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Caos rifiuti a Chivasso: sacchi di plastica davanti ai cassonetti del tessile. La replica di Fluttero: «Non è colpa nostra»

La cooperativa Lavoro e Solidarietà disponibile a spostare i contenitori, ma attende risposte da Seta. «Il 99% dei rifiuti abbandonati non proviene dai nostri cassonetti» ribadisce il presidente Fluttero

Caos rifiuti a Chivasso: sacchi di plastica davanti ai cassonetti del tessile. La replica di Fluttero: «Non è colpa nostra»

Caos rifiuti a Chivasso: sacchi di plastica davanti ai cassonetti del tessile. La replica di Fluttero: «Non è colpa nostra»

Sacchi di plastica abbandonati e sporcizia che ritorna puntuale dopo ogni intervento di pulizia: è l’immagine che, ancora una volta, descrive viale Vittorio Veneto a Chivasso. A scatenare la protesta è stato un post pubblicato nel gruppo Facebook “Cittadini di Chivasso”, diventato in poche ore virale tra segnalazioni e commenti. Un cittadino ha raccontato di aver segnalato la situazione all’amministrazione comunale, ottenendo un pronto intervento dall’assessore competente, salvo poi ritrovarsi, due giorni dopo, nella stessa identica condizione. «Fatta prontamente ripulire dall’assessore, due giorni dopo era come prima... spero il Comune faccia qualcosa per smantellare quest’area», ha scritto.

Nel dibattito, oltre alle voci dei residenti, arriva ora anche la replica della cooperativa che gestisce i contenitori della raccolta tessile, la Lavoro e Solidarietà di Casabianca di Verolengo, presieduta da Andrea Fluttero, già sindaco di Chivasso per due mandati e senatore della Repubblica Italiana.

L'accatastamento dei rifiuti avviene infatti proprio a ridosso dei cassonetti.

La foto che ha scatenato le polemiche

«I nostri sono cassonetti per la raccolta di frazione tessile dei rifiuti urbani: tessile domestico ed abbigliamento. È vero che capita, altrove, di vedere abbandoni fuori dai contenitori: a volte per pigrizia, a volte perché qualcuno rovista e lascia lo scarto, altre ancora perché enti caritatevoli, che un tempo raccoglievano per donare e rivendevano l’eccedenza, oggi non riescono più a smaltire tutto e finiscono per lasciare sacchi fuori. Ma non è il caso di Chivasso», inforca Fluttero.

Il presidente della cooperativa sottolinea come la situazione di viale Vittorio Veneto sia legata a una cattiva abitudine radicata dei residenti del viale: «Questo caso specifico dura da anni. Non si tratta di abbandoni di tessile, ma di sacchi della plastica. I cittadini, anziché esporli davanti alla porta di casa, attraversano la strada e li depositano lì nei giorni di raccolta differenziata della plastica. Il problema è questo: a me spostare i contenitori non crea alcun tipo di problema, ma quell'accatastamento che si crea tutte le settimane non è roba nostra. Il 99% dei sacchi depositati in strada sono di plastica, lasciati da persone convinte di comportarsi correttamente: spostare i cassonetti per pensare di risolvere il problema, a mio giudizio, è sbagliato. Continuerebbero comunque ormai a portarli lì...».

Fluttero ricostruisce anche i passaggi istituzionali che hanno portato alla situazione attuale: «A gennaio scorso il Comune di Chivasso ha segnalato a Seta e Seta a noi sei posti alternativi per collocare i contenitori di viale Vittorio Veneto. Noi abbiamo indicato due possibili soluzioni ma, da allora, non abbiamo più ricevuto alcuna risposta da Seta. Noi siamo pronti a spostarli, abbiamo anche detto dove vorremmo portarli. Il problema vero, però, è che anche se li togliessimo, la questione rimarrebbe: quei sacchi non sono generati dai nostri contenitori. Bisogna risolvere il problema alla radice».

Intanto sui social la rabbia monta e molti residenti chiedono risposte concrete. C’è chi ricorda come la raccolta della plastica in tutta Chivasso avvenga con i sacchi lasciati per strada e come problemi analoghi si riscontrino in altre vie, come via Caluso. Altri invocano strumenti moderni, controlli più severi e il ritorno dei cassonetti per la plastica.

Il nodo resta sempre lo stesso: la gestione dei rifiuti e delle abitudini dei cittadini. Senza regole chiare, il rischio è che viale Vittorio Veneto continui a trasformarsi in una micro-discarica a cielo aperto. Con o o senza i contenitori dei rifiuti tessili...

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