La vendita di Italdesign al gruppo indiano Ust continua a sollevare tensioni politiche in Piemonte. La consigliera regionale del Partito Democratico, Laura Pompeo, parla di un’operazione gestita male, con troppe zone d’ombra e con un’assenza che definisce grave da parte delle istituzioni. Per questo annuncia un’interrogazione urgente in Consiglio, ritenendo necessario chiarire ogni passaggio e definire quali strumenti la Regione intenda attivare per tutelare lavoratrici e lavoratori.
Pompeo afferma che la vendita chiude «una vicenda gestita con scarsa trasparenza». Accusa la Regione Piemonte e il Governo di non avere esercitato la vigilanza dovuta su un asset che definisce strategico per l’automotive nazionale. Secondo la consigliera, un’azienda nata dall’intuizione di Giorgetto Giugiaro, diventata un simbolo internazionale di design e ingegneria, meritava un monitoraggio istituzionale molto più rigoroso.
La nuova proprietà avrebbe assicurato la continuità degli stabilimenti e la tutela occupazionale per quattro anni. Una garanzia che Pompeo però considera insufficiente. Sostiene che queste promesse debbano essere specificate meglio e verificate passo dopo passo. Il punto critico, secondo lei, è il dopo. Cosa intende fare Ust una volta superato il periodo di salvaguardia? Quale futuro industriale immagina per un marchio che ha rappresentato, per decenni, un’eccellenza riconosciuta nel mondo?
Nel frattempo gli effetti della transazione si sono già fatti sentire. Pompeo ricorda che «sono almeno ottanta, tra tecnici e ingegneri, le persone che si sono dimesse» negli ultimi mesi. Una perdita significativa di competenze e un segnale d’allarme per l’intero indotto piemontese. L’automotive regionale vive già una fase di trasformazione complessa. L’esodo di figure qualificate rischia di indebolire ulteriormente la capacità progettuale e produttiva del territorio.
La consigliera dem sottolinea anche che le rassicurazioni diffuse finora non bastano. Denuncia che «Regione Piemonte e Governo non hanno esercitato alcun ruolo di indirizzo o vigilanza», lasciando che un passaggio industriale di questa portata venisse gestito senza un presidio pubblico adeguato. Un errore che Pompeo definisce grave, soprattutto se la cessione dovesse produrre conseguenze negative nei prossimi anni. In tal caso, dice, «sapremo bene a chi attribuire la responsabilità».
Per il Pd, la priorità ora è ottenere documenti, chiarimenti e un impegno concreto della Regione. Il gruppo chiede che la Giunta monitori l’evoluzione dell’azienda, verifichi gli impegni della nuova proprietà e convochi un confronto costante con lavoratrici, lavoratori e sindacati. Pompeo assicura che il partito seguirà ogni fase della transizione, dichiarando che «vigileremo con la massima attenzione e faremo tutto ciò che è necessario per tutelare dipendenti e futuro di Italdesign».
La vicenda diventa così un caso politico e un test per misurare la capacità delle istituzioni piemontesi di presidiare l’industria in una fase in cui l’automotive è già sotto pressione. La cessione di Italdesign, storica eccellenza del settore, mette alla prova un’intera filiera. E costringe la Regione a interrogarsi sul proprio ruolo nella difesa dei grandi marchi tecnologici e dei posti di lavoro qualificati.