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Cronaca
02 Dicembre 2025 - 10:09
Fondi pubblici alle sagre, cinque patteggiamenti e un sistema che fa acqua
Cinque patteggiamenti, tutti convertiti in sanzioni pecuniarie tra i 4 e i 7 mila euro, rappresentano l’esito giudiziario di un’inchiesta che per mesi ha tenuto accesi i riflettori sulla gestione dei fondi destinati agli eventi di promozione territoriale nel Torinese. Un fascicolo complesso, che ha coinvolto i vertici di Visit Piemonte e il giornalista Luca Ferrua, noto nel panorama enogastronomico nazionale. È opportuno ribadirlo: La Stampa e Il Gusto, le testate citate per il ruolo professionale di Ferrua, risultano estranee all’indagine. Una distinzione necessaria per evitare fraintendimenti e tutelare la reputazione delle redazioni coinvolte solo indirettamente.
Il procedimento, coordinato dalla procura, nasce dall’analisi dei finanziamenti pubblici destinati a iniziative culturali e gastronomiche locali. Tra gli eventi finiti sotto la lente c’è il Fricassé’d Baudisé, la manifestazione dedicata al fritto misto di Baldissero Torinese, piatto simbolo di un territorio che negli anni ha fatto della tradizione culinaria una leva economica e identitaria. La kermesse, come altre attività simili, beneficiava di contributi pensati per sostenere il turismo di prossimità e promuovere prodotti locali. A finire al centro dell’inchiesta sono state modalità e criteri di assegnazione, rendicontazione e utilizzo di parte di quei fondi.

La scelta dei cinque imputati di ricorrere al patteggiamento fotografa una volontà precisa: chiudere rapidamente il contenzioso, evitare il dibattimento e convergere su una pena concordata con la procura. Un epilogo che tiene insieme responsabilità individuali e necessità di non prolungare oltre una vicenda che, sul piano mediatico, ha acceso discussioni ben oltre i profili giudiziari. La dimensione pubblica, infatti, resta quella più delicata: come garantire che i finanziamenti destinati alla promozione turistica siano utilizzati con criteri trasparenti e verificabili? Come evitare che la percezione di opacità penalizzi chi lavora correttamente e rende un servizio al territorio?
La vicenda Ferrua–Visit Piemonte rappresenta un caso emblematico di come, nella gestione delle risorse pubbliche, ogni passaggio debba essere tracciabile e ogni scelta amministrativa giustificabile. Le responsabilità personali — che il patteggiamento riconduce entro un perimetro definito — non devono oscurare l’effetto collaterale che casi simili generano nell’opinione pubblica: la sfiducia verso strumenti che, quando funzionano, hanno una ricaduta positiva e immediata sulle economie locali. Le manifestazioni gastronomiche, se ben strutturate, muovono visitatori, ristorazione, produttori, artigiani, associazioni. Il rischio è che il sospetto generalizzato trasformi un’occasione di sviluppo in un terreno di diffidenza.
Il Fricassé’d Baudisé è un esempio concreto di come un evento possa contribuire alla costruzione di un’identità condivisa. Celebrando un piatto storico, promuove la cultura culinaria locale e sostiene un circuito economico che coinvolge agricoltori, ristoratori, enti pubblici e associazioni. Ma proprio perché queste iniziative giocano un ruolo importante, richiedono un livello di tutela superiore. Il confine tra promozione virtuosa e cattiva gestione, oggi, si gioca su tre elementi fondamentali: bandi chiari, controlli efficaci e rendicontazioni puntuali. Non per scoraggiare l’intraprendenza dei territori, ma per proteggerla.
L’esito del procedimento giudiziario non chiude infatti la questione principale: il bisogno di una trasparenza strutturale. Le cronache giudiziarie hanno mostrato, ancora una volta, che la gestione dei fondi pubblici può diventare un terreno accidentato se manca una cornice rigorosa che definisca parametri, risultati attesi e verifiche a posteriori. La lezione che resta è semplice e complessa allo stesso tempo: ogni euro destinato alla valorizzazione dei territori deve essere tracciabile, misurabile, leggibile. È una condizione di efficacia prima ancora che di legalità.
Il caso si chiude con sanzioni contenute, ma l’impatto sulla percezione collettiva resta da gestire. Le amministrazioni dovranno dimostrare di avere strumenti più solidi; gli organizzatori dovranno accettare standard più elevati; gli enti di promozione dovranno lavorare per recuperare fiducia. Perché gli eventi culturali, gastronomici e identitari non sono semplici intrattenimenti: sono una parte fondamentale del tessuto economico, sociale e simbolico di un territorio. Proteggerli, significa proteggerne il valore.
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