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04 Novembre 2025 - 16:32
Undici ore sotto le macerie: la storia di Octav Stroici, l’operaio morto ai Fori Imperiali
Domani Roma si vestirà a lutto. Il sindaco Roberto Gualtieri ha proclamato il lutto cittadino per onorare la memoria di Octav Stroici, l’operaio di 66 anni morto dopo essere rimasto intrappolato per undici ore sotto le macerie della Torre dei Conti, ai Fori Imperiali. La città, scrive il Campidoglio, “si stringe attorno alla sua famiglia, ai colleghi e a quanti gli hanno voluto bene”. Le bandiere saranno esposte a mezz’asta in tutti gli edifici comunali. È un gesto di cordoglio ma anche un segnale politico: perché la morte di Octav, avvenuta in pieno centro storico e durante un cantiere finanziato con fondi del Pnrr, è diventata il simbolo di una tragedia che si ripete troppo spesso.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni, ipotizzando violazioni della normativa antinfortunistica. I magistrati hanno ordinato l’acquisizione di tutti gli atti relativi alla gara d’appalto, per verificare la regolarità della procedura e i requisiti dell’impresa aggiudicataria. È stata disposta anche una consulenza tecnica affidata a un gruppo di ingegneri strutturisti per accertare se i lavori fossero compatibili con la natura del monumento medievale. I tecnici dovranno chiarire anche se l’impalcatura fosse adeguata e se in passato fossero stati ignorati microcedimenti strutturali. L’area del crollo è sotto sequestro. L’autopsia sul corpo di Stroici verrà disposta nelle prossime ore.
Erano le 11.20 del 3 novembre quando un boato ha squarciato il cuore di Roma. Una parte della fortificazione esterna della Torre dei Conti, alta trenta metri e costruita nel 1238, è crollata improvvisamente. Dentro il cantiere c’erano quattro operai. Tre sono stati tratti in salvo. Il quarto, Octav Stroici, è rimasto sepolto sotto una massa di calcinacci e travi di ferro. I vigili del fuoco hanno iniziato subito le operazioni di soccorso: un lavoro estenuante, durato undici ore, tra polvere, rumore e speranza. Octav, da sotto le macerie, parlava con i soccorritori: “Fate presto, non posso muovermi”, ripeteva. “Arriviamo, Octav”, gli rispondevano. Poi, un nuovo crollo, alle 12.50, ha complicato tutto. I vigili si sono dovuti fermare. L’intera torre sembrava sul punto di collassare.
Alle 13.00, mentre Roma si bloccava per l’emergenza, Octav era ancora vivo. Intrappolato a un metro e mezzo sotto il punto in cui erano stati salvati i colleghi, in una nicchia di cemento e ferro. I soccorritori sono riusciti a far scendere ossigeno e acqua, mantenendo un contatto continuo. Nel frattempo sono arrivati sul posto il sindaco Gualtieri, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, e il prefetto Lamberto Giannini. La moglie di Octav, Marianna, non si è mai mossa da lì: occhi fissi alla torre, sperando di rivederlo vivo.
Per tutto il pomeriggio e la sera, le squadre dei vigili hanno scavato a mani nude, affiancate da un gigantesco aspiratore chiamato “Elephant”, lo stesso utilizzato nei terremoti per rimuovere le macerie più instabili. Ogni pietra tolta era una possibilità in più di salvarlo, ma anche un rischio di provocare un nuovo cedimento. Intorno alle 17 si è diffusa una speranza cauta: Octav respirava, rispondeva, teneva duro. Alle 21.30 Gualtieri ha parlato di “fiducia”, mentre la moglie e la figlia Alina, arrivata da Lecce, pregavano sotto la torre.
Alle 22.36, dopo undici ore di lavoro ininterrotto, un applauso ha rotto il silenzio: Octav era stato estratto vivo. I soccorritori lo hanno issato su una barella arancione, tra le lacrime dei colleghi e l’emozione di chi aveva seguito ogni minuto dell’agonia. Ma la gioia è durata poco. L’ambulanza non è partita subito: Octav era in arresto cardiaco. I medici hanno tentato di rianimarlo sul posto. Alle 23.30 il prefetto ha parlato di “condizioni gravissime”. Poco dopo la mezzanotte, il suo cuore si è fermato.

Octav Stroici era nato a Suceava, nel nord della Romania, e viveva in Italia da oltre trent’anni. A Monterotondo aveva costruito la sua seconda casa, insieme a Marianna, sua moglie, e alla figlia Alina. Lavorava nei cantieri da una vita, con dedizione e orgoglio. “Per lui non esisteva altro che il lavoro”, ha raccontato la moglie ai soccorritori. “Gli mancava un anno alla pensione, ma non ha mai voluto smettere. Diceva che finché poteva, avrebbe continuato”. Un collega lo descrive come “una persona buona, pacata, un lavoratore instancabile. Non si meritava questa fine”.
Sul suo profilo Facebook ci sono solo poche foto: una gita al mare, una cassa di frutta, un sorriso semplice. La vita quotidiana di chi non chiede altro che dignità e sicurezza. “Lui lotta, lui lotta”, gridava la figlia mentre i medici lo intubavano. Ma il destino aveva deciso diversamente.
Oggi, intanto, la zona del crollo è blindata. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno effettuato nuovi sopralluoghi con l’aiuto di un drone per mappare la struttura e capire dove si sia innescato il cedimento. Intorno, tutto è fermo. Il cantiere, parte del progetto “Roma Caput Mundi” finanziato dal Pnrr, è deserto. I turisti si fermano davanti alle transenne per leggere i biglietti lasciati accanto ai fiori. “Per Octav, che ha dato la vita lavorando”, scrive qualcuno.
Anche le Frecce Tricolori, previste per la cerimonia all’Altare della Patria, sono state cancellate in segno di rispetto. Roma è ferita e si interroga. Come può un restauro nel cuore archeologico della capitale trasformarsi in una trappola mortale? Quanti controlli servono ancora perché la sicurezza non resti una parola vuota?
Alle 18 di oggi, Cgil, Cisl e Uil terranno una fiaccolata ai Fori Imperiali, lato Colosseo. “Octav è morto a 66 anni, in un lavoro che non dovrebbe essere più suo”, scrivono i sindacati. “È un dolore che riguarda tutti. Mentre seguivamo le operazioni di soccorso, in Italia morivano altri quattro lavoratori. È una strage quotidiana che va fermata con leggi, controlli e cultura della sicurezza”.
Anche da Bruxelles è arrivato un messaggio: la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha espresso cordoglio dopo l’incontro in Campidoglio con Gualtieri. “Un pensiero alla persona che ha perso la vita nel crollo della Torre dei Conti. Alle sue famiglie va il mio affetto. Lavoreremo insieme per città e regioni più sicure”.
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