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Sessanta milioni di euro per le case popolari: Torino scommette sul modello pubblico-privato

Ventisei operatori pronti a riqualificare 144 palazzine con cappotti termici, nuovi impianti e infissi efficienti: i lavori partiranno nel 2026

Sessanta milioni

Sessanta milioni di euro per le case popolari: Torino scommette sul modello pubblico-privato

Sessanta milioni di euro per ridare dignità e futuro alle case popolari di Torino e della cintura. È questa la cifra che ventisei operatori privati sono pronti a investire per riqualificare 64 complessi di edilizia pubblica, pari a 144 palazzine e oltre duemila appartamenti. Una collaborazione pubblico-privato che potrebbe cambiare il volto di interi quartieri, affrontando due nodi cronici: il degrado edilizio e il costo dell’energia. Il progetto, promosso dall’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte centrale (Atc), rappresenta un modello innovativo di intervento: i privati anticiperanno i lavori di ristrutturazione energetica e, in cambio, avranno un ritorno economico attraverso la gestione delle bollette energetiche.

Le opere previste comprendono la sostituzione degli impianti di riscaldamento, la posa di cappotti termici, il rifacimento delle facciate e l’installazione di infissi a basso consumo, con l’obiettivo di ridurre almeno del 30 per cento i consumi energetici degli edifici. Gli interventi interesseranno soprattutto quei complessi che non hanno beneficiato dei fondi del Superbonus o di altri programmi di efficientamento. La procedura avviata dall’Atc, che a settembre aveva pubblicato una manifestazione di interesse, si è chiusa nei giorni scorsi con la selezione dei progetti ritenuti più solidi e sostenibili.

«Sono molto soddisfatto — ha dichiarato Maurizio Pedrini, presidente di Atc Piemonte Centrale —. Se l’iniziativa procederà come speriamo, potremo avviare lavori che ridurranno i consumi e le spese per gli inquilini, migliorando al tempo stesso il valore del patrimonio pubblico». I bandi di gara veri e propri saranno pubblicati entro poche settimane e l’aggiudicazione dei lavori è prevista entro il 30 aprile 2026, salvo imprevisti.

Il piano si inserisce nel quadro delle misure europee di REPowerEU, parte del Pnrr, che prevede contributi fino al 65 per cento per le opere di riqualificazione che portino un miglioramento energetico significativo. A questi si aggiungeranno gli incentivi del Conto Termico, in grado di coprire fino al 35 per cento dei costi. In pratica, i privati dovranno sostenere solo una quota minoritaria delle spese, ma si occuperanno della progettazione, dell’esecuzione e della manutenzione degli impianti per i decenni successivi, recuperando gli investimenti attraverso le forniture energetiche.

Tra gli interventi più rilevanti figurano quelli nel grande complesso di corso Grosseto – via Fiesole – via Sansovino, noto come Le Torri, nel quartiere Madonna di Campagna, con 360 alloggi. Altri cantieri riguarderanno gli stabili di via Pietro Cossa (308 appartamenti) a Parella, e quelli di via Como e corso Novara (160 alloggi), tra Barriera di Milano e Aurora. Lavori di restyling sono previsti anche in via Verolengo, via Arquata e via Cravero. Fuori Torino, i progetti interesseranno Chieri — con gli stabili di via Lombroso, via Masera e via Guarniero — e Chivasso, dove si interverrà in via Togliatti.

L’obiettivo dichiarato è duplice: migliorare la qualità abitativa per migliaia di famiglie e ridurre l’impatto ambientale degli edifici. Ma il piano potrebbe avere anche una ricaduta sociale importante, in un momento in cui le liste di attesa per un alloggio popolare si allungano e i costi di gestione pesano sempre di più sugli inquilini. A Torino, su oltre 7.000 domande, più di mille sono considerate urgenti, mentre circa 1.700 alloggi restano ancora vuoti in attesa di lavori di manutenzione.

Questo partenariato rappresenta, per Atc e per la città, una possibile svolta dopo anni di ritardi e finanziamenti frammentati. Se i tempi saranno rispettati, Torino potrebbe diventare un caso pilota nazionale nella rigenerazione del patrimonio di edilizia sociale. Resta ora da verificare che la macchina amministrativa e i soggetti privati riescano a muoversi con la stessa velocità con cui i numeri promettono di cambiare il volto di quartieri come Madonna di Campagna, Aurora e Parella: aree dove il futuro dell’abitare, finalmente, torna a essere un progetto condiviso.

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