AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
16 Dicembre 2025 - 14:42
Un bonifico per spegnere il processo: il sindaco di Baldissero Torinese offre 1.500 euro a Medici Senza Frontiere (foto d'archivio)
Un bonifico da 1.500 euro a Medici Senza Frontiere per provare a chiudere una vicenda che, dal 2022, pesa come un macigno sulla vita politica di Baldissero Torinese. È la mossa tentata oggi, 16 dicembre, dal sindaco Piero Cordero per archiviare il procedimento che lo espone al rischio di processo per diffamazione nei confronti della consigliera d’opposizione Paola Chiesa. Tentativo fallito. La proposta è stata respinta e il caso tornerà in aula il 29 gennaio 2026.
Assistito dall’avvocata Daniela Altare, il sindaco ha messo sul tavolo un’offerta economica destinata non alla persona offesa, ma a una onlus internazionale, presentata «a titolo risarcitorio». In aula, Cordero ha reso dichiarazioni spontanee, rinnovando le scuse già espresse in passato e rivendicando l’intenzione di chiudere una vicenda che, a suo dire, avrebbe ormai assunto una valenza politica.
«Non ho difficoltà a rinnovare le mie scuse, che potrò ribadire anche alla prossima seduta del Consiglio. Credo che questa vicenda abbia una finalità: arrivare alle elezioni del 2027 con un sindaco imputato. Non ho difficoltà ad ammettere che ho ecceduto, ma siamo tutti esseri umani».
Un intervento che, però, non ha sortito l’effetto sperato. Il procedimento ruota attorno a quanto accaduto durante una seduta del Consiglio comunale del 2022, quando il sindaco, pur senza nominare direttamente la consigliera, utilizzò espressioni che la procura ritiene potenzialmente diffamatorie.
Tra le frasi contestate: «Probabilmente sei una persona malata… fatti aiutare, sei una persona che forse si può recuperare».
E ancora: «Non faccio il nome perché non voglio sporcarmi la bocca».
In un altro passaggio, la destinataria venne definita «disgraziato», al maschile, parlando di «una persona che non arriva a capire, nonostante l’età, le conseguenze di quello che ha fatto». Parole pronunciate in un contesto istituzionale, davanti al Consiglio comunale, che accesero uno scontro politico durissimo e diedero origine all’azione giudiziaria.
Il clima in cui maturò lo scontro era già incandescente. Per 47 giorni consecutivi, alcuni computer dell’amministrazione comunale furono oggetto di accessi abusivi. In quel contesto, il sindaco Cordero presentò una querela indicando Paola Chiesa come possibile responsabile.
Un’ipotesi che non ha retto al vaglio giudiziario: il procedimento è stato archiviato su richiesta della procura, che ha escluso qualunque condotta illecita da parte della consigliera. Un passaggio che pesa nel quadro complessivo della vicenda.
Per il sindaco, le scuse e la donazione rappresentano un gesto riparatorio sufficiente a voltare pagina. Per la consigliera d’opposizione, al contrario, si tratta di una proposta inadeguata e strumentale.
All’uscita dall’udienza, Paola Chiesa non ha usato mezzi termini:
«Le parole del sindaco sono strumentali e ulteriormente dileggianti. Le scuse evocate oggi non sono né sincere né riparatorie: sono tardive, interessate e funzionali esclusivamente alla gestione di un problema giudiziario. Per anni nessuna scusa è mai arrivata».
E ancora, sul bonifico a Medici Senza Frontiere:
«La donazione che viene presentata come gesto riparatorio è priva di attinenza. Se la persona offesa non era, nelle intenzioni del sindaco, meritevole di alcun risarcimento, quella donazione non rappresenta alcuna reale assunzione di responsabilità».
Il caso va oltre l’aula giudiziaria e investe un tema più ampio: il confine tra scontro politico e rispetto delle persone, soprattutto quando il linguaggio utilizzato arriva dai banchi delle istituzioni.
La scelta di devolvere una somma a un soggetto terzo come Medici Senza Frontiere punta a dare un valore simbolico alla riparazione, ma solleva una questione centrale: può un gesto simbolico sostituire un riconoscimento diretto del danno quando la parte offesa lo ritiene insufficiente?
Sullo sfondo, restano le amministrative del 2027, richiamate dallo stesso sindaco, che rischiano di intrecciarsi sempre di più con una vicenda giudiziaria non ancora chiusa, trasformando il processo in un elemento di contesa politica permanente.
La proposta è stata respinta. Il procedimento proseguirà e tornerà davanti al giudice il 29 gennaio 2026. Fino ad allora, Baldissero resta sospesa tra tentativi di pacificazione, rivendicazioni politiche e una ferita istituzionale che, a due anni di distanza, non si è ancora rimarginata.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.