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22 Ottobre 2025 - 10:39
Cimitero di Cuorgnè nel degrado, ma i fondi vanno altrove: la denuncia scuote il Comune
Un cimitero che cade a pezzi, muri che si sbriciolano e foto che parlano da sole. A Cuorgnè, le immagini diffuse sui social dal consigliere di minoranza Davide Pieruccini hanno sollevato un polverone politico e una domanda tanto semplice quanto scomoda: che cosa conta davvero per questa città?
Le fotografie mostrano una parte del cimitero comunale in condizioni di evidente degrado: intonaci sgretolati, crepe profonde e segni di infiltrazioni. Un quadro desolante, immortalato da un cittadino e rilanciato da Pieruccini, esponente del gruppo “Cuorgnè c’è”. “Ricevo e posto queste foto scattate nel Cimitero di Cuorgnè da un cittadino, che ci tiene a precisare che questa condizione persiste almeno da due anni”, ha scritto in un post che ha subito raccolto decine di reazioni indignate.
Pieruccini non si è limitato a condividere le immagini: ha inviato la segnalazione e il materiale fotografico all’ufficio manutentivo del Comune, chiedendo interventi immediati. Ma la denuncia, più che una richiesta tecnica, suona come un atto d’accusa politico.
Il consigliere mette nel mirino le scelte economiche dell’amministrazione. “L’amministrazione comunale ha fatto delle scelte per veicolare i fondi Pnrr verso altri investimenti”, ha dichiarato. Nel mirino, in particolare, i 3,6 milioni di euro destinati alla realizzazione delle aule studio negli ex Salesiani: un progetto culturale che, secondo Pieruccini, ha oscurato priorità più urgenti. “I fondi Pnrr servivano anche per sistemare i cimiteri cittadini. Purtroppo non c’è più tempo, scadono nel 2026. Chi ha speso bene avrà sicuramente dei vantaggi, non credo sia il nostro caso”.
Parole dure, che colpiscono al cuore la questione: le scelte di bilancio e di visione amministrativa. Da un lato le grandi opere, spesso annunciate con entusiasmo; dall’altro la manutenzione quotidiana, che non porta titoli ma misura la civiltà di una comunità.
Il cimitero è, per definizione, un luogo della memoria collettiva. Non è un tema “secondario”, ma uno specchio del rispetto che una comunità riserva ai propri defunti e, di riflesso, a se stessa. Lasciare che i muri si sgretolino e che l’umidità scavi le pareti significa non solo trascurare una struttura pubblica, ma offendere la dignità di chi vi riposa.
Le foto diffuse da Pieruccini mostrano crepe profonde, sezioni di muro scrostate, pareti annerite dall’umidità. Segni che non si formano in pochi mesi, ma che rivelano anni di incuria. Eppure, nessun piano di manutenzione strutturale risulta avviato.
La scadenza del 2026, fissata per la rendicontazione dei fondi Pnrr, incombe su tutti i Comuni. Ma a Cuorgnè, almeno per il momento, non sembra esserci alcuna traccia di un progetto dedicato alla riqualificazione del camposanto.
Dall’amministrazione comunale, al momento, nessuna replica ufficiale. Né un cronoprogramma, né una nota che chiarisca se interventi siano già previsti. La segnalazione è stata inoltrata all’ufficio manutentivo, ma non risulta ancora alcun riscontro operativo.
Sui social, però, la questione è esplosa. Tra i commenti ai post, c’è chi parla di “vergogna per una città che si dice civile” e chi ricorda che “anche i defunti meritano rispetto, non solo i progetti da inaugurare”. Molti utenti chiedono che il Comune renda pubblici i dati sulle spese di manutenzione ordinaria, per capire quanto si investe nella cura dei luoghi della memoria rispetto a quanto si spende in opere nuove.
Il degrado del cimitero di Cuorgnè diventa così un simbolo politico e morale. Non è solo una questione di crepe, ma di priorità amministrative. Perché se i fondi europei vengono usati per progetti di facciata e non per mettere in sicurezza spazi fondamentali per la comunità, allora qualcosa nella rotta si è perso.
La vicenda riaccende il dibattito su una domanda che molti cittadini si pongono: vale più un taglio del nastro o un muro che non crolla?
Pieruccini, dal canto suo, sembra voler tenere alta la pressione. Il suo post, al di là della polemica, evidenzia un dato concreto: “Questa condizione persiste da almeno due anni”. Un tempo lunghissimo, durante il quale – si chiede il consigliere – nessuno ha ritenuto urgente intervenire.
Due anni non sono un dettaglio: sono otto stagioni di pioggia, gelo e sole che hanno continuato a consumare superfici già compromesse. E mentre gli intonaci cedono, la sensazione diffusa è quella di un’amministrazione che non vede, o che finge di non vedere.
In un periodo in cui il Pnrr impone di scegliere con rapidità dove investire e dove rinunciare, Cuorgnè sembra aver optato per la prima categoria di progetti “visibili”, lasciando indietro la manutenzione ordinaria. Ma la verità è che non c’è nulla di più politico della manutenzione: è lì che si misura la cura per il bene comune, non nei rendering patinati o nei comunicati di fine mandato.
Le foto del cimitero non sono solo una denuncia estetica: sono una questione morale. Raccontano una città che preferisce voltarsi dall’altra parte, che si spende per progetti ambiziosi ma dimentica i luoghi più fragili.
Un camposanto che cade a pezzi non è solo un problema edilizio: è un segnale di disattenzione collettiva, un promemoria di quanto poco conti, oggi, la memoria rispetto all’apparenza.
Finché non arriveranno risposte chiare dal Comune – un piano, una cifra, una data – resteranno solo le fotografie. E quelle immagini, dure e spoglie, continueranno a girare sui social, ricordando che a Cuorgnè non è la politica a fare notizia, ma i muri che si sgretolano in silenzio.
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