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16 Dicembre 2025 - 19:32
Milena Brazil è collaboratrice de La Voce
C’è un modo di fotografare che non alza mai la voce. Non cerca l’effetto, non forza l’inquadratura, non rincorre l’eccezionale. È uno sguardo che resta fedele alle cose, ai luoghi, al tempo che passa. Ed è proprio questo sguardo, paziente e coerente, che ha portato Milena Brezil, collaboratrice del nostro giornale La Voce, a classificarsi terza al contest fotografico 2025 “L’Autunno nelle Valli”, promosso dal gruppo “Sei di Lanzo se”.
La premiazione si è svolta lunedì 8 dicembre, all’interno dell’Ala Mercatale di Lanzo, in un pomeriggio che ha messo insieme fotografia, comunità e territorio. Milena Brezil ha partecipato al concorso con il nickname Milli Gatto, un nome che chi frequenta i gruppi fotografici locali conosce bene, ma che dietro di sé porta una storia lunga, stratificata, mai improvvisata.
Il contest ha visto una partecipazione ampia e articolata. Nove le opere premiate complessivamente: cinque scelte attraverso il numero di “like” ottenuti all’interno del gruppo e quattro selezionate dalla Giuria Tecnica, chiamata a valutare criteri come colori, qualità dell’immagine, inquadratura ed emozione, nel solco di una fotografia capace di restare semplice, come ricordava Anne Geddes nella citazione riportata dagli organizzatori: “La cosa più difficile in fotografia è rimanere semplici”.
Milena Brezil si è collocata terza nella classifica dei like, un risultato che non nasce per caso, ma che intercetta una sensibilità riconosciuta e condivisa. Le sue immagini, da anni, vengono definite “cartoline” solo in apparenza: fotografie in cui soggetti normali e quotidiani assumono un carattere diverso, particolare, unico. Non per artificio, ma per attenzione.
La fotografia, per Milena, non è mai stata un episodio. È una pratica che parte da lontano. Fin da bambina, racconta, ha amato fotografare. Ha iniziato con macchine ad ottica fissa, è passata alla reflex, fino alla scelta del digitale, avvenuta circa dieci anni fa. Un’evoluzione tecnica che non ha mai cambiato il centro del suo lavoro: il rapporto con la natura. Fiori, paesaggi, animali – in particolare i gatti – montagne, mare, cielo. Tutto attraversato da uno stesso filo: la volontà di osservare senza sovrapporsi.

Abitare fuori città le ha permesso di seguire da vicino le stagioni e i loro dettagli. L’autunno, in questo senso, non è un tema imposto dal concorso, ma una dimensione naturale del suo sguardo. I colori che cambiano, le luci che si accorciano, la materia che rallenta. A volte, nelle sue immagini, affiora anche una ricerca del tempo passato, una nota nostalgica che non diventa mai rimpianto, ma memoria visiva.
Con il passare degli anni, spiega Milena, lo sguardo diventa più profondo e consapevole. Non perché si guardi di più, ma perché si impara a vedere ciò che prima poteva sfuggire. È questa maturazione silenziosa che la critica ha riconosciuto, definendola fotografa di grande umanità e impegno, con interessi poliedrici.
Il suo percorso pubblico nella fotografia inizia nei primi anni Duemila, quando partecipa ai primi concorsi. Tra quelli di maggiore rilievo c’è “Donna Fotografa” 2002, che le vale una classificazione di rilievo e un riconoscimento ufficiale a Torino. Un premio che, all’epoca, la consacra come una delle voci fotografiche più sensibili del territorio.
Da lì in avanti, una lunga serie di mostre, spesso a tema, che costruiscono un dialogo costante con il pubblico. Robassomero, Lanzo, Torino, Venaria Reale, Fiano, Cavour: biblioteche comunali, edifici storici, anfiteatri, ristoranti, spazi espositivi temporanei. Sempre con la stessa cifra: raccontare l’uomo e la natura senza separarli, senza effetti speciali.
Nel tempo, anche i media hanno incrociato il suo lavoro. Il settimanale Torino Sette ha pubblicato sue fotografie dedicate a paesaggi, animali e svago. Il programma “Buongiorno Regione” di Rai 3 ha più volte utilizzato i suoi scatti. E già nei primi anni Duemila, Milena Brezil veniva raccontata come “la fotografa di Robassomero”, sempre con la macchina al collo, capace di trasformare un ruscello di montagna, un ramo fiorito o una rosa sul punto di sbocciare in immagini cariche di senso.

Il terzo posto al contest “L’Autunno nelle Valli” si inserisce quindi in un percorso coerente, non episodico. Un riconoscimento che non cambia la direzione del lavoro, ma ne conferma la solidità. Durante la premiazione dell’8 dicembre, insieme agli altri vincitori – dal primo classificato Rosa Fragapane fino ai premi della Giuria Tecnica – è emersa con chiarezza una cosa: la fotografia che funziona davvero è quella che riesce a parlare a molti senza perdere identità.
Per La Voce, questo risultato ha un valore in più. Perché Milena Brezil non è soltanto una fotografa premiata, ma una collaboratrice del giornale, una voce che da anni contribuisce a raccontare il territorio con la stessa cura che mette nei suoi scatti. Uno sguardo che non pretende di stupire, ma che, proprio per questo, riesce a restare.
E forse è qui la chiave di tutto. In un tempo che chiede sempre immagini più veloci, più forti, più rumorose, Milena Brezil continua a fare fotografia come ha sempre fatto: osservando, aspettando, scegliendo la semplicità come atto di rigore. E l’autunno, ancora una volta, le ha dato ragione.
Per la sezione dedicata alle fotografie più votate dagli iscritti al gruppo “Sei di Lanzo se”, il primo posto è andato a Rosa Fragapane con lo scatto “Flora autunnale e fauna nelle Valli di Lanzo”. Secondo classificato Pietro Cardone con la fotografia “L’autunno al Pian de La Mussa”. Terza classificata Milena Brezil, con il nickname Milli Gatto, con l’immagine “Coassolo S. Pietro, l’autunno nelle Valli”. Quarta classificata Martina Di Nunzio con “Pause e colori d’autunno, strada panoramica verso il ponte del diavolo”. Quinta classificata Mara Catti con lo scatto “Val Grande, frazione Rivotti”.
I premi assegnati dalla Giuria Tecnica hanno visto al primo posto Tiziana Coriasco con la fotografia “Area picnic a San Bartolomeo d’Ovarda, Vallone Ovarda, Lemie”. Secondo posto per Pina Guglielmino con “Autunno al Colle della Chialmetta”. Terzo posto Fabrizio Nebiolo con “Autunno ai Tornetti di Viù, Roc Sapai e Roc Moros”. Un Premio Speciale è stato infine assegnato a Silvia Airaudi per la fotografia “La veste autunnale della Val Grande”.


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