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Bagnaia scappa alle Maldive mentre Ducati trema: il 2026 può essere l’anno della verità

Dopo il crollo del 2025, Pecco si isola tra dubbi mentali, pressioni interne e un futuro tutto da difendere

Bagnaia scappa alle Maldive

Bagnaia scappa alle Maldive

Una fuga lontano dal paddock, dal rumore mediatico e da una stagione che lo ha messo in discussione come mai prima. Francesco “Pecco” Bagnaia è volato alle Maldive insieme alla moglie Domizia Castagnini, scegliendo il silenzio dell’oceano per provare a rimettere ordine dopo un 2025 che ha trasformato il due volte campione del mondo MotoGP in un caso sportivo, tecnico e psicologico.

Il contrasto con l’anno precedente è netto. Nel 2024 Bagnaia aveva sfiorato il titolo con 11 vittorie e un campionato giocato fino all’ultimo round. Nel 2025, invece, il tracollo è stato evidente: appena due successi, cinque Gran Premi senza punti e un quinto posto finale distante 27 punti da Marc Márquez. Un risultato che pesa, soprattutto perché arriva alla vigilia di una stagione cruciale anche sul piano contrattuale, con l’accordo con Ducati in scadenza a fine 2026.

Il problema non è stato solo la classifica. Gara dopo gara, Bagnaia ha perso certezze, trasformando una difficoltà tecnica in una spirale mentale. Il feeling con l’anteriore della Desmosedici GP25 non è mai arrivato. Ducati ha provato ogni soluzione possibile: assetti, bilanciamenti, modifiche profonde. Nulla ha funzionato. A fine stagione era chiaro che la fiducia si fosse sgretolata prima ancora delle prestazioni.

A rendere tutto più complesso è stata la convivenza nel box con Marc Márquez. Lo spagnolo si è adattato rapidamente alla GP25, trasformando sicurezza e aggressività in un titolo conquistato con apparente facilità. Per Bagnaia il confronto diretto ha avuto un peso psicologico enorme. Non una questione di talento o velocità pura, ma di autostima, di convinzione, di quella leggerezza che permette a un pilota di spingere senza esitazioni.

È in questo contesto che si inserisce l’analisi di Jorge Lorenzo, una delle più dure ma anche più lucide emerse nel paddock. Secondo il tre volte campione del mondo, il vero nodo della crisi di Bagnaia non è tecnico, bensì mentale. La soluzione, per Lorenzo, passa da un percorso di supporto psicologico, esattamente come accaduto ad altri grandi piloti in momenti chiave della loro carriera. Un passaggio che può segnare la differenza tra una rinascita e un declino silenzioso.

La pausa invernale diventa quindi fondamentale. Bagnaia ha bisogno di staccare, di azzerare i pensieri negativi, di ripartire quasi da zero. Le Maldive non sono solo una cartolina esotica, ma il simbolo di una necessità: ritrovare lucidità prima di affrontare la stagione più delicata della sua carriera.

Nel frattempo, però, Ducati non aspetta. Il 2025 ha consegnato al marchio di Borgo Panigale la Tripla Corona, confermandolo al vertice assoluto della MotoGP. Ma le difficoltà del pilota di Chivasso restano una macchia evidente in un’annata altrimenti trionfale. Gigi Dall’Igna ha riconosciuto che le cose sarebbero dovute andare diversamente e che, quando alle difficoltà si aggiunge anche la sfortuna, tutto diventa più complicato sia per la squadra sia per il pilota.

Come se non bastasse, all’orizzonte si profila una nuova minaccia interna. Nicolò Bulega, protagonista in Superbike e chiamato in MotoGP come sostituto di Márquez dopo l’infortunio, ha stupito per velocità e adattabilità. Un ingresso che rischia di scombinare gli equilibri futuri. Decisivo, in questo passaggio, è stato anche il ruolo di Valentino Rossi, mentore storico di Bagnaia, che ha spinto Bulega a tentare il salto nella classe regina in un momento di grande pressione personale.

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Da allora tutto è cambiato. Bulega ha mostrato fame, crescita e ambizione. Il sogno della moto rossa non è più un’ipotesi lontana, ma una possibilità concreta, se le condizioni dovessero allinearsi. E mentre Alex Márquez guarda alla GP-26, Fermin Aldeguer attende la sua occasione e Marc Márquez non ha alcuna intenzione di farsi da parte, la posizione di Bagnaia appare più fragile che mai.

Le sue dichiarazioni di fine stagione, con cui rivendicava di aver mostrato il proprio valore in alcune gare chiave, non sono bastate a cambiare la percezione generale. Nel paddock contano i risultati, soprattutto nei momenti decisivi. E nel 2025 Pecco non ha trovato quel riferimento che lo aveva reso dominante negli anni precedenti.

Il talento non è in discussione. Nemmeno la velocità pura. Il vero campo di battaglia, ora, è la testa. La fiducia, la serenità, la gioia di guidare. Tutto ciò che una stagione negativa può erodere lentamente. Mentre Ducati valuta il futuro e il mercato osserva, Bagnaia si concede una pausa sotto il sole delle Maldive. Ma al rientro non ci saranno più margini di errore: la prossima stagione non sarà solo una rincorsa al titolo, ma un esame definitivo sul suo posto nell’élite della MotoGP.

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