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Salute
21 Novembre 2025 - 13:32
Telemedicina d’urgenza rivoluziona la lotta all’ictus e conquista il Lean Healthcare Award 2025
L’ottava edizione del Lean Healthcare Award, uno dei principali riconoscimenti nazionali dedicati all’innovazione organizzativa in sanità, premia quest’anno un progetto che punta a ridurre uno dei fattori più critici nella gestione dell’ictus: il tempo. A vincere è stata infatti l’Asl di Salerno, che ha sviluppato un modello digitale capace di integrare telemedicina, teleradiologia e processi clinici strutturati per garantire un percorso più rapido e coordinato ai pazienti colpiti da patologie tempo-dipendenti.
Il sistema, spiegano dall’azienda sanitaria, permette di mettere in rete specialisti, pronto soccorso, reparti e servizi di diagnostica, accelerando la valutazione del paziente e rendendo più fluida la collaborazione tra le diverse strutture coinvolte. Una strategia che punta a migliorare la tempestività delle cure, decisiva nell’ictus, dove ogni minuto può incidere sulla prognosi.
Il premio, promosso da EY-Telos insieme a Fiaso, Federsanità, Società Italiana di Medicina delle Migrazioni e Università di Siena, ha visto in gara 250 progetti provenienti da 93 aziende sanitarie di 11 regioni. Una partecipazione che conferma quanto la sanità italiana stia investendo sull’innovazione organizzativa per affrontare sfide sempre più complesse: dall’integrazione ospedale-territorio alla gestione delle urgenze, dall’uso dell’Intelligenza Artificiale alla sicurezza dei percorsi assistenziali.
Nelle altre categorie non sono mancati progetti di grande rilievo. L’Asl 3 di Nuoro, con “Chirurgia in rete”, ha ripensato l’intera organizzazione territoriale della chirurgia, migliorando la distribuzione delle risorse e la collaborazione tra le diverse strutture. Un modello che punta a ridurre i tempi di attesa, razionalizzare il lavoro delle équipe e assicurare continuità assistenziale anche nelle zone più decentrate.
Il primo premio nella sezione Aziende Lean è andato invece all’Azienda Ospedaliero-Universitaria SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria, che ha vinto grazie a un sistema in grado di integrare governance e formazione. Un modello che unisce aggiornamento del personale, monitoraggio delle procedure e standardizzazione dei processi, con l’obiettivo di migliorare efficienza ed esiti clinici.
Nella categoria IA & Digital, a distinguersi è stata l’Ausl di Reggio Emilia, che ha introdotto un sistema innovativo basato sull’Intelligenza Artificiale per supportare la pianificazione chirurgica. L’IA analizza dati clinici, immagini diagnostiche e processi organizzativi, contribuendo a ottimizzare le liste operatorie e a potenziare la precisione dei percorsi pre-intervento.
A Roma, il primo posto nella sezione Lean Projects è andato al Policlinico Umberto I, che ha sviluppato un modello per la riorganizzazione sostenibile del percorso ambulatoriale dei pazienti oncoematologici. Un intervento che punta a ridurre i tempi di attesa, migliorare la gestione dei flussi e semplificare l’accesso ai servizi per una delle tipologie di pazienti più fragili.
Infine, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Rhodense si è aggiudicata la vittoria nella categoria Lean Ideas grazie a un progetto pensato per ottimizzare il percorso chirurgico integrando i medici di medicina generale e sfruttando appieno le potenzialità del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0. Una scelta che mira a migliorare la continuità assistenziale e rafforzare la comunicazione tra territorio e ospedale.
“In un contesto sanitario complesso come quello odierno – ha commentato Alessandro Bacci, docente di Lean Management all’Università di Siena e responsabile scientifico del premio – è necessario organizzarsi, prepararsi e impegnarsi per garantire una risposta efficace ai problemi di salute, incidendo sui processi organizzativi per assicurare un'offerta sanitaria sempre migliore e accessibile ai cittadini”. Parole che sintetizzano l’obiettivo del riconoscimento: non solo celebrare l’innovazione, ma incentivare un cambiamento strutturale nel sistema sanitario.

L’ictus è una grave alterazione del flusso sanguigno cerebrale che provoca la perdita improvvisa di funzioni neurologiche. Accade quando un’area del cervello non riceve più l’ossigeno necessario a causa di un’interruzione del sangue che la dovrebbe raggiungere. È una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo e rappresenta un’emergenza tempo-dipendente: intervenire rapidamente può salvare vite e limitare danni permanenti.
Esistono due forme principali. Il ictus ischemico (circa l’80% dei casi) è causato da un trombo o un embolo che ostruisce un’arteria cerebrale, bloccando il flusso di sangue. L’ictus emorragico, invece, si verifica quando un vaso sanguigno si rompe, causando un’emorragia nel cervello. In entrambi i casi, le cellule cerebrali iniziano a soffrire già dopo pochi minuti.
Le cause sono diverse e spesso legate a condizioni croniche. Il primo fattore di rischio è l’ipertensione, seguita da fibrillazione atriale, diabete, fumo, colesterolo alto e obesità. Anche sedentarietà, consumo eccessivo di alcol e familiarità genetica aumentano il rischio. Infine, alcune forme di ictus sono associate a malattie cardiache o alesioni dei vasi sanguigni.
La prevenzione, in questo contesto, gioca un ruolo essenziale: controllare la pressione, curare le aritmie, adottare uno stile di vita sano e riconoscere i sintomi precoci può fare la differenza. E la telemedicina – come dimostrano i risultati premiati dell’Asl di Salerno – può contribuire a migliorare i tempi di intervento, riducendo i danni e aumentando le possibilità di recupero.
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