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19 Novembre 2025 - 18:28
Uno dei nuovi cartelli comparsi a Chivasso in questi giorni.
In questi giorni a Chivasso sono comparsi nuovi cartelli stradali dedicati alla sicurezza dei ciclisti.
Recano la scritta “Attenzione – Strada frequentata da ciclisti” e ricordano agli automobilisti l’obbligo di mantenere almeno 1,5 metri di distanza durante il sorpasso. A rilanciarne l’inaugurazione è stata la ciclista eporediese Paola Gianotti, che sui social ha postato un video parlando di “un altro tassello di civiltà sulle nostre strade”, ribadendo che la bicicletta è “libertà, indipendenza, sostenibilità, benessere, vita”. Nel video anche l’assessore ai Lavori Pubblici Fabrizio Debernardi che ha sintetizzato il suo pensiero con un lapalissiamo: “Pedaliamo, pedaliamo, pedaliamo!”.
E qui comincia la parte meno fotogenica della storia. Perché i cartelli ci sono, il messaggio pure, ma il terreno sotto le ruote no. O meglio: c’è, ma è lo stesso di sempre. Asfalto stretto, traffico intenso, nessun percorso dedicato, nessuna protezione.
Il risultato è che l’entusiasmo dei social si scontra con una domanda banale, quella che nessuno nella politica locale sembra voler pronunciare: sì, pedaliamo… ma dove?

Le indicazioni per i ciclisti, comparse in periodo di campagna elettorale, nel 2022, in alcune strade della città
A Chivasso il tema delle piste ciclabili torna come un’eco, ogni volta più sbiadita. L’ultimo tentativo vero – o presunto tale – risale a tre anni fa, quando in piena campagna elettorale comparvero sulle strade quei famosi “percorsi ciclopedonali” da 180 mila euro, battezzati dalla Giunta Castello Bicivas e ribattezzati dai cittadini biciacaz. Perché di ciclabile non avevano nulla: solo stencil, trasferelli, limiti a 30 km/h e qualche cartello infilato qua e là. Un maquillage da stagione elettorale, non un progetto.
Di quel piano oggi restano tracce scolorite, quando non coperte da un nuovo strato d’asfalto. E intanto si continua a parlare di mobilità sostenibile con la stessa leggerezza con cui si parla del tempo. "Che tempo c'è oggi?". "E domani?".
Il paradosso è tutto qui: l'amministrazione comunale di Chivasso invita a pedalare senza offrire un centimetro di percorso sicuro. Non una pista vera, non una scelta di viabilità, non un intervento strutturale. Solo cartelli che invitano alla prudenza su strade dove chi pedala rischia la pelle ogni giorno. E allora, per quanto nobili siano le parole della Gianotti – e lo sono davvero – resta l’impressione di una città che si limita a incollare buone intenzioni ai cartelli e ai pali della luce, senza affrontare la sostanza.
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