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17 Dicembre 2025 - 10:36
Bagnaia (IG)
Una sentenza secca, pronunciata da chi la MotoGP l’ha vinta davvero. Kevin Schwantz, campione del mondo nel 1993, osserva il momento più delicato della carriera di Pecco Bagnaia e non usa giri di parole: per tornare al vertice nel 2026, il pilota Ducati dovrà smettere di confrontarsi con Marc Marquez, tagliare i riferimenti interni e ricostruirsi da zero. Da solo.
Le parole dell’ex iridato arrivano dopo una stagione 2025 che per Ducati e per Bagnaia si è trasformata in un rebus tecnico e psicologico. Un anno segnato da instabilità, imprevedibilità e da una perdita di fiducia raramente vista in un due volte campione del mondo MotoGP. Le premesse erano opposte: alla vigilia del 2025 tutto lasciava pensare a un duello diretto tra Bagnaia e Marquez per il titolo, con Ducati che aveva affidato a Pecco la GP25, evoluzione progettata per esaltarne le qualità. Ma fin dai primi giri qualcosa si è rotto.
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Il bilancio parla chiaro: solo due vittorie, una discontinuità cronica, 257 punti di distacco dal rivale e un quinto posto finale che pesa come un macigno. Il problema principale è diventato l’avantreno della GP25, descritto dallo stesso ambiente Ducati come un vero labirinto tecnico. Alcuni weekend Bagnaia ritrovava la sensibilità, quello dopo precipitava in un abisso senza spiegazioni. La stessa Ducati ha ammesso di non essere riuscita a individuare con certezza l’origine del problema.
Sul tavolo resta una domanda che in pochi hanno osato formulare apertamente: l’arrivo di Marc Marquez nel box ufficiale ha destabilizzato Bagnaia anche sul piano mentale? Da quando lo spagnolo è entrato in Ducati, il baricentro psicologico della squadra si è spostato. Per la prima volta nella sua carriera, Pecco si è trovato accanto un compagno di squadra percepito come più aggressivo, più brillante, più incisivo. Una lettura sempre respinta dal pilota e dal team, ma che Schwantz affronta senza filtri.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex campione americano parla di un insieme di fattori, tutti reali: «Penso che sia una combinazione di tutto questo. La concorrenza è così serrata che la differenza tra essere in testa ed essere in fondo al gruppo spesso si riduce a un solo secondo». In MotoGP, dove ogni dettaglio invisibile può cambiare una stagione, anche una minima distrazione diventa fatale.
Schwantz non parla di debolezza, ma di pressione. «Se ti lasci trasportare dal successo, ad esempio vedendo il tuo compagno di squadra costantemente tra i primi tre o cinque, è facile distrarsi e perdere la concentrazione su ciò di cui hai bisogno e ciò che ti aspetti dalla moto». Un passaggio che fotografa perfettamente il 2025 di Bagnaia: brillante a sprazzi, fragile nella continuità.
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Eppure, ricorda Schwantz, il talento non è in discussione. «Sappiamo quanto può essere forte Pecco… il più veloce in qualifica, vincitore della Sprint e poi della gara speciale. Sappiamo che ne è capace. Forse, quel giorno, Marquez si giocava solo il campionato… ma Pecco deve riconcentrarsi su ciò che vuole e su ciò di cui ha bisogno». Il riferimento è a Motegi, uno dei pochi weekend in cui Bagnaia ha mostrato il campione che è stato.
La diagnosi finale è la più dura da accettare. Per Kevin Schwantz, il 2026 dovrà essere l’anno dell’isolamento tecnico e mentale: «Non potrà chiedere: “Cosa stanno usando?” o “Perché va più veloce di me?”, perché ciò che funziona per Marc non funziona necessariamente per lui». Il messaggio è netto e quasi paterno: «Dovrà quindi provare tutto da solo. Sarà una lunga strada prima di ottenere risultati, ma a questo punto è l’unica soluzione».
Una verità scomoda per un pilota che ha già vinto due mondiali, ma forse inevitabile. Bagnaia stesso, dopo i test di Valencia, ha parlato di un «ritorno di sensazioni positive», lasciando intravedere un primo segnale di reazione. Ducati, dal canto suo, ha confermato che il lancio ufficiale della stagione 2026 avverrà il 19 gennaio in Italia, una data che segnerà l’inizio di una nuova fase per tutto il progetto MotoGP.
Nel frattempo, il confronto con Marquez resta inevitabile. Il Mondiale 2025 ha avuto un dominatore assoluto: Marc Marquez, promosso nel team ufficiale Ducati dopo l’anno nel team Gresini fondato dal compianto Fausto Gresini, ha risposto con numeri impressionanti. Dopo i 392 punti del 2024 e il terzo posto alle spalle di Jorge Martin e Bagnaia, nel 2025 lo spagnolo ha fatto terra bruciata: 11 vittorie nei GP lunghi, 14 Sprint, 545 punti totali, 78 in più del secondo classificato, il fratello Alex Marquez, e quasi 200 sul terzo, Marco Bezzecchi. Un dominio interrotto solo dall’infortunio in Indonesia, che gli è costato quattro gare.
Il verdetto di Schwantz è crudele ma lineare: Bagnaia non potrà tornare a vincere cercando di diventare un clone di Marquez. Non potrà ricostruirsi sui dati di un pilota che frena, pensa e attacca in modo diverso. Dovrà reimparare, reinventarsi, riaffermare il proprio stile. Perché, per riconquistare la corona, Pecco dovrà prima riscoprire se stesso.
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