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06 Novembre 2025 - 11:49
Italia da record: oltre 23mila centenari, l’82% sono donne
Sono 23.548 gli italiani che hanno spento almeno cento candeline. È la fotografia aggiornata al 1° gennaio 2025 che emerge dal report “I centenari in Italia” pubblicato dall’Istat, un documento che conferma un trend costante: l’Italia continua a essere uno dei Paesi più longevi al mondo e la vecchiaia è sempre più femminile.
Rispetto al 2024, i centenari sono oltre duemila in più — erano 21.211 un anno fa — con un incremento del 10%. Ma se si allarga lo sguardo a quindici anni fa, il balzo è impressionante: nel 2009 i centenari erano appena 10.158. In poco più di una generazione, il loro numero è più che raddoppiato (+130%), un dato che racconta il successo della medicina, dell’alimentazione e delle politiche sanitarie, ma anche le nuove sfide di una società che invecchia rapidamente.
L’elemento più stabile nel tempo è la netta prevalenza femminile. Le donne rappresentano l’82,6% dei centenari: in pratica, otto su dieci. La tendenza si amplifica tra i “grandi anziani”, i cosiddetti semi-supercentenari — coloro che hanno più di 105 anni — dove le donne raggiungono il 90,7% del totale. Gli ultra105enni in Italia sono oggi 724, mentre 19 persone hanno superato i 110 anni, la soglia dei “supercentenari”. Di questi, solo uno è uomo.

Il decano d’Italia, scrive l’Istat, è proprio un uomo, residente in Basilicata, che ha già oltrepassato i 111 anni, mentre la decana è una donna campana che nei prossimi giorni spegnerà 115 candeline. Due simboli di una longevità che ha radici diverse: l’uno nel Sud interno, l’altra nel Mezzogiorno costiero, dove la combinazione tra genetica, dieta e legami sociali sembra offrire una protezione naturale contro l’usura del tempo.
Sul piano territoriale, spiccano due province: Isernia, in Molise, dove si contano 78,7 centenari ogni 100mila abitanti, e Nuoro, in Sardegna, che detiene il primato per la più alta concentrazione di semi-supercentenari. Quest’ultima, da anni osservata dagli studiosi di demografia e biologia dell’invecchiamento, conferma la sua fama di “Blue Zone” italiana, una delle poche aree al mondo — insieme a Okinawa e alla penisola di Nicoya — in cui la longevità non è un’eccezione ma una tradizione.
Il progressivo aumento dei centenari, spiegano gli analisti, non è soltanto una curiosità statistica ma un fenomeno strutturale che ridisegna l’equilibrio demografico del Paese. L’Italia, già oggi tra le nazioni più anziane d’Europa, continua a vedere crescere la fascia di popolazione oltre i 90 anni, mentre cala quella giovanile. Secondo le proiezioni, entro il 2050 gli over 100 potrebbero superare le 40mila unità, con effetti importanti su welfare, sanità e politiche abitative.
Dietro le cifre, però, si nascondono storie di vita lunghissima e ordinaria. Dalla signora di 103 anni che ogni mattina passeggia nel centro di Siena al contadino lucano che ancora si prende cura dell’orto. Persone che hanno attraversato guerre, ricostruzioni, rivoluzioni tecnologiche e che, in silenzio, incarnano la resilienza di un Paese che continua a vivere più a lungo, ma che dovrà imparare a vivere meglio.
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