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02 Novembre 2025 - 22:35
Trump e Meloni "innamorati". Centrodestra scatenato a Settimo Torinese
Doveva essere solo arte. O almeno così scrivevamo questa mattina, con tono leggero e un pizzico di curiosità: “Tre giorni di arte, ironia e provocazione alla Biblioteca Archimede”. E invece, a Settimo Torinese, in meno di ventiquattr’ore la provocazione ha divorato l’ironia. Se l'è fagocitata.
Tutto nasce da un’opera esposta nella rassegna “Paraculissima – Tutta l’arte per tutti”, ospitata negli spazi della Biblioteca Archimede e promossa nell’ambito delle iniziative della Fondazione ECM. L’opera incriminata raffigura Donald Trump e Giorgia Meloni in un abbraccio appassionato, stretto, viscerale, di quelli che fanno parlare anche senza bisogno di parole. Sullo sfondo, una scritta bianca e semplice: “Più abbracci, meno dazi”.
Un messaggio che, a leggerlo distrattamente, potrebbe sembrare un invito alla pace o al disarmo commerciale. Ma il punto, a Settimo, non è mai solo quello che si vede. È dove lo si vede. L’immagine, infatti, non è rimasta confinata tra le pareti della biblioteca: è finita – con tanto di entusiasmo istituzionale – sulla pagina Facebook ufficiale del Comune di Settimo Torinese. E da quel momento la polemica sulla "propaganda" non s'è più fermata
Nel giro di poche ore, tra commenti indignati e difese d’ufficio, la discussione è diventata una piccola guerra di religione. Da una parte chi difende la libertà dell’artista, dall’altra chi chiede rispetto per le istituzioni. A guidare la carica è stato Enzo Maiolino, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha chiesto alla sindaca Elena Piastra di “prendere ufficialmente le distanze” da un gesto definito “inopportuno e divisivo”.

Elena Tamone
Pochi minuti fa è arrivato l’intervento di Elena Tamone, coordinatrice cittadina di FdI e membro del Consiglio Generale della Fondazione ECM.
«In qualità di membro del Consiglio Generale – scrive – ritengo doveroso prendere formalmente le distanze dalla decisione di includere tale opera, poiché non rispetta i canoni di misura e responsabilità che dovrebbero guidare le iniziative promosse in spazi pubblici e finanziate con risorse della collettività».
Poi il monito, quasi pedagogico: «L’arte deve essere uno spazio di libertà, ma la libertà non può mai prescindere dal rispetto. La provocazione è legittima, ma non può oltrepassare il confine del buon gusto, né diventare strumento di scherno o divisione. Quando si agisce in nome di un’istituzione, occorre equilibrio e prudenza, perché chi amministra rappresenta tutti, non solo chi lo ha votato».
Un discorso che molti cittadini, leggendo, hanno condiviso.
A rilanciare l’attacco, con la consueta verve ironica, anche Giorgio Chiarle, che non le manda certo a dire.
«Nulla contro l’artista – commenta – anzi, gli riconosco l’intuizione e il coraggio. Ma il punto è un altro: chi gestisce la comunicazione istituzionale del Comune? Possibile che nessuno si renda conto che la pagina ufficiale non è una vetrina di satira, ma uno spazio pubblico che rappresenta l’intera città?»
E ancora, in un crescendo polemico.
«Immaginiamo che per promuovere la mostra si potesse scegliere qualsiasi altra opera, magari neutrale, simbolica, universale. Ma no: si è scelto proprio l’abbraccio tra Trump e Meloni. Se è stato fatto senza controllo, è anarchia. Se invece qualcuno ha autorizzato, allora è ancora peggio: è l’arroganza di chi si sente al di sopra di tutto e di tutti. L’artista può provocare, l’amministrazione no. Non attraverso la pagina del Comune».
«Sono forse gli stessi – ironizza Chiarle – che in Consiglio comunale hanno definito “divisiva” la proposta di intitolare una via a Sergio Ramelli, lo studente ucciso a sprangate rosse? Oggi invece pubblicano una vignetta di questo tipo e la spacciano per ironia artistica. Coerenza zero, “paraculissima” davvero!»
La verità è che i comunicatori, dopo l’ondata di critiche, hanno aggiornato il post. Al suo posto, un collage con tutte le opere esposte, in modo da “contestualizzare” l’immagine incriminata. Peccato che l’effetto sia stato esattamente l’opposto: la toppa è sembrata peggiore del buco.
Oggi a Settimo si discute non più di arte, ma di opportunità, di rispetto istituzionale, di comunicazione pubblica. E mentre i commenti continuano ad accumularsi sotto il post, qualcuno si chiede se la sindaca Elena Piastra la "visionaria", nelle ore precedenti avesse avuto una "visione" e soprattutto se interverrà per calmare le acque o preferirà lasciare che la tempesta si esaurisca da sola.
Resta un fatto: “Paraculissima” voleva essere una mostra popolare, leggera, irriverente. E in fondo lo è stata, ma non nel modo previsto dagli organizzatori.
Insomma, doveva essere arte. È diventata materia da consiglio comunale. E chissà che alla prossima mostra non serva un curatore… ma anche un addetto stampa "vero"!
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