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10 Novembre 2025 - 08:08
ELena Piastra
C’è un silenzio che fa rumore, a Settimo Torinese.
Un silenzio fatto di post mancati, di dirette Facebook saltate, di argomenti improvvisamente spariti dalla “telecronaca” della sindaca Elena Piastra, solitamente loquace su tutto: dalle aiuole ai convegni, dalle scuole alle sagre. Ma sulla determinazione n. 1081 del 4 novembre 2025, che riguarda la cosiddetta Casa della Salute – Casa dello Studente – Parco della Salute, neanche un bit. Nulla!
Eppure, si tratta di un atto tutt’altro che secondario: è il tassello successivo a quella che ad agosto avevamo definito “la svendita di fine stagione del patrimonio comunale”.
Sì, proprio quella. Quella del Partenariato Pubblico Privato (PPP) approvato dalla Giunta il 15 luglio 2025, in piena estate, quando la città era in ferie e le delibere si pubblicavano all’albo pretorio come fossero volantini del Black Friday.
Allora avevamo scritto che l’Amministrazione Piastra aveva impacchettato tre immobili comunali in un’unica offerta e li aveva consegnati alla C.S. Costruzioni Srl di Asti, la stessa che ha costruito il Palazzetto dello Sport.
Ricordiamo i “pezzi in saldo”: l’ex scuola dell’infanzia Pezzani in via Fiume 18, da trasformare in Casa della Salute (chiudendo la scuola e spostando i bambini altrove); il rudere tra via Fiume e via Schiapparelli, in cui realizzare uno studentato in una città senza università; e l’area tra via Vigliano e via Regio Parco, ribattezzata Parco della Salute, che Patrimonio Srl aveva già inserito tra i beni da vendere.


Tre interventi che non hanno nulla in comune, se non la stessa regia politica e lo stesso tempismo: la proposta era arrivata al protocollo comunale il 27 giugno, e in appena dieci giorni era stata approvata all’unanimità dalla Giunta e dichiarata “immediatamente eseguibile”. Una velocità amministrativa mai vista per le buche in strada, per i topi delle isole ecologiche, per l’illuminazione che va e che viene, sull’ospedale di Settimo o per i bus che non passano.
Ora, a distanza di qualche mese, la storia continua con la determinazione 1081, firmata dal dirigente Stefano Maggio con ci si affida alla Bios Management Italia Srl di Santa Vittoria d’Alba un incarico da 12.200 euro per “supporto al RUP e ai competenti uffici comunali in relazione ai profili economico-finanziari della proposta di PPP Casa della Salute – Casa dello Studente – Parco della Salute”.
In sostanza, il Comune paga una società privata per analizzare la proposta presentata… da un’altra società privata.
La Bios, già titolare di un Accordo Quadro da 110 mila euro più IVA con il Comune, dovrà “esaminare le proposte, coordinarsi con gli uffici, redigere osservazioni e segnalare eventuali criticità”. Insomma, verificare che i conti tornino.
E chi controllerà che tutto questo sia fatto bene? Lo stesso dirigente Maggio, che firma come RUP e responsabile del procedimento.
Nel frattempo, la sindaca tace.Nessuna conferenza, nessuna dichiarazione. Nessun post celebrativo con la solita formula “Settimo cresce”. O ancora meglio: “Ho avuto una visione”. Tipo quella sulle case popolari rigenerate…
E dire che si tratta di un passaggio cruciale: si muovono soldi pubblici, si valuta un progetto da milioni, si esternalizza un controllo che, in teoria, dovrebbe essere una prerogativa della macchina comunale.
Ma forse non è il genere di notizie che fa tendenza sui social. Meglio parlare di nuove scuole, di nuovi giardino piuttosto che spiegare ai cittadini perché la Casa della Salute nasce dalla chiusura di una scuola pubblica e da un affare che coinvolge sempre gli stessi nomi, le stesse ditte, le stesse mani che si stringono da anni tra pubblico e privato.
La determina specifica tutto: tempi, modalità di pagamento (70% in due rate, 30% a saldo), impegni di spesa, obblighi di tracciabilità e perfino la polizza assicurativa obbligatoria. Tutto in regola, formalmente. Ma nella sostanza, rimane la sensazione di un copione già scritto.
Un copione in cui il Comune fa da spettatore, mentre i costruttori recitano da protagonisti.
E così, mentre il documento viaggia silenzioso nei meandri della burocrazia, la sindaca “chiacchierona” diventa improvvisamente muta.
Niente sorrisi, niente hashtag, niente “visione per il futuro”. Solo una determina da 12.200 euro che segna un altro passo verso quella che ormai sembra più una privatizzazione del patrimonio cittadino che un’operazione urbanistica.
Altro che “Casa della Salute”. Qui l’unica cosa in salute è la partita dei privati.
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