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02 Novembre 2025 - 12:08
Minorenne assolto. Il “sampietrino” che non c’era. Dopo dieci anni il Carnevale di Ivrea ritrova la verità
Fiato alle trombe e rullo di tamburi: il tribunale di Ivrea ha assolto con formula piena il ragazzo – allora quattordicenne – accusato del presunto “lancio del sampietrino” durante la Battaglia delle Arance.
Una sentenza che non lascia dubbi: «Il fatto non sussiste».
A comunicarlo, con una nota congiunta, sono gli Scorpioni d’Arduino, l’Associazione Aranceri a Piedi, l’Associazione Aranceri sui Carri da Getto e la Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, che mettono così la parola fine a una vicenda che per anni ha diviso piazze, squadre e famiglie, gettando un’ombra sul Carnevale simbolo della città.
Per la cronaca – ma solo per quella – è il 15 febbraio 2015 quando, nel pieno della Battaglia delle Arance in piazza Ottinetti, un aranciere del carro numero 9, “I Boia del Tiranno”, denuncia di essere stato colpito da un sampietrino lanciato – si dice – da un giovane degli Scorpioni d’Arduino. La notizia rimbalza ovunque, alimentando sospetti e indignazione. Si parla di «atto violento», di «tradimento dello spirito del Carnevale», di «gesto che infanga la tradizione eporediese».
La Procura di Ivrea apre un’inchiesta per lesioni colpose. Le immagini delle telecamere vengono analizzate fotogramma per fotogramma, ma nessuno vede mai il presunto sampietrino. Letteralmente: nei video non appare nulla di certo. Nessuna pietra, nessuna prova, nessun gesto riconoscibile. Solo un’ombra, forse un’arancia.
Eppure, l’accusa parte lo stesso. E con essa una campagna di sospetto e diffidenza che travolge tutto e tutti. Il ragazzo viene identificato, indicato, esposto al giudizio dell’opinione pubblica. La sua famiglia vive anni di isolamento, mentre la squadra degli Scorpioni d’Arduino attraversa stagioni difficili, segnata da un’ingiustizia che nessuno sembra voler affrontare davvero.
Nel 2016, quando gli Scorpioni avrebbero dovuto festeggiare il loro cinquantenario, la tensione è ancora altissima. Chiedono pubblicamente l’espulsione dei Boia del Tiranno, accusandoli di aver diffuso menzogne e infangato la loro reputazione. Ma il rancore resta.
Poi arriva la verità giudiziaria. Dopo mesi di udienze, testimonianze e perizie, il giudice del tribunale di Ivrea mette la parola fine alla vicenda con una formula tanto chiara quanto definitiva: «Il fatto non sussiste».
Il ragazzo è assolto in tribunale, riconosciuto totalmente estraneo alla vicenda. Nessuna responsabilità, nessun gesto violento, nessuna colpa. Un verdetto limpido, che restituisce dignità a una famiglia e onore a una squadra.
Oggi, dieci anni dopo, la storia trova la sua chiusura ufficiale.
«Il confronto leale e sereno tra le parti – si legge nel comunicato congiunto – ha portato a rimarcare nuovamente che il ragazzo, a suo tempo imputato del gesto, è stato totalmente assolto in tribunale perché “il fatto non sussiste”, dimostrando l’estraneità alla vicenda, ristabilendo l’immagine di una famiglia e della squadra degli Scorpioni d’Arduino».
Parole semplici, ma dal peso enorme. Dopo anni di divisioni e silenzi, le parti si sono finalmente incontrate, hanno parlato e scelto la via del rispetto reciproco. Nella stessa nota si ringrazia la famiglia del ragazzo e l’attuale direttivo degli Scorpioni d’Arduino «per la volontà e la disponibilità nell’affrontare la tematica con decisa fermezza per cercare una soluzione basata su fondamenti di verità e trasparenza».
Un riconoscimento va anche ai nuovi membri del carro “I Boia del Tiranno”, che pur non avendo alcun legame con i fatti del passato «hanno dimostrato senso di responsabilità e disponibilità nel contribuire alla chiusura della vicenda, prendendo atto che la precedente proprietà del carro aveva affrontato la situazione in modo sommario e senza il pieno coinvolgimento del gruppo».
E poi, il gesto simbolico più forte: la cancellazione del carro n.9 “I Boia del Tiranno” dall’edizione 2026 dello Storico Carnevale di Ivrea.
Una decisione senza precedenti, ma condivisa da tutti, che non ha il sapore della punizione bensì della riconciliazione.
«Con la cancellazione del carro n.9 – si legge – tutti i carri torneranno ad ingaggiare la Battaglia delle Arance in tutte le piazze, nella piena condivisione dello spirito del Carnevale».
Dopo dieci anni, dunque, Ivrea ritrova la sua verità.
Il sampietrino non c’era, ma ha pesato come una pietra vera sulla coscienza collettiva.
Oggi quella pietra è stata finalmente posata a terra, non come arma, ma come simbolo di pace.
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