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ATP Finals, Torino salva il 2026: dal 2027 parte il duello feroce con Milano

In conferenza stampa il presidente dell’Atp frena sulle scelte definitive: peseranno infrastrutture, esperienza dei tifosi, mercato internazionale e volontà dei giocatori

Finals in bilico dopo il 2026: Gaudenzi apre il ballottaggio Torino–Milano

Finals in bilico dopo il 2026: Gaudenzi apre il ballottaggio Torino–Milano

Le ATP Finals resteranno a Torino anche nel 2026, ma oltre quella data è tutto ancora da decidere. Lo ha ribadito il presidente dell’Atp Andrea Gaudenzi, intervenuto in conferenza stampa durante il torneo dei Maestri. Una conferma per il prossimo anno, ma anche un messaggio chiaro: dal 2027 al 2030 si aprirà un confronto serrato, e la scelta non è affatto scontata.

«Non abbiamo ancora deciso nulla – ha spiegato – se non che l'anno prossimo sarà ancora a Torino. È una questione che dovremo discutere con la Federazione italiana tennis. Qui a Torino siamo molto contenti. Ovviamente è un aspetto che dobbiamo tenere in considerazione. Abbiamo concordato di sederci a un tavolo e discuterne all'inizio del prossimo anno. Stiamo parlando delle edizioni del 2027, 2028, 2029 e 2030.»

Lo scenario è quello di un vero ballottaggio tra Torino e Milano, una contesa che va avanti da mesi. Il capoluogo piemontese punta almeno sull’edizione 2027, forte di cinque anni considerati di grande successo. Milano, invece, mira a ottenere l’intero pacchetto delle quattro edizioni successive, contando sul suo appeal internazionale e su potenziali introiti maggiori.

Determinanti, nella scelta finale, saranno diversi fattori. Gaudenzi lo elenca con chiarezza:
«L'infrastruttura, l'esperienza degli appassionati e gli spazi per i giocatori: è un insieme di cose che verrà valutato. E anche il mercato, perché vogliamo essere anche attrattivi per avere dei fan dall'estero.»

Il confronto tra le due città porterà inevitabilmente anche la voce dei giocatori. La volontà dell’associazione che li rappresenta potrebbe spostare gli equilibri: Torino offre organizzazione e una partecipazione popolare travolgente, mentre Milano punta su un profilo internazionale più marcato.

Accanto a Gaudenzi è intervenuto anche Angelo Binaghi, presidente della Fitp, che ha rivendicato il percorso costruito sotto la Mole:
«Siamo strafelici di quello che sta succedendo a Torino da cinque anni. Non pensavamo di trovare una città e una regione così all'avanguardia da tutti i punti di vista. All'inizio molti pensavano che le Finals fossero un contentino per le Olimpiadi non assegnate, credo che ora si siano ricreduti.»

Angelo Binaghi, presidente della Fitp

Sul tavolo c’è anche un altro tema decisivo: il calendario. Gaudenzi ha spiegato che il dibattito è aperto e tutt’altro che semplice da risolvere:
«Ci sono diversi gruppi di giocatori che dicono che è troppo lungo, per altri che hanno bisogno di giocare invece no. Cerchiamo di bilanciare il tutto, compresi i Challenger che sono molto importanti per formare i campioni del futuro. È un problema complesso da risolvere. Non credo che esista una soluzione valida per tutti. Sono fermamente convinto che se tutti si sedessero allo stesso tavolo, con un unico consiglio di amministrazione e un unico sistema di governance, potremmo sicuramente ottenere risultati molto migliori rispetto a quelli attuali.»

Infine uno sguardo alle Finals del 2025, che secondo Gaudenzi avranno un rilievo speciale:
«Sono particolarmente emozionanti perché è in palio anche il titolo di numero 1 del ranking. È molto emozionante vedere i migliori giocatori del mondo lottare per il titolo di numero 1 alla fine dell'anno. Penso che questo sia probabilmente il miglior risultato possibile. È fantastico per i tifosi. È fantastico per tutti coloro che guardano la sfida finale.»

Un quadro che conferma come Torino abbia ancora molto da dire, ma anche quanto la partita per il futuro delle Finals sia tutt’altro che chiusa.

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