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20 Novembre 2025 - 09:34
Una foto emblematica di qualche tempo fai dei rifiuti in strada a Borgaro
Lunedì sera il Consiglio comunale di Borgaro tornerà a discutere di rifiuti, un argomento che negli ultimi mesi è diventato una sorta di metronomo della politica locale: appena sembra finito, ricomincia. Questa volta a riportarlo in aula è Fratelli d’Italia, che presenta una mozione e un’interpellanza cariche di richieste, numeri di protocollo, osservazioni e un certo senso di urgenza.
Nella mozione, i consiglieri ricordano di aver già sollevato il tema più volte, elencando un’intera serie di atti: “raccolta rifiuti differenziata”, “aumento frequenza svuotamento campane raccolta differenziata”, “ambiente”, “aumento TARI”. Quasi un archivio della frustrazione, messo lì per dire: non è un capriccio del momento. La premessa è netta: “a fronte di un incessante aumento della bolletta, ci troviamo di fronte ad un servizio inadeguato o ad un atteggiamento poco virtuoso da parte di alcuni cittadini”. Una frase che lascia pochi margini di interpretazione: Borgaro paga sempre di più per un servizio che non convince nessuno.
Il punto centrale, però, è un altro. Da mesi la maggioranza del sindaco Claudio Gambino insiste sull’idea della tariffazione puntuale, un modello che lega il costo alla quantità effettiva di rifiuto indifferenziato prodotto. Nella mozione si riconosce apertamente che questo metodo “ci trova pienamente favorevoli”. Ma il sostegno non basta più: ora FdI vuole tempi, modalità, passaggi concreti. Per questo impegna sindaco e assessori a “informare i consiglieri comunali su come e quando verrà gestita la raccolta puntuale” e ad aprire un dialogo con i cittadini attraverso incontri pubblici “suddivisi per zone” e “corsi di formazione” dedicati alla corretta differenziazione. È un modo per dire: basta dichiarazioni, servono procedure e calendario.

Claudio Gambino sindaco di Borgaro Torinese
L’interpellanza, invece, fotografa un’altra falla del sistema: le ecoisole condivise tra famiglie e attività commerciali. “Nella maggior parte dei casi”, scrive FdI, gli stessi spazi vengono utilizzati da utenze con esigenze completamente diverse. Il risultato lo conoscono tutti: campane piene, impossibilità di conferire, sacchi abbandonati e discussioni infinite su chi sporca e chi pulisce. I consiglieri osservano che “troppo spesso le campane per la raccolta differenziata sono colme e non usufruibili dai cittadini” e che anche le attività commerciali, che pagano una TARI in costante aumento, avrebbero diritto a un servizio proporzionato alle loro necessità specifiche.
La parte più dura arriva quando FdI parla delle nuove aree commerciali: “si trovano residui di rifiuti lesivi per il decoro urbano e per la salvaguardia dell’ambiente”. Non è un’immagine astratta. È ciò che residenti e clienti vedono ogni giorno. Per questo l’interpellanza chiede chiarimenti netti all’assessore competente: “quali accorgimenti si vogliono prendere per consentire il corretto conferimento dei rifiuti da parte delle utenze non domestiche” e “quali interventi si possono prendere nei confronti delle attività commerciali che, sul retro delle loro attività, hanno difficoltà nel gestire la pulizia delle aree destinate alle campane”. Domande secche, senza quei giri di parole che solitamente addolciscono i passaggi più scomodi.
Così, lunedì non si parlerà semplicemente di rifiuti: si tornerà a discutere di un sistema che da troppo tempo vive in un equilibrio precario tra promesse, ritardi e campane traboccanti.
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