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Chiaverano, il ritorno del “Sindaco-RUP”: doppio affidamento sotto soglia e nuovi dubbi sulla legalità

Dopo la bufera, sembrava tornato il sereno. Ma a Chiaverano il caso del “Sindaco-RUP” si riapre: due determine firmate dallo stesso primo cittadino, due appalti fotocopia da 149 mila euro e un progetto ancora basato su atti già contestati

Chiaverano, il ritorno del “Sindaco-RUP”: doppio affidamento sotto soglia e nuovi dubbi sulla legalità

Il sindaco Maurizio Tentarelli

A Chiaverano sembrava tornata la calma dopo settimane di polemiche. Il progetto di riqualificazione della piazza di Bienca — quello finito al centro del caso del Sindaco-RUP — era stato riapprovato, questa volta con un tecnico comunale regolarmente nominato come Responsabile Unico del Progetto. Una mossa che doveva sanare un’irregolarità evidente e riportare la gestione dei lavori pubblici nel solco della legalità amministrativa. Ma, come spesso accade nelle piccole amministrazioni, la tregua è durata poco. La nuova delibera nomina sì un RUP valido, ma approva un progetto che porta ancora le firme del sindaco quale RUP. Il 17 ottobre, sull’albo pretorio, compaiono due determine a firma del Responsabile dell’Ufficio Tecnico — che, incredibilmente, è sempre il Sindaco stesso.

Le determine fanno riferimento alla delibera n. 62/2025, quella che approva il progetto degli impianti sportivi di Piazza Ombre con il Sindaco come RUP, nonostante i dubbi sulla legittimità di tale nomina. In sostanza, dopo aver riconosciuto l’errore nel caso di Bienca, l’amministrazione ha deciso di proseguire il secondo progetto come se nulla fosse accaduto. Le determine firmate dal Sindaco affidano i lavori per un importo di €149.990,00 alla ditta Gottardo srl di Padova e di €149.217,96 alla ditta Neve srl di Ivrea. In entrambi i casi si fa riferimento all’articolo 50, comma 1, lettera a) del Codice dei Contratti (D.Lgs. 36/2023), che consente l’affidamento diretto per lavori sotto i 150 mila euro.

Un importo che, come sottolinea Maurizio Fiorentini — ex sindaco e primo a segnalare l’irregolarità della nomina del Sindaco a RUP — “sembra calibrato al millimetro per restare sotto la soglia che obbligherebbe il Comune a una gara vera”. Due affidamenti gemelli, due importi quasi identici, entrambi sotto soglia. È inevitabile la domanda: si tratta di un artificioso frazionamento dell’appalto per evitare la gara e procedere con affidamenti diretti?

Non è solo il valore dei lavori a destare perplessità. Gli affidamenti fanno riferimento a una delibera di approvazione firmata da un RUP — il Sindaco — privo di titolo e requisiti, e dunque potenzialmente viziata all’origine. Si continua così a spendere denaro pubblico su una base amministrativa già contestata come irregolare. Fiorentini ha inoltrato un esposto ad ANAC, alla Corte dei Conti e alla Prefettura di Torino, chiedendo di verificare la legittimità dell’intera procedura, compresi gli affidamenti successivi.

Maurizio Fiorentini, ex sindaco

“È grave — commenta Fiorentini — che, dopo aver riconosciuto la necessità di correggere una nomina illegittima, si continui con un altro progetto seguendo lo stesso schema. Qui non parliamo di un errore in buona fede, ma di una scelta consapevole: si prosegue pur sapendo che l’atto di partenza è irregolare. È come costruire una casa su fondamenta di sabbia.” E se gli enti di controllo dovessero stabilire che le procedure sono viziate, il Comune rischia grosso: gli atti potrebbero essere dichiarati nulli, i finanziamenti revocati, e le somme recuperate in capo ai responsabili. Uno scenario che lascerebbe il Comune con un’opera incompiuta e gli amministratori con un pesante conto da pagare di tasca propria.

Il ruolo del RUP, lo ricordiamo, è quello di garantire la regolarità dell’intera procedura di appalto. Quando a ricoprirlo è una figura politica — e per di più senza competenze tecniche — il sistema dei controlli si annulla. Non c’è più distinzione tra chi decide e chi deve vigilare, e l’interesse pubblico finisce travolto dalla discrezionalità personale.

Ulteriori dubbi sorgono sulla scelta del progettista: Geom. Paolo Barzaghi di Anzano del Parco (Como), incaricato di redigere il progetto degli impianti sportivi. Una decisione discutibile, considerando che nel Canavese non mancano professionisti qualificati e che l’intervento non presentava complessità tali da giustificare un tecnico esterno di un’altra provincia. In più, non risulta alcuna procedura di selezione del progettista né motivazioni ufficiali sulla scelta. E poiché spesso il progettista è anche direttore dei lavori, viene spontaneo chiedersi: come potrà un tecnico con studio a oltre centocinquanta chilometri di distanza seguire il cantiere con continuità e tempestività?

Sorge il sospetto che la nomina non sia casuale, ma suggerita da contatti legati alla ditta fornitrice dei giochi per bambini, già coinvolta nel progetto. Un’ipotesi che, se confermata, meriterebbe un serio approfondimento da parte degli organi di controllo. Ora tocca a ANAC, Prefettura e Corte dei Conti stabilire se quanto accaduto a Chiaverano è un semplice errore amministrativo o una violazione grave che rischia di costare cara ai cittadini. Perché in un Comune dove il controllore è anche il controllato, la trasparenza non è una garanzia: è solo una parola svuotata di senso.

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