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13 Novembre 2025 - 21:08
Rapporto Ecomafia 2025, reati ambientali in forte crescita in tutto il Piemonte (foto di repertorio)
Il nuovo Rapporto Ecomafia 2025 non lascia spazio ai dubbi: il Piemonte è una regione dove i reati ambientali crescono con forza e seguono dinamiche che preoccupano Legambiente. Cuneo guida la classifica delle province più colpite, seguita da Torino e Alessandria. Numeri in aumento, indagini più frequenti e segnali che indicano una pressione criminale sempre più organizzata.
Nel 2024 il Piemonte ha registrato 1.659 reati ambientali, un incremento del 22,07% rispetto all’anno precedente. Le persone denunciate sono state 1.638, un aumento del 29,79%, mentre i sequestri – 231 in totale – sono calati del 2,12%. Un calo che Legambiente invita a non leggere come un segnale positivo: in molti casi, denunciano le associazioni, i sequestri non riescono a tenere il passo della crescita degli illeciti.
Il dato che colpisce di più riguarda la distribuzione territoriale. Cuneo supera tutte le altre province con 356 reati (+61,08%), un aumento netto che fotografa un territorio dove la pressione sul suolo e sulla gestione dei rifiuti è oggi più alta che altrove. Torino si colloca subito dopo con 332 reati (+14,88%), ma registra un dato rilevante: concentra quasi la metà dei sequestri regionali (107 su 231), segno di un’attività repressiva intensa. Alessandria, con 159 reati (+39,47%), conferma una crescita altrettanto marcata.
Il resto del Piemonte mostra numeri più contenuti ma comunque significativi: il Verbano-Cusio-Ossola registra 101 reati, Novara 97, Asti 82, Vercelli 62, Biella 52. Una diffusione uniforme che dimostra come i crimini ambientali non siano confinati a singole aree ma interessino l’intero territorio regionale.
Uno dei capitoli più critici riguarda la gestione illecita dei rifiuti. Nel 2024 i reati legati a questo settore sono stati 681, con una crescita del 46,2% rispetto al 2023. Un balzo che supera di molto l’aumento registrato nel resto del Paese e che conferma la centralità del business dei rifiuti per i circuiti illegali. In forte aumento anche i reati del ciclo del cemento, che raggiungono quota 649, pari a un +21,6%.
Restano stabili invece i reati contro gli animali, 164 complessivamente, in linea con l’anno precedente.
Nella presentazione del rapporto, Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, ha richiamato l’attenzione sul quadro nazionale: «Il rapporto ci consegna un dato chiaro: i crimini ambientali in Italia crescono. Nel 2024 abbiamo registrato oltre 111 reati al giorno, per un giro d’affari da 9,3 miliardi di euro. E il Piemonte non ne è immune. Dietro questi dati ci sono discariche abusive, cantieri irregolari, incendi sospetti. E in alcuni casi infiltrazioni mafiose. La nostra posizione è netta: senza legalità non c’è giustizia ambientale e sociale».
De Marco ha poi lanciato un appello diretto alle istituzioni regionali: «In Piemonte serve una rete forte tra forze dell’ordine, istituzioni, imprese e associazioni interessate. L’obiettivo è quello di avviare un tavolo di lavoro tra tutti questi attori per poter aumentare l’attività di monitoraggio sul nostro territorio e la consapevolezza e la conoscenza di questi fenomeni».
La crescita dei reati ambientali conferma un fenomeno strutturale, che coinvolge traffici legati ai rifiuti, abusivismi edilizi, pressioni sul territorio e attività spesso riconducibili a gruppi criminali organizzati. Il rapporto Ecomafia di Legambiente rimette al centro la necessità di una risposta coordinata, capace di andare oltre l’azione repressiva e di rafforzare la prevenzione, la vigilanza e la trasparenza nei settori più esposti.
Una sfida che, come emerso nel dossier, riguarda l’intero Piemonte. Dai fondovalle alpini ai grandi poli urbani, i segnali sono chiari: i reati crescono, si diversificano e sfruttano ogni punto debole del sistema. La richiesta delle associazioni è altrettanto chiara: creare alleanze solide, condividere metodi e informazioni, costruire una rete che impedisca ai crimini ambientali di radicarsi ulteriormente.
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