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Il più piccolo, il più avanti: ecco qual è il Comune più virtuoso d'Italia

Ha solo 180 abitanti, ma combatte l'abbandono e dà lezioni alle grandi città

Il più piccolo, il più avanti: ecco qual è il Comune più virtuoso d'Italia

Il più piccolo, il più avanti: ecco qual è il Comune più virtuoso d'Italia

Centottanta abitanti, una manciata di borgate incastonate tra le montagne della Valle d’Aosta, zero consumo di suolo e una strategia amministrativa che molte città medio-grandi farebbero fatica anche solo a immaginare. Pontboset è il Comune più Virtuoso d’Italia per il 2025. Non è uno slogan: è il verdetto della XIX edizione del Premio Comuni Virtuosi, che assegna al piccolo borgo alpino un riconoscimento dal forte valore politico e simbolico.

Pontboset non è soltanto il primo Comune valdostano a conquistare il titolo. È anche il più piccolo vincitore di sempre nelle diciannove edizioni del premio promosso dall’Associazione Comuni Virtuosi, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di ASviS, Alda e Give Back. La premiazione si terrà il 20 dicembre a Cellole (Caserta), Comune vincitore dell’edizione 2024 ex aequo con Foiano di Val Fortore.

In un Paese dove le aree interne vengono spesso raccontate come un problema irrisolvibile, Pontboset rovescia la narrazione: non è un’eccezione folkloristica, ma un modello amministrativo strutturato, costruito nel tempo e riconosciuto su scala nazionale dopo una selezione che ha coinvolto oltre 300 candidature.

La giuria ha premiato Pontboset per un insieme coerente di politiche pubbliche che tengono insieme ambiente, servizi, territorio ed energia, senza scorciatoie. Qui il consumo di suolo è bloccato da anni, la strategia urbanistica punta esclusivamente sul recupero dell’esistente, e la montagna non è trattata come un fondale turistico ma come un sistema da manutenere e abitare.

Pontboset è il primo Comune valdostano ad aver ottenuto la registrazione EMAS e mantiene da oltre dieci anni un Sistema di Gestione Ambientale certificato, integrando la sostenibilità in tutte le scelte amministrative. Non progetti-vetrina, ma una pianificazione che incide sulla vita quotidiana: riqualificazione energetica degli edifici pubblici, illuminazione intelligente, interventi su acqua e fognature, cura della rete sentieristica considerata infrastruttura primaria di mobilità dolce.

Pontboset

Un cambio di paradigma che emerge anche sul fronte della mobilità: colonnine per auto elettriche ed e-bike, percorsi transfrontalieri, integrazione con infrastrutture fotovoltaiche. Tutto calibrato sulle dimensioni reali del territorio, senza rincorrere mode né bandi fine a se stessi.

Il premio non arriva solo per le scelte ambientali. A fare la differenza è il lavoro sui servizi, vero nervo scoperto delle aree montane. Pontboset ha riconvertito immobili comunali in spazi sociali e ricettivi, riqualificato l’ambulatorio, sostenuto l’arrivo di nuove famiglie e creato un presidio stabile per la fruizione sostenibile del territorio.

Qui il contrasto allo spopolamento non passa da annunci, ma da una politica paziente che tiene insieme qualità della vita, accesso ai servizi e visione di lungo periodo. Un risultato che pesa ancora di più se letto nel contesto nazionale: oltre il 70% dei Comuni italiani si trova in aree interne o montane, spesso con risorse limitate e infrastrutture fragili.

Il riconoscimento a Pontboset arriva mentre il Paese è immerso nella fase più delicata del PNRR. Efficienza energetica, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, servizi di prossimità: parole chiave che qui si traducono in risultati verificabili, senza retorica.

È il punto sottolineato anche dalla presidente dell’Associazione Comuni Virtuosi, Asia Trambaioli, che lega il premio a una visione nazionale: «In Italia il futuro della sostenibilità si gioca nelle aree interne, nei territori dove la demografia è in calo e le infrastrutture sono fragili. Pontboset dimostra che la transizione ecologica non è una questione di dimensioni, ma di programmazione, manutenzione del territorio e continuità amministrativa».

Sulla stessa linea il sindaco Claudio Chanoux, che rivendica il valore collettivo del risultato: «Questo riconoscimento è il frutto di un lavoro condiviso. Pontboset dimostra che anche una comunità piccola può essere attenta, responsabile e accogliente. Continueremo su questa strada».

Accanto al Comune valdostano, il Premio ha riconosciuto altre realtà che si sono distinte nelle cinque aree tematiche: Bacoli per la gestione del territorio, Pojana Maggiore per l’impronta ecologica, l’Unione delle Terre d’Argine per la gestione dei rifiuti e l’IT circolare, Firenze per la mobilità sostenibile, Pieve Torina per i nuovi stili di vita. Menzioni speciali a Melilli e Nave, esempi di rigenerazione ambientale e partecipazione civica.

Ma è Pontboset a catalizzare l’attenzione, perché dimostra ciò che spesso manca nel dibattito politico: la coerenza. Nessuna scorciatoia, nessun progetto spot, nessun greenwashing. Solo una domanda semplice e radicale: come si governa bene un territorio fragile?

La risposta, oggi, arriva da un Comune di 180 abitanti. E suona come una lezione per molti.

Asia Trambaioli

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