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Il Po diventa verde fluo in pieno Tff: l’azione shock di Extinction Rebellion che umilia l’inerzia climatica dei governi

Tre attivisti tingono il fiume con fluoresceina biodegradabile e trasformano Torino in un’accusa visiva contro trent’anni di promesse mancate

Po fluorescente, protesta teatro: extinction rebellion trasforma torino e punta la cop30

Po fluorescente, protesta teatro: extinction rebellion trasforma torino e punta la cop30

Il Po stamattina è diventato verde fluo. Non per un fenomeno naturale, ma per un gesto studiato nei dettagli: tre attivisti di Extinction Rebellion hanno versato nel tratto centrale del fiume una sostanza colorante biodegradabile, trasformando le acque in un’immagine potentissima che ha immediatamente attirato l’attenzione di chi attraversa i Murazzi. Il movimento, già noto per azioni simboliche in Italia e nel mondo, ha spiegato che la scelta del colore non è casuale: il verde fluorescente rappresenta la crisi climatica in corso, mentre il suo ritorno alla normalità nell’arco di poche ore simboleggia la velocità con cui governi e istituzioni ignorano gli effetti dell’emergenza ambientale. Gli attivisti hanno sintetizzato così il senso del blitz: «Tra qualche ora, queste acque torneranno come prima. Il colore dei nostri mari e dei nostri fiumi, però, continuerà a cambiare man mano che le temperature continueranno ad aumentare».

L’intervento non è arrivato in un giorno qualunque. Torino è nel pieno del Torino Film Festival, una vetrina internazionale che invade la città di registi, attori e giornalisti. Proprio nel mezzo dell’evento è comparsa la scena della casa galleggiante “affondata” nel fiume verde, un’immagine costruita per sfruttare la visibilità del Tff e riportare l’attenzione globale su ciò che XR considera un fallimento strutturale dei governi: la mancanza di misure efficaci contro il cambiamento climatico. L’azione non ha avuto alcun impatto ambientale dannoso. Il colorante usato è la fluoresceina, un sale impiegato da anni da geologi e speleologi, innocuo per fauna e flora. Una scelta coerente con la linea del movimento, che rivendica proteste ad alto impatto visivo ma senza conseguenze sulla natura che intende difendere.

Il contesto internazionale è altrettanto significativo. Proprio in queste ore si chiude la COP30 di Belém, una conferenza sul clima che gli attivisti giudicano l’ennesima occasione mancata. Pochi giorni fa XR aveva già organizzato un’azione simbolica davanti alla Regione Piemonte, depositando 30 tavoli verdi per rappresentare trent’anni di promesse disattese nelle trattative internazionali. La protesta di oggi sposta l’attenzione dal concettuale al visivo, affidando al Po tinto di verde il compito di raccontare l’accelerazione della crisi climatica e l’immobilità della politica.

Non è la prima volta che Extinction Rebellion usa i fiumi come luogo della sua disobbedienza civile estetica. Nei mesi scorsi, azioni coordinate in Roma, Venezia, Milano, Torino e Bologna avevano già trasformato Tevere, Canal Grande, Navigli, Po e canale del Reno in flussi verdi fluorescenti, sempre con la stessa sostanza biodegradabile. La logica resta identica: sorprendere, costringere a guardare, obbligare a interrogarsi. La domanda, dicono gli attivisti, è semplice ma ricorrente: siamo davvero pronti ad agire?

Il blitz torinese è stato accompagnato anche da striscioni. L’acqua colorata in città rientra nella protesta di Extinction Rebellion «contro l’ecocidio». Sul fiume, nel pieno centro, è comparsa la scritta «fermare l’ecocidio», mentre su un isolotto alcuni attivisti hanno esposto un altro messaggio: «il tempo sta scadendo». Due frasi che sintetizzano la posizione del movimento e che, nel contesto del Po fluo, assumono un tono ancora più netto e provocatorio.

Il fiume, nel frattempo, tornerà al suo colore originario in poche ore. L’immagine però resterà, almeno per un giorno, impressa nelle fotografie e negli occhi di chi attraversa Torino mentre la città vive il suo Festival e il mondo discute di clima. Una sintesi efficace della protesta: ciò che si vede oggi sparirà domani, ma il cambiamento climatico – sostengono gli attivisti – non si dissolve allo stesso modo.

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