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06 Novembre 2025 - 17:14
Il Piemonte difende il suo oro bianco: ad Alba parte “Tuber Next Gen” per il futuro del tartufo (immagine di repertorio)
Parte da Alba, cuore simbolico del tartufo bianco, il progetto “Tuber Next Gen 2025”, l’iniziativa della Regione Piemonte pensata per costruire una strategia condivisa di tutela e pianificazione del patrimonio tartufigeno. Il percorso, che si aprirà ufficialmente venerdì 7 novembre alle 17 nella sala conferenze del Palazzo Mostre e Congressi, rappresenta il primo passo di un programma che unisce territorio, ambiente e tradizione, guardando alla prossima generazione di tartufaie e tartufai.
Promosso dall’assessorato regionale alla Pianificazione territoriale, il progetto mira a creare una sinergia tra pianificazione territoriale, paesaggistica e forestale, per garantire la continuità ambientale delle aree vocate alla produzione del tartufo bianco d’Alba, uno dei prodotti simbolo del Piemonte e della sua identità rurale.
Il convegno inaugurale di Alba sarà dedicato a un’analisi approfondita dello stato dell’arte della pianificazione territoriale e degli strumenti di gestione e sostegno disponibili per le comunità locali. A seguire, una tavola rotonda moderata da Antonio Degiacomi, presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo, metterà a confronto istituzioni, tecnici e rappresentanti del territorio. Tra i relatori attesi figurano l’assessore regionale Marco Gallo e il consigliere provinciale Massimo Antoniotti, insieme a esperti e operatori del settore.

Alba
Dopo Alba, “Tuber Next Gen” farà tappa in altre province piemontesi tradizionalmente legate al tartufo bianco: Asti e Alessandria il 14 novembre, Torino il 21 novembre, con incontri dedicati al dialogo tra enti locali, agricoltori, tartufai e associazioni forestali. L’obiettivo è tracciare una mappa condivisa delle aree tartufigene, valutando le criticità ambientali e pianificando nuovi interventi di tutela e valorizzazione.
La Regione punta così a integrare il tartufo nel sistema della pianificazione paesaggistica, rendendolo parte di un progetto di lungo periodo che coinvolge i boschi, le aree collinari e le zone umide dove cresce il pregiato fungo ipogeo. Un’attenzione che si estende anche alla formazione dei giovani tartufai, al monitoraggio del suolo e alla biodiversità delle piante simbionti, elementi indispensabili per la sopravvivenza del tartufo bianco.
«Il Piemonte vuole preservare e potenziare il suo patrimonio tartufigeno, unendo conoscenza scientifica e tradizione rurale», spiegano dai tecnici regionali che hanno contribuito al progetto. “Tuber Next Gen” non è solo un piano di tutela ambientale, ma anche un investimento culturale ed economico: la filiera del tartufo genera ogni anno un importante indotto legato al turismo enogastronomico, con Alba come epicentro internazionale grazie alla sua Fiera mondiale del tartufo bianco.
Nel disegno della Regione, la valorizzazione passa attraverso un approccio multidisciplinare che metta insieme urbanisti, agronomi, forestali e amministratori, per affrontare temi cruciali come il consumo di suolo, la rigenerazione ambientale, la protezione dei boschi tartufigeni e la compatibilità dei cantieri infrastrutturali con le aree naturali.
Il progetto Tuber Next Gen rappresenta dunque una nuova fase per la cultura del tartufo piemontese, che guarda al futuro partendo dalle radici. Un impegno che vuole assicurare alle generazioni successive non solo la continuità di una tradizione antica, ma anche la sopravvivenza di un ecosistema unico al mondo.

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