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MotoGP
11 Dicembre 2025 - 10:14
Bagnaia è crollato (IG Bagnaia)
La stagione 2025 di Francesco “Pecco” Bagnaia non è soltanto un capitolo stonato nella storia recente della MotoGP: è diventata, gara dopo gara, un caso sportivo, tecnico e psicologico. Nulla a che vedere con l’anno precedente, quando il pilota italiano aveva sfiorato il titolo dopo 11 vittorie e un campionato giocato fino all’ultimo respiro. Nel 2025, invece, la caduta è stata verticale: soltanto due successi, cinque Gran Premi conclusi senza nemmeno un punto e un quinto posto finale distante 27 punti da Marc Márquez.
Ora arriva la valutazione più tagliente, e forse più pesante, da parte di uno che conosce il baratro sportivo meglio di chiunque altro: Jorge Lorenzo. Il tre volte campione del mondo ritiene che il problema principale di Bagnaia sia mentale, non tecnico, e che per rialzarsi debba rivolgersi «a uno psicologo dello sport». Per Lorenzo non è un tabù, ma la scelta che può separare una carriera che si rialza da una che si spegne.
L’ex pilota spagnolo spiega che quando un compagno di squadra — o un rivale diretto con la stessa moto — come Marc Márquez arriva e va immediatamente più forte, è il terreno perfetto per scivolare nella sfiducia. Non una questione di velocità, ma di autostima: si inizia a dubitare della propria capacità di frenare, di curvare, di osare. È il tipo di spirale psicologica che Lorenzo dice di aver vissuto in prima persona. E per questo insiste: Pecco deve chiedere aiuto, perché non farlo sarebbe molto peggio.
La tesi di Lorenzo non è slegata dalla realtà vissuta in pista. Durante tutta la stagione, Bagnaia non si è mai trovato a suo agio con l’anteriore della GP25. La Ducati ha provato tutto: assetti, bilanciamenti, modifiche profonde. Nulla. Il feeling non è mai tornato, e alla fine della stagione era evidente che la fiducia fosse crollata prima della prestazione.
Lorenzo insiste: per risalire serviranno tre cose. «Tempo per riposare», la «possibilità di provare una moto leggermente nuova» e, soprattutto, la volontà di «parlare con un professionista» oltre che con gli allenatori della VR46. Non è un caso: la scuderia fondata da Valentino Rossi è il punto di riferimento della carriera di Bagnaia. Ma proprio da lì arriva adesso un nuovo pericolo.
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L’altro capitolo di questa crisi, infatti, parla di un pilota emergente che rischia di far saltare definitivamente gli equilibri in Ducati: Nicolò Bulega. L’ingresso del campione Superbike come sostituto di Márquez, dopo l’infortunio dello spagnolo, ha avuto un effetto collaterale bruciante: Bulega è andato forte. Troppo forte, per chi deve difendere la sella più prestigiosa della griglia.
E qui entra in scena proprio il mentore di Pecco, Valentino Rossi, involontariamente protagonista della situazione. È stato lui a convincere Bulega a saltare in MotoGP quando il pilota, reduce dalla sconfitta del Mondiale SBK, viveva un momento di grande pressione. Lo stesso Bulega lo ha raccontato così: «Mi ha detto vai e sbattitene». Parole semplici, ma che gli hanno dato il coraggio di tentare la transizione verso un campionato completamente diverso.
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Da quel momento in poi tutto è cambiato. Bulega ha mostrato velocità, adattabilità, fame. E ora lo dice apertamente: «La moto rossa? E chi non la sogna… si devono allineare tante cose». È una dichiarazione che vale come un avviso.
Perché mentre Alex Márquez sogna una GP-26, Fermin Aldeguer scalpita in attesa della sua occasione e Marc Márquez non mostra alcuna intenzione di mollare il colpo, è proprio Bulega — grazie alle parole di Rossi — a rappresentare una nuova minaccia interna. Una minaccia che rischia di mettere Pecco in una posizione ancora più fragile.
Le sue parole prima del crollo stagionale lo rivelavano già: «In Giappone ho mostrato quanto valgo agli altri». Ma nel paddock parole così non bastano. Conta ciò che accade nelle ultime dieci curve dell’ultima gara. E nel 2025 Bagnaia non ha più trovato quel riferimento.
Jorge Lorenzo, intanto, è netto nel suo messaggio: chiedere aiuto non è una debolezza. È un atto di umiltà e intelligenza sportiva: «Ho un problema e voglio provare a risolverlo». Lorenzo cita persino il caso Andrea Dovizioso, che prima del 2017 lavorò con uno psicologo e cambiò radicalmente il proprio modo di affrontare la gara.
Il problema di Bagnaia, dice Lorenzo, non è la velocità. Non è nemmeno la tecnica. «Pecco non è peggiore di Alex Márquez in termini di talento puro». Il problema è la testa. È la fiducia. È la gioia di guidare. Tutto ciò che si sgretola quando una stagione negativa entra in spirale.
Ora, mentre Ducati valuta il suo futuro e il paddock osserva la tempesta, una cosa è certa: Pecco dovrà essere più forte che mai. Non solo con il gas aperto, ma dentro se stesso.
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