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Segreto di Stato (o della Lega?): il mistero del dossier sulla sicurezza di Alessandro Giglio Vigna

Dossier sulla sicurezza a Ivrea: il mistero del fascicolo portato a Roma, lo show mediatico della Lega e la mancanza di risposte concrete sul territorio

Segreto di Stato (o della Lega?): il mistero del dossier sulla sicurezza di Alessandro Giglio Vigna

Giglio Vigna Top secret

Un tempo, a Ivrea, si parlava di sicurezza. Oggi si parla del dossier sulla sicurezza. E pare che la differenza non sia solo grammaticale: nel primo caso erano “ordinanze del Prefetto”, nel secondo — a sentire i leghisti — roba seria, da Viminale.

Già, perché dopo il famoso viaggio a Roma del deputato Alessandro Giglio Vigna e dei suoi (la consigliera Elisabetta Piccoli, che resta civica, la segretaria cittadina Giorgia Povolo e l’ex assessore Giuliano Balzola) adesso spunta fuori un dettaglio che cambia tutto: sarebbe stato consegnato un dossier.

Un dossier! Parola che fa subito pensare a faldoni riservati, carte classificate, appunti d’intelligence, magari qualche foto sfocata e una mappa con gli spilli rossi.

A Roma

Ma cosa c’è dentro? Mistero. Acqua in bocca, fanno sapere i leghisti. Non si può dire. Top secret. Come se si trattasse di un documento del Copasir e non di una lamentela su furti e vandalismi al Movicentro.

E allora viene da chiedersi: o il dossier non esiste ed è solo una trovata mediatica, oppure esiste davvero, ma più che dossier sulla sicurezza sembra un episodio di dossieraggio politico — quelli che iniziano con “è solo un’analisi della situazione” e finiscono con “ci siamo capiti”.

Perché, diciamolo: se davvero ci fosse stato qualcosa di concreto, sarebbe bastato parlarne in Consiglio comunale, o al limite al Prefetto. Ma no, troppo facile. Meglio il fascino del segreto. Meglio evocare un documento riservato che nessuno ha visto, ma tutti citano.

E così, mentre i cittadini si chiedono se il dossier sia stato stampato su carta intestata o scritto su un tovagliolo durante la pausa caffè al Viminale, la Lega eporediese mantiene il più assoluto riserbo.

Neanche i nomi dei redattori, le fonti o le presunte proposte trapelano. Solo un vago riferimento a “ulteriori approfondimenti” e “risposte da parte dello Stato”. Che, tradotto dal linguaggio istituzionale, significa: “non succederà nulla, ma intanto facciamo sapere che ci muoviamo”.

Nel frattempo, la sicurezza a Ivrea resta quella di sempre: furti, spaccio, qualche rissa il sabato sera e le solite richieste dei commercianti di “più controlli”. Però stavolta c’è un dossier — e tanto basta per sentirsi al centro della scena.

Chissà, magari la prossima volta la delegazione tornerà da Roma con un altro fascicolo sotto braccio. Magari lo chiameranno “Operazione Ivrea Sicura”. E noi, nel dubbio, continueremo a chiederci: ma esiste davvero o è solo una trovata da copertina?

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