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Cassonetti pieni e puzza in centro città, il caso approda in Consiglio dopo le proteste dei commercianti

L’interrogazione di Bruno Prestìa accende il dibattito sul decoro urbano. Se ne discuterà nella seduta del 4 novembre

Cassonetti pieni e puzza in centro città, il caso approda in Consiglio dopo le proteste dei commercianti

Cassonetti pieni e puzza in centro città, il caso approda in Consiglio dopo le proteste dei commercianti

Il caso dei cassonetti dei rifiuti lasciati stracolmi nell'isola pedonale di Chivasso finisce in Consiglio comunale.

Dopo settimane di proteste e fotografie diventate virali, l’immagine dei cassonetti straripanti in via Roma e dei sacchi accatastati in viale Vittorio Veneto approda ufficialmente tra i banchi di Palazzo Santa Chiara.

A sollevare il tema è il consigliere comunale Bruno Prestìa, capogruppo di Per Chivasso, che con un’interrogazione protocollata il 24 ottobre chiede al sindaco e all’assessore all’Ambiente Fabrizio Debernardi di spiegare come intendano affrontare un problema che, ormai, non è più solo estetico ma anche igienico e reputazionale.

Prestìa scrive che «negli ultimi mesi sono aumentate le segnalazioni di cittadini preoccupati per la crescente presenza di rifiuti abbandonati in diverse zone della città, dai parchi alle periferie fino alle vie del centro storico». In particolare, vengono citate via Roma, via Torino, i viali Cavour, Vittorio Veneto e Matteotti, cioè le strade simbolo dello shopping e delle passeggiate. È qui che, nelle ore di punta del mattino, i marciapiedi si trasformano in corridoi di immondizia, con sacchi lasciati a terra ben oltre l’orario previsto per il ritiro.

Il consigliere denuncia un quadro che www.giornalelavoce.it documenta da settimane: una raccolta inefficiente e una scarsa vigilanza, aggravate da abitudini incivili e da un sistema di passaggi che non tiene conto delle esigenze del commercio e del decoro urbano. «La forte presenza di rifiuti – scrive Prestìa – non è solo un problema di igiene, ma anche di immagine: regala un volto negativo della città e incide inevitabilmente sulle attività commerciali del nostro tessuto cittadino». 

Il tono dell’interrogazione è fermo ma costruttivo: chiede soluzioni, non proclami. In particolare, il gruppo Per Chivasso domanda al sindaco quali misure l’Amministrazione intenda adottare per garantire un ritiro tempestivo dei rifiuti nel centro storico, se siano previsti interventi di sensibilizzazione per i cittadini, e se si stiano elaborando strategie per migliorare la collaborazione con Seta, la società che gestisce la raccolta differenziata nel Consorzio di Bacino 16.

Tra i quesiti, anche uno specifico riferimento al commercio: «In che modo si intende tutelare i negozianti e l’immagine del centro storico, tenendo conto del danno economico provocato dalla costante presenza di rifiuti davanti alle vetrine?». E ancora: «Sono stati coinvolti i commercianti nell’analisi delle problematiche?».

Domande semplici, ma finora inevase. Perché – come evidenziato anche da cittadini – non esiste un piano operativo che coordini orari, controlli e comunicazione. L’assessore Debernardi, in più occasioni, ha richiamato i chivassesi al rispetto delle regole, ma senza spiegare perché i passaggi dei mezzi Seta avvengano spesso in pieno giorno, quando le vie del centro sono piene e le saracinesche già alzate.

L’interrogazione di Prestìa costringe la Giunta ad affrontare pubblicamente una questione che finora era rimasta confinata ai social. E riporta in aula un tema che tocca la quotidianità di tutti: la qualità dello spazio urbano. In molte città del Piemonte – da Ivrea a Settimo – la raccolta nel centro storico avviene all’alba, proprio per evitare che i rifiuti restino in vista. A Chivasso, invece, si è scelta una logica opposta: comodità del gestore contro decoro dei cittadini.

 «Ad oggi – scrive Prestìa – non sono state poste soluzioni al problema, i cittadini e i commercianti continuano a subire la situazione, e la città di Chivasso subisce un forte danno di immagine».

E in effetti basta una passeggiata per verificare la fotografia allegata all’interrogazione: sacchi di plastica abbandonati ai piedi dei cartelli stradali, cassonetti traboccanti davanti ai portoni, rifiuti lasciati in strada ben oltre le 10 del mattino. Scene ormai ricorrenti, che rischiano di diventare la normalità.

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