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Commercio, la Regione assegna oltre 7 milioni ai Distretti del commercio: ecco chi prende i fondi

Approvata la graduatoria dei progetti finanziati per il triennio 2025–2027: 26 Comuni e Unioni ammessi, altri esclusi. Contributi fino a 290 mila euro per rilanciare negozi e centri urbani

Commercio, la Regione assegna oltre 7 milioni ai Distretti del commercio: ecco chi prende i fondi

Commercio, la Regione assegna oltre 7 milioni ai Distretti del commercio: ecco chi prende i fondi

La Regione Piemonte ha deciso chi riceverà i fondi per i Distretti del Commercio nel triennio 2025–2027 e lo ha fatto con un atto formale che mette in circolo 7.223.561,81 euro. Tutto scritto nero su bianco nella determinazione dirigenziale numero 706 del 18 dicembre 2025 con è stata approvata la graduatoria definitiva dei progetti finanziati, chiudendo un bando che ha visto una partecipazione ampia e una selezione tutt’altro che scontata

I numeri raccontano subito la portata del provvedimento. Al bando hanno partecipato 51 Comuni e Unioni di Comuni, ma solo 26 progetti sono riusciti a entrare in graduatoria e ad accedere ai contributi regionali. Gli altri restano esclusi per punteggi insufficienti, a dimostrazione che la richiesta di risorse supera nettamente la disponibilità economica messa in campo dalla Regione.

commercio

I fondi serviranno a sostenere il commercio di vicinato, a contrastare la progressiva scomparsa dei negozi nei centri urbani e a rafforzare il ruolo dei Distretti del Commercio come strumento di rigenerazione economica e urbana. La maggior parte delle risorse, oltre 6,2 milioni di euro, è destinata a investimenti veri e propri: riqualificazione degli spazi pubblici, arredo urbano, interventi su mercati e vie commerciali, sicurezza e accessibilità. Poco meno di un milione di euro finanzia invece le spese correnti, come comunicazione, formazione, animazione territoriale e il lavoro dei manager di distretto.

Il contributo regionale copre fino all’80 per cento delle spese ammesse, con un tetto massimo che, nella maggior parte dei casi, arriva a 290.300 euro complessivi per ciascun progetto. Una condizione però è chiara e vincolante: almeno il 30 per cento delle risorse deve andare direttamente alle imprese, attraverso bandi pubblici gestiti dai Comuni. È qui che si misura la differenza tra un’operazione solo urbanistica e un intervento che incide davvero sull’economia locale.

La mappa dei beneficiari attraversa tutto il Piemonte. Entrano in graduatoria città grandi e medie come Torino, Settimo Torinese, Moncalieri, Alba, Vercelli, Ivrea e Mondovì, ma anche centri più piccoli come Carmagnola, Alpignano, Quarona, Bussoleno, Arona, Borgosesia, Rivarolo Canavese e Giaveno. Accanto ai Comuni singoli compaiono anche le Unioni montane, dalla Valle Varaita all’Alta Valle Susa, segno che il tema del commercio non riguarda solo le città ma anche i territori più marginali.

Quasi tutti i progetti ammessi hanno ottenuto il contributo massimo o comunque molto vicino al tetto previsto. Fanno eccezione alcuni casi, come Santhià, che si ferma a poco più di 230 mila euro, o l’Unione Montana Alta Valle Susa, che riceve circa 200 mila euro. Spicca però soprattutto il caso di Rivoli: il Distretto Diffuso del Commercio Collina Morenica viene ammesso solo parzialmente e finanziato per 144.379,85 euro, una cifra nettamente inferiore rispetto agli altri beneficiari. La motivazione non è la qualità del progetto, ma semplicemente l’esaurimento delle risorse disponibili.

Con l’approvazione della graduatoria la Regione ha anche impegnato formalmente i fondi sui bilanci 2025, 2026 e 2027 e fissato le regole per l’erogazione. I Comuni riceveranno un primo acconto all’avvio dei progetti e il saldo solo dopo la rendicontazione finale, prevista entro il 2027. Da questo momento in poi, però, la partita esce dagli uffici regionali e si sposta nei territori.

Ora tocca ai Comuni dimostrare che questi soldi non resteranno numeri su una delibera. I bandi per le imprese, i cantieri, le iniziative di promozione e i servizi di prossimità diranno se i Distretti del Commercio saranno davvero uno strumento utile o solo l’ennesima etichetta amministrativa. Perché, al di là delle graduatorie, il risultato si vedrà nelle strade: nelle serrande che restano aperte e in quelle che, nonostante tutto, continueranno ad abbassarsi.

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