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Cronaca
18 Dicembre 2025 - 10:06
Un albero di Natale strappato ai bambini, vandalismo notturno in una scuola dell’Alto Canavese
Un gesto che colpisce allo stomaco e lascia senza parole. Nella notte appena trascorsa, a Frassinetto, una scuola elementare dell’Alto Canavese è stata teatro di un atto di vandalismo tanto gratuito quanto simbolicamente violento. A denunciarlo è una mamma, che ha deciso di portare alla luce quanto accaduto, mostrando l’immagine di un abete natalizio spoglio e devastato, ridotto a un insieme di rami piegati e decorazioni strappate.
Non si trattava di un semplice albero. Era il Natale dei bambini, costruito con cura dagli alunni delle elementari, un lavoro collettivo fatto di addobbi, colori e fantasia, pensato per rendere speciale l’attesa delle feste all’interno della scuola. Un simbolo di condivisione, di innocenza, di partecipazione. Proprio per questo, vederlo vandalizzato durante la notte assume un significato ancora più amaro.

Chi ha agito lo ha fatto lontano da occhi indiscreti, lasciando dietro di sé solo il segno di una inciviltà feroce, che non risparmia nemmeno ciò che appartiene ai più piccoli. «Non c’è più vergogna», è il commento che accompagna la segnalazione, parole che rispecchiano lo sdegno di molti genitori e cittadini. Perché colpire una scuola, e soprattutto ciò che è stato creato dai bambini, significa superare una soglia che va oltre il semplice danno materiale.
Il gesto ha suscitato indignazione e rabbia, ma anche una profonda tristezza. In un periodo in cui si parla tanto di educazione, rispetto e comunità, qualcuno ha scelto di distruggere un simbolo di festa e condivisione, infliggendo una ferita all’intero paese. Sono atti che non possono essere liquidati come bravate: raccontano un clima di degrado culturale che merita una risposta ferma.
Ora resta l’amarezza per un albero strappato ai bambini e la domanda, inevitabile, su chi possa aver deciso di accanirsi contro un simbolo così semplice e così potente. La speranza è che la comunità sappia reagire, ricostruendo ciò che è stato distrutto e trasformando la rabbia in un gesto opposto: proteggere e difendere ciò che appartiene ai più piccoli.
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