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Scandaloso! La Giunta guidata da Elena Piastra dà il via alla costruzione di un altro supermercato

A luglio il Partenariato Pubblico-Privato approvato in silenzio. Oggi emergono i contenuti reali: una RSA nell’ex scuola Pezzani e una nuova struttura commerciale. Il pubblico arretra, il privato incassa.

Scandaloso! La Giunta guidata da Elena Piastra dà il via alla costruzione di un altro supermercato

Scandaloso! La Giunta guidata da Elena Piastra dà il via alla costruzione di un altro supermercato

Non serviva andare al centro commerciale per trovare le offerte dell’estate. A Settimo Torinese, bastava sfogliare le delibere affisse all’albo pretorio per imbattersi in un’operazione che ricordava più un volantino promozionale che una scelta di pianificazione urbana: tre immobili pubblici inseriti in un unico pacchetto e destinati a finire nelle mani di un privato attraverso un Partenariato Pubblico-Privato.

Succedeva il 15 luglio, nel pieno dell’estate. La Giunta comunale guidata da Elena Piastra approvava, con voto unanime, un PPP che per dimensioni, tempi e modalità appariva tutt’altro che ordinario. Più che un progetto urbanistico organico, una svendita di fine stagione di patrimonio collettivo, confezionata e approvata senza alcun confronto pubblico.

La società proponente era la C.S. Costruzioni Srl di Asti, già nota in città per il Palazzetto dello Sport. I tempi dell’operazione parlavaano da soli. Il 27 giugno la proposta veniva protocollata (numero 0042147/2025); nel giro di pochi giorni l’Amministrazione la trasmetteva alla controllata Patrimonio Srl per un parere. L’11 luglio arrivava il via libera (“sì, ci interessa”) e il 15 luglio la Giunta approvava il tutto, rendendo la delibera immediatamente eseguibile. Una rapidità amministrativa da Speedy Gonzales che, se applicata con la stessa efficienza ai problemi quotidiani dei cittadini, trasformerebbe Settimo in una città da record.

Il pacchetto approvato comprendeva tre interventi distinti, tra loro eterogenei, accomunati però da un unico schema operativo.

Il primo riguardava l’ex scuola dell’infanzia R. Pezzani, in via Fiume 18, destinata a diventare una “Casa della Salute” e successivamente data in sub-concessione a un soggetto privato “qualificato”. Nella delibera il passaggio era trattato come un dettaglio tecnico, ma le conseguenze sono tutt’altro che marginali: la scuola verrà chiusa e i bambini trasferiti, a partire dall’anno scolastico 2026-2027, al Civic Center di via Fantina. Una scelta che comporta lo spostamento di un servizio educativo pubblico per fare spazio a una struttura sanitaria di cui, al momento dell’approvazione, non erano noti né il gestore, né l’organizzazione dei servizi, né le modalità di controllo pubblico.

Il secondo intervento riguardava l’edificio dismesso all’angolo tra via Fiume e via Schiaparelli, destinato a diventare uno studentato. Un’operazione presentata come valorizzazione di un immobile inutilizzato, ma che sollevava interrogativi evidenti: Settimo non ospita sedi universitarie, le scuole superiori cittadine attraversano una fase complessa e i collegamenti ferroviari con Torino sono tutt’altro che attrattivi per studenti pendolari. Non risultano convenzioni con l’Università di Torino, né analisi del fabbisogno, né vincoli di carattere sociale. 

delibera

Il terzo intervento riguardava il cosiddetto Parco della Salute, su un’area di Patrimonio Srl tra via Vigliano e via Regio Parco, a Laguna Verde. Un’area già destinata alla vendita, che diventava la cornice di un corridoio verde di collegamento con gli impianti sportivi. 

Nella delibera di luglio tutto veniva giustificato con formule collaudate: la Casa della Salute per “ampliare i servizi per la non autosufficienza”, lo studentato perché “vicino alla stazione ferroviaria”, il parco per valorizzare un bene “già destinato alla vendita”. Più che una visione urbanistica, un assemblaggio di motivazioni utili a rendere sostenibile un’operazione immobiliare complessa.

Non mancava un dettaglio significativo: il direttore tecnico della società proponente è Valentina Galasco, già direttrice dei lavori del Palazzetto dello Sport per conto di Patrimonio. Oggi si trova dall’altra parte del tavolo, a firmare i progetti per il costruttore privato. Tutto formalmente corretto, certo. Ma quando le stesse figure tecniche transitano senza soluzione di continuità dal pubblico che assegna gli incarichi al privato che li realizza, il tema del confine tra interesse collettivo e interesse di parte non può essere liquidato con superficialità.

Tutto questo avveniva nel silenzio più totale, in piena estate, mentre la città rallentava e l’attenzione pubblica era altrove. La sindaca non ne parlava. Nessuna conferenza stampa, nessuna spiegazione politica. Fino a pochi giorni fa.

Oggi, invece, il sipario si alza. E quello che emerge è politicamente pesante. Nell’ex scuola dell’infanzia Pezzani, in via Fiume, sorgerà una RSA. Un centro Alzheimer, dicono loro. Una roba per privati convenzionati, diciamo noi. Una cosa tipo il “Fatebenefratelli” di San Maurizio Canavese. Business, insomma.

E poi c’è l’altra novità, quella che completa il quadro e ne svela la logica: un supermercato. Non uno qualunque, ma una struttura commerciale di circa 2.500 metri quadrati, prevista nell’area tra via Regio Parco e via Vigliano. Un altro supermercato in una città che negli ultimi anni è stata letteralmente colonizzata da nuove superfici di vendita, spesso giustificate come “servizi”, sempre più spesso come leva economica per rendere sostenibili “operazioni immobiliari complesse”.

Oggi la sindaca parla di opportunità. «La società intende realizzare una RSA, uno studentato, un parco e un supermercato di medie dimensioni», spiega Elena Piastra, presentando l’operazione come una risposta ai bisogni della città. Ma il punto non è se una RSA serva – il tema della non autosufficienza è reale e drammatico – né se un parco sia utile. Il punto è il modello. Un modello in cui il pubblico arretra, cede spazi, dismette scuole, e il privato entra portando servizi a pagamento e strutture commerciali come perno economico dell’intera operazione.

A luglio tutto questo non veniva detto. Si approvava il PPP e si rimandava il racconto. Oggi il racconto arriva, ma arriva quando le scelte di fondo sono già state fatte. La procedura ora prevede 60 giorni per eventuali proposte migliorative e poi una gara per individuare il concessionario, con lavori che potrebbero concludersi nel 2027. Ma il cuore della questione è un altro: la città viene informata dopo, non prima.

Insomma. A Settimo Torinese il copione è sempre lo stesso. Prima si approva, poi si spiega. Prima si decide nelle stanze della Giunta, poi si racconta ai cittadini che è per il loro bene. Una RSA al posto di una scuola e un supermercato come chiave di volta economica dell’operazione non sono dettagli tecnici: sono scelte politiche. E meritavano di essere dette subito, non scoperte a posteriori.

Il progresso di Piastra

C’è una costante rassicurante nella vita moderna: puoi cambiare stagione, amministrazione, slogan, rendering e persino nome ai progetti, ma alla fine spunta sempre un supermercato. A Settimo Torinese questa certezza è ormai un pilastro urbanistico, più solido del Piano regolatore e più affidabile delle promesse elettorali.

La Giunta guidata da Elena Piastra applaude. Applaude davvero, o almeno metaforicamente, perché quando arriva un project financing da sei milioni di euro con dentro una RSA, un parco, uno studentato e – sorpresa finale – un supermercato, l’entusiasmo è d’obbligo. È il progresso, bellezza. E se non lo capisci, probabilmente vivi ancora in un’epoca in cui le città si progettavano per le persone e non per i carrelli.

A luglio, nel silenzio più ovattato dell’estate, la Giunta approva tutto. In fretta. Benissimo. Senza disturbare nessuno. Nessuna conferenza stampa, nessuna spiegazione, nessuna fatica comunicativa. Perché mai affaticare i cittadini con dettagli inutili come “cosa ci costruiremo sopra”? Meglio scoprirlo dopo. Molto dopo. Quando è più elegante chiamarlo “opportunità”.

E infatti oggi l’opportunità emerge in tutta la sua chiarezza: una RSA nell’ex scuola Pezzani e un supermercato a Laguna Verde. Un’accoppiata che racconta molto della modernità: si entra bambini, si esce anziani, nel mezzo si fa la spesa. Un ciclo della vita completo, tutto a portata di parcheggio.

La RSA, ci tengono a precisare, è un centro Alzheimer. Suona meglio. È privata ma convenzionata, che è la formula magica con cui il pubblico abdica senza sembrare che abdichi. E il supermercato? Non è un supermercato qualsiasi, è “di medie dimensioni”. Come se il problema fosse la taglia e non il fatto che a Settimo ormai ogni progetto urbanistico sembri incompleto senza almeno una corsia surgelati.

Il bello è che tutto viene raccontato come risposta ai bisogni della città. I bisogni, si sa, sono infiniti. Ma curiosamente coincidono sempre con ciò che rende economicamente sostenibile l’operazione per il privato. È un talento raro: riuscire a trasformare la rendita commerciale in vocazione sociale.

Così il pubblico arretra con eleganza, il privato avanza con il sorriso e la politica osserva soddisfatta, spiegando che non ci sono alternative. È sempre così: non ci sono alternative. E infatti l’alternativa non arriva mai. Arriva invece puntuale il supermercato.

Insomma, a Settimo Torinese si può stare tranquilli. Qualunque sia il progetto, qualunque sia il bisogno evocato, qualunque sia la stagione, alla fine qualcuno applaudirà e qualcuno farà la spesa. E se questo non è sviluppo, allora cos’è?

Applausi. Corsia tre. Offerta speciale.

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