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23 Novembre 2025 - 22:06
L'ex direttore generale Stefano Scarpetta con il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore
Funziona così. E funziona così da anni. Un sistema oliato, elegante nella sua ripetitività, quasi un balletto istituzionale: i dirigenti delle Asl si assegnano degli obiettivi, li perseguono (o dicono di perseguirli), poi, a fine anno, arriva la grande celebrazione. La liturgia. Il rito. Il momento in cui si batte cassa. I premi.
E mentre si discutono i bilanci, mentre vengono approvati, mentre i cittadini là fuori si chiedono quando potranno fare un’ecografia senza aspettare un anno, in conferenza siedono composti i sindaci. Belli, immobili, perfetti come statuine sul presepe, pronti a ratificare ogni parola, ogni slide, ogni cifra, ogni autocompiacimento dell’Azienda.
Un rito che si ripete identico: obiettivi, bilancio, applausi e premio.
Con la differenza che nessuno, mai, si domanda seriamente: ma quali obiettivi? E soprattutto: a che servono?
Perché, se uno va a vederli, questi obiettivi fanno quasi tenerezza. Lo diciamo per dire, ma si parla di qualcosa come «chiudere una porta per evitare gli spifferi», «tenere i termosifoni a 21 gradi». Il più delle volte, «migliorare procedure che già funzionano». Una fiera della banalità, un mercato delle ovvietà. Nulla che abbia anche solo una vaga somiglianza con la produzione industriale: lì almeno si contano pezzi, ore, carichi di lavoro. Qui si conta… l’aria.
E soprattutto nulla che attacchi al cuore la sanità piemontese, quello che davvero fa male: le liste d’attesa infinite, i pronto soccorso in apnea, gli infermieri insufficienti, i reparti sotto organico, i cittadini lasciati a se stessi mentre il sistema si celebra.
E dunque che succede? Succede che, dopo gli scandali emersi nei giorni scorsi, dopo le indagini sulla Città della Salute, ecco arrivare una delibera che definire surreale è riduttivo: 82.725,09 euro di premi per “obiettivi raggiunti” nel 2023.
I destinatari? Giovanni La Valle: 21.613,72 euro, indagato per falso in bilancio. Beatrice Borghese: 17.290,97 euro, anche lei indagata. E Lorenzo Angelone, 17.290,97 euro.
Per la cronaca, Angelone è lo stesso che firma la delibera che lo premia.
Se non è un conflitto d’interessi questo, allora siamo davvero in un episodio di “Scherzi a Parte”.
Poi c’è il Collegio sindacale: quello che, secondo i magistrati, avrebbe «omesso di vedere» per anni. E cosa fa la Città della Salute? Premia anche loro. Perché, nel grande teatro della sanità piemontese, si premiano tutti: colpevoli, ignari, diligenti, distratti. Tutti dentro, nessuno fuori.
Il tutto mentre la Procura di Torino contesta dieci anni di bilanci creativi: crediti inesigibili trasformati in ricavi, fondi spariti, errori strutturali, un danno da dieci milioni di euro, sedici dirigenti rinviati a giudizio. Una disfatta amministrativa certificata, con la Regione Piemonte che si costituisce parte civile contro gli stessi che premia.
Non avevamo ancora raggiunto il fondo. Quello è tutto dell’Asl To4. Qui il film diventa un sequel. Ma più cupo.
Come tutti sanno, infatti, la Procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta che conta 38 indagati. Una vera e propria scossa sismica. I pm Valentina Bossi e Alessandro Gallo contestano concorsi interni truccati per favorire candidati amici, rivelazione di segreti d’ufficio, scambio di informazioni riservate, malati trattati come "cani" e un contratto global service per la gestione dei servizi all'ospedale di Settimo non tanto regolare.
Eppure, nonostante tutto, è di questi giorni — affissa all’albo pretorio — una delibera del direttore Luigi Vercellino che assegna i premi del 2023 agli allora componenti della direzione generale. E sono: Stefano Scarpetta, 22.638 euro; l’ex direttore amministrativo Stefano Loss Robin, che se ne porta a casa 18.110; l’ex direttore sanitario Alessandro Girardi, 15.092 euro.
Sia Scarpetta sia Loss Robin fanno parte dell’elenco degli indagati. A Scarpetta viene contestato, tra le altre cose, il reato di truffa per presunte false timbrature di un primario.
I due, come se nulla fosse, sono già stati ricollocati — sempre come dg e direttore amministrativo — all’Azienda ospedaliera Maggiore di Novara. o.
Gli obiettivi del 2023 — l’anno sotto indagine — erano stati approvati dalla Conferenza dei sindaci riunitasi il 16 aprile di quell'anno, presieduta, come prevede lo statuto, dal sindaco di Ivrea Matteo Chiantore.

Una conferenza dei sindaci di qualche tempo fa
Un presidente "anomalo" considerando che, tutte le volte che si parla di questo incarico, si dilegua sostenendo che il sistema “va rivisto” e che i sindaci non possono fare molto, salvo ratificare.
In pratica, sostiene: i sindaci non decidono niente. Un sistema monco, zoppo, che trasforma gli amministratori locali in semplici firmatari di documenti preparati da altri.
Di tutt’altro avviso il direttore generale della Sanità piemontese, Antonino Sottile, che, intervistato da La Stampa, dice: «La Regione valuta solamente gli obiettivi del direttore generale in base alla relazione inviataci dai sindaci del territorio».
Inutile chiedersi chi fa il furbo. Se Chiantore o Sottile: fatto sta che si paga.
Cade dal pero l’assessore alla Sanità Federico Riboldi. A La Stampa racconta di aver pensato di chiedere un parere all’Avvocatura.
Restiamo in attesa e nel frattempo che sostiene sia meglio congelare i premi e iscriverli come passività. S'intende in attesa di capire come finiranno i processi. Casomai gli indagati venissero condannati, la Corte dei conti potrebbe infatti reclamare un danno erariale.
Tornando a Chiantore, quel che non si capisce è cosa ci sia di così poco chiaro nell’elenco dei compiti dell’organismo che presiede. Leggiamo: alla Conferenza dei sindaci spetta di «provvedere alla definizione, nell’ambito della programmazione socio-sanitaria regionale, delle linee di indirizzo per l’elaborazione del piano attuativo locale (art. 15 L.R. 18/2007); esaminare ed esprimere parere sul bilancio pluriennale di previsione e sul bilancio di esercizio dell’ASL TO4 e trasmettere le osservazioni alla Giunta Regionale; esprimere i pareri previsti dall’art. 3-bis, commi 6 e 7, del D.Lgs. 502/1992 sull’operato del Direttore Generale dell’ASL, con la possibilità di richiedere alla Regione la revoca del Direttore Generale nei casi previsti dallo stesso articolo…».
Più di così?
La verità è che, dopo una lunga serie di articoli in cui chiedevamo a Chiantore di fare il presidente, nel 2024 la Conferenza dei sindaci decise finalmente di agire in questo senso. E chiese una mappatura epidemiologica e sociale dei cittadini; il miglioramento dell’assistenza “digitale” agli utenti — non a casa, ma sulle piattaforme informatiche (Cup, Scerev, Use); il completamento e l’aggiornamento delle grandi attrezzature, l’avvio e il rifacimento del sito internet aziendale, iun piano di comunicazione integrato con le amministrazioni comunali con eventi, articoli, incontri e corsi formativi per la prevenzione. Infine un’analisi dell’edilizia sanitaria e sul percorso di dimissioni ospedaliere verso le RSA.
Che dire...: tanta fuffa.
Il problema è che i sindaci di oggi sono quello che sono. Chiantore tale e quale alla prima cittadina di Settimo Elena Piastra che in conferenza non l'hanno praticamente quasi mai vista. O al sindaco di Chivasso Claudio Castello... Delle due l'una... O sono “vecchi” rimbambiti, o giovani amanti del “selfie”. Se ne salvano pochi. In altri tempi — neanche tanto tempo fa — con Fiorenzo Grijuela, con Aldo Corgiat, con Andrea Fluttero, ai direttori generali avrebbero fatto un sedere rosso fuoco. Oggi no: tante pacche sulle spalle. Tutti lì a elemosinare una stanzetta in più nel proprio comune anziché pretendere ospedali funzionanti e medici presenti a tutte le ore del giorno. Loro chiedono "cazzate" e i direttori se la ridono...
Per farne cosa, poi, non si capisce, visto che i medici e gli infermieri non ci sono. E ci riferiamo alla stanzetta...

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