggio politico, nessun voto aggiuntivo. Solo una correzione di rotta, messa nero su bianco.

Il risultato è che oggi, per via Pescarito, si parlerà soltanto di area a tutela ambientale. Una formula più prudente, meno carica di implicazioni e – soprattutto – meno esposta a contestazioni future.

Roberto Olivero

Piano regolatore: il grande assente del 2025

Questa vicenda, però, racconta anche altro. Racconta un anno, il 2025, in cui il Piano regolatore è rimasto quasi fermo, nonostante fosse indicato come uno dei punti centrali del programma elettorale della maggioranza. Dodici mesi scanditi da qualche commissione, molte attese e pochi atti concreti.

Nel mezzo, anche passaggi tutt’altro che lineari. Come le dimissioni dell’assessore all’urbanistica, Emanuele Durante, arrivate in primavera e archiviate ufficialmente come scelta personale, ma rimaste oscure sul piano politico. Un’uscita che ha lasciato più di un interrogativo, proprio mentre il Piano regolatore avrebbe dovuto entrare nella sua fase decisiva.

E poi c’è stato il documento di indirizzo approvato dalla Giunta, quello stesso documento su cui si è registrata un’astensione pesante in maggioranza, rimasta senza una spiegazione politica esplicita e diventata uno dei segnali più evidenti delle divergenze interne e del mancato dialogo: quella di Luca Rastelli, vicesindaco del PD.

Ora, a fine anno, il bilancio è difficile da edulcorare. Il Piano regolatore generale, che nel 2026 compirà quarant’anni, resta in alto mare. La variante annunciata c’è, ma è ancora lontana da un approdo chiaro. Le parole cambiano, i termini si correggono, ma la sostanza resta sospesa.

La cancellazione di “parco agricolo” evita un possibile contenzioso e disinnesca una polemica. Ma non risolve il nodo centrale: San Mauro è ancora senza una visione urbanistica definita, mentre il tempo passa e le attese si accumulano.

Il 2025 si chiude così: con una parola tolta dai documenti e molte domande ancora aperte sul futuro del territorio.

Luca Rastelli

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori