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16 Novembre 2025 - 17:16
Mistero sulle panchine e sulle fioriere sparite in città. Accantonate nel deposito, ma per l'opposizione ne mancano un po'...
A Borgaro è nata una domanda semplice: che fine hanno fatto le panchine e le fioriere rimosse da via Settimo e via Costituente? A sollevarla è stato il gruppo di minoranza Uniti per Cambiare, dopo aver documentato con foto e sopralluoghi lo spostamento degli arredi in un’area di deposito accanto al cimitero.
Secondo il comunicato diffuso in questi giorni dal gruppo consiliare, gli arredi rimossi – circa 16 fioriere e due panchine solo tra le due vie, a cui se ne aggiungono altri della vecchia piazza Vittorio Veneto – sarebbero stati accatastati “senza un criterio” e senza un progetto di riutilizzo. La minoranza sostiene che molti di questi elementi sarebbero ancora in buono stato e facilmente recuperabili con una semplice manutenzione.
A rafforzare la loro posizione è la risposta ufficiale del Comune all’interrogazione presentata il 6 novembre. Il dirigente del settore tecnico ha confermato che “al momento non è stata identificata una futura ricollocazione” e che la presenza degli arredi nell’area cimiteriale è da considerarsi una collocazione temporanea, in attesa di una decisione definitiva. Nessun dettaglio sui tempi, né sulla destinazione finale.

Da qui nasce il secondo punto sollevato dall’opposizione: i conti non tornano. Nelle immagini fornite dal gruppo, gli arredi presenti in deposito sembrano essere meno rispetto a quelli rimossi. La minoranza ipotizza la possibilità che alcuni elementi non siano stati trasferiti oppure siano finiti altrove, e annuncia di aver protocollato una nuova interrogazione per chiarire anche questo aspetto.
Sul tavolo c’è poi il tema dei costi. Il comunicato di Uniti per Cambiare ricorda infatti che, nelle stesse settimane in cui gli arredi storici venivano accantonati, il Comune ha acquistato nuove panchine e fioriere per oltre 28 mila euro, affidando la fornitura alla ditta Studiocittà di Nerviano. Di questi, più di 25 mila euro provengono dal Distretto Urbano del Commercio (DUC), quindi da fondi pubblici regionali.
La minoranza non contesta la scelta di rinnovare l’arredo urbano, ma la mancata valorizzazione di quello esistente. Nel comunicato, gli esponenti dell’opposizione parlano di una gestione che “non tiene conto delle possibilità di riuso”, sottolineando che un’amministrazione attenta dovrebbe evitare sprechi e programmare ogni intervento, soprattutto quando riguarda beni ancora in buono stato.
Nessuna replica politica, al momento, dagli assessori direttamente coinvolti: Fabrizio Chiancone (Lavori Pubblici) e Giancarlo Lorenzi (Ambiente), entrambi citati nella nota della minoranza. Resta la conferma tecnica del dirigente e il dato di fatto che le vecchie fioriere e panchine sono tuttora in attesa di una decisione.
Il caso, partito da un semplice sopralluogo, apre così un tema più ampio: la gestione e la tracciabilità del patrimonio pubblico. E su questo, la minoranza promette che continuerà a chiedere chiarimenti.
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