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Torino mette il cuore prima di tutto: dieci nuovi defibrillatori nei parchi possono salvare delle vite

Il progetto del Comune prevede anche il censimento dei Dae già presenti e una campagna per sensibilizzare i cittadini all’uso corretto dei dispositivi e alla donazione

Torino, città cardioprotetta: di

Torino mette il cuore prima di tutto: dieci nuovi defibrillatori nei parchi possono salvare delle vite

Torino compie un passo deciso verso una sicurezza urbana che non si misura solo in videosorveglianza o viabilità, ma in vite salvate. Con l’approvazione del progetto “Torino Città Cardioprotetta”, la Giunta comunale ha deciso di dotare la città di dieci nuovi defibrillatori semiautomatici (Dae) che saranno installati nei parchi, nei giardini e nei luoghi di maggiore aggregazione. Un investimento in salute pubblica e consapevolezza collettiva, che si affianca a un censimento dei dispositivi già esistenti per garantirne tracciabilità, manutenzione e efficienza operativa.

L’iniziativa, coordinata dall’assessorato allo Sport, è parte di una strategia più ampia per rendere Torino una città cardioprotetta, dove la possibilità di intervenire tempestivamente in caso di arresto cardiaco non dipenda dal caso o dalla fortuna. Tutti i nuovi Dae saranno collegati al sistema di emergenza 112/118, grazie a un sistema di geolocalizzazione Gps e a una funzione che, al momento dell’attivazione, invia automaticamente la chiamata ai soccorsi. Ogni teca sarà riscaldata e progettata per proteggere l’apparecchio dalle intemperie, permettendone l’utilizzo in qualsiasi stagione.

Con questo progetto vogliamo rendere Torino una città sempre più sicura e attenta alla salute dei suoi cittadini”, ha dichiarato l’assessore Francesco Tresso. “I defibrillatori sono strumenti che possono davvero salvare vite: diffonderli nei luoghi di maggiore frequentazione, garantirne la manutenzione e far conoscere alla popolazione come utilizzarli significa investire concretamente in prevenzione e solidarietà”.

Il Comune avvierà anche una campagna di comunicazione e sensibilizzazione per far conoscere ai cittadini la localizzazione dei Dae, spiegare come si usano e incoraggiare la donazione e la sponsorizzazione di nuovi dispositivi. L’obiettivo non è solo tecnologico, ma culturale: diffondere la consapevolezza che il primo soccorso può essere alla portata di tutti, e che l’intervento rapido in attesa dei medici può fare la differenza tra la vita e la morte.

Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia ogni anno oltre 70.000 persone sono colpite da arresto cardiaco improvviso, e solo il 2-5% sopravvive. La percentuale può aumentare fino al 70% se la defibrillazione avviene entro 3-5 minuti, ma ciò richiede una rete capillare di dispositivi accessibili e cittadini formati all’uso. Con “Torino Città Cardioprotetta”, l’amministrazione si propone di colmare proprio questo divario.

Il censimento dei defibrillatori comunali — che saranno registrati sul Portale Dae della Regione Piemonte e sul database del 118 — permetterà di avere un quadro completo dei dispositivi funzionanti e di intervenire tempestivamente in caso di guasto o mancata manutenzione. La rete sarà inoltre aggiornata in tempo reale, così da offrire ai soccorritori e alla popolazione una mappa costantemente affidabile.

I defibrillatori verranno installati in zone verdi e luoghi pubblici molto frequentati, ma anche vicino a impianti sportivi, scuole e centri civici, dove la presenza di persone di tutte le età rende più alta la probabilità di emergenze cardiache. Ogni apparecchio sarà sottoposto a manutenzione costante per quattro anni, con controlli periodici sull’efficienza delle batterie e degli elettrodi.

In parallelo, il Comune sta valutando di estendere il progetto ai privati — aziende, esercizi commerciali, associazioni — invitandoli a contribuire alla crescita della rete di dispositivi salvavita. In prospettiva, Torino punta a diventare un modello nazionale di prevenzione diffusa, dove l’innovazione tecnologica e la solidarietà civica si incontrano per un obiettivo comune: rendere la città un luogo più sicuro, umano e pronto a reagire di fronte all’imprevisto.

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