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17 Dicembre 2025 - 09:01
Dalla carta alla fabbrica: Honda apre le porte a Francesco Montinaro
C’è un momento in cui una storia smette di essere solo bella e diventa importante. Per Francesco Montinaro, 20 anni, di Salerano Canavese, quel momento è arrivato quando Honda Moto Italia non si è limitata ad applaudirlo, ma lo ha voluto dentro casa propria.
Dopo l’EICMA 2025, dopo la teca ufficiale, dopo la targa e le foto sotto il logo rosso più famoso del motociclismo mondiale, è arrivato un invito vero, cartaceo, di quelli che non lasciano spazio ai dubbi: Honda lo ha chiamato a partecipare a un evento privato nello stabilimento di Atessa, in Abruzzo, cuore produttivo europeo della casa giapponese.
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Non uno stand, non una fiera. La fabbrica.
Il 13 e 14 dicembre 2025 Francesco ha preso l’aereo ed è volato da loro per la sua seconda trasferta ufficiale con Honda Moto Italia. Con lui, ancora una volta, il suo capolavoro: l’Honda SH 125 interamente costruito in carta, lo stesso modello che a novembre aveva lasciato a bocca aperta l’EICMA di Milano.
Questa volta, però, la scena era diversa.
Niente luci da salone, niente passerelle. Davanti a lui c’erano le persone che ogni giorno costruiscono gli SH veri.Gli operai, i tecnici, il mondo Honda dall’interno. E proprio lì, dentro lo stabilimento, Francesco ha esposto il suo scooter di carta, raccontando il progetto, spiegando ogni scelta, ogni soluzione, ogni dettaglio nato sul tavolo di casa, tra colla e forbici.
“È stato magnifico”, ci dice.
“Ho avuto l’onore di vedere l’interno dello stabilimento e tutto il mondo Honda e chi ne fa parte. Mi sono fatto conoscere e ho spiegato il mio progetto a moltissime persone”.
Per capire fino in fondo il peso di questo passaggio, bisogna tornare indietro di qualche mese.
A novembre avevamo raccontato la sua storia partendo da un’immagine quasi irreale: un ragazzo che di giorno lavora come meccanico in un’officina Honda e di sera costruisce moto di carta. Non modellini qualsiasi, ma repliche maniacali, tecniche, funzionali. Prima una CR 500, poi la sfida più difficile: uno scooter, lo SH 125, simbolo della mobilità quotidiana italiana.
Otto mesi di lavoro.
Settantacinque componenti.
Ruote sterzanti, sospensioni mobili, sportelli apribili, cavalletti funzionanti.
Nessun software, nessuna stampa 3D. Solo pazienza, precisione e un’idea ostinata.
All’EICMA 2025 Honda non solo lo ha premiato per il secondo anno consecutivo, ma ha deciso di mettere la sua creazione in una teca ufficiale, con una targa che diceva tutto: “SH 125i Paper Craft – Creazione artigianale di Francesco Montinaro”.
Durante la cerimonia, davanti ai dirigenti Honda, Francesco era salito sul palco per ricevere il riconoscimento e una lettera ufficiale. Sul certificato, una frase che oggi suona quasi profetica: “Al talento che non smette mai di sfidare sé stesso”.
E ora quella sfida è andata oltre la carta.
Perché essere invitati in fabbrica, in un evento riservato, non è una cortesia. È un segnale. Vuol dire che Honda non vede più solo un giovane appassionato, ma un talento da ascoltare, da mostrare, da valorizzare. Vuol dire che quel ragazzo di Salerano Canavese, diplomato all’Itis Olivetti di Ivrea in meccatronica e robotica, ha attraversato il confine invisibile tra ammirazione e riconoscimento reale.
E mentre camminava tra le linee produttive di Atessa, portando sotto braccio uno scooter fatto di carta davanti a chi li costruisce in metallo, si è chiuso un cerchio straordinario: il sogno che entra nella realtà senza perdere la propria fragilità.
Francesco, intanto, resta lo stesso. Torna nel suo laboratorio improvvisato, tra fogli e colla. Continua a lavorare come meccanico. Continua a progettare il prossimo modello. Senza clamore, senza proclami.
Ma qualcosa, ormai, è cambiato.
Perché quando un colosso mondiale come Honda ti apre le porte della fabbrica, non sta solo premiando quello che hai fatto.
Sta dicendo che quello che fai merita attenzione.
E la storia di Francesco Montinaro, iniziata con un foglio piegato su un tavolo di casa, oggi corre veloce.
Proprio come uno scooter. Anche se, incredibilmente, fatto di carta.
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