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San Raffaele Cimena
19 Ottobre 2025 - 18:14
San Raffaele Cimena dice basta alla violenza: al via il primo spazio d’ascolto per le vittime (foto di repertorio)
Contrastare la violenza anche nei piccoli centri. È la sfida dell’Amministrazione di San Raffaele Cimena, che sta lavorando alla creazione di uno spazio d’ascolto dedicato a chi ha subito abusi o maltrattamenti. Un presidio gratuito, riservato, pensato per la collina torinese, dove servizi di questo tipo non esistono.
Il progetto è seguito dal vicesindaco Vincenzo Demasi. La linea è chiara: partire subito, con serietà e discrezione.
«Sto lavorando alla realizzazione di uno spazio dedicato all’ascolto e all’accoglienza di persone che hanno subito violenza. L’obiettivo è quello di avviare un servizio inizialmente per alcune ore alla settimana, per poi valutarne l’evoluzione in base alle esigenze che emergeranno», spiega Demasi.
Al centro c’è la relazione d’aiuto, affidata a una psicologa che collaborerà con il Comune. L’impianto è semplice, il messaggio no: nessuno dev’essere lasciato solo. «Si tratta di un progetto ancora in fase di definizione, ma al quale credo profondamente, perché nasce dal bisogno concreto di offrire un punto di riferimento umano e sicuro a chi vive o ha vissuto situazioni di dolore e fragilità», continua il vicesindaco.
La privacy sarà la regola. Accessi su appuntamento, spazi protetti, nessuna esposizione. «Siamo consapevoli che si tratta di un tema estremamente delicato. Per questo, la privacy e la riservatezza delle persone coinvolte saranno la nostra priorità assoluta. Creare un ambiente protetto, in cui potersi sentire ascoltati e compresi senza timori, è il primo passo per restituire fiducia e dignità».
L’avvio è fissato per novembre, mese simbolico per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Un segnale preciso: alla sensibilizzazione deve seguire il servizio. «L’intenzione è quella di partire già nel mese di novembre, un periodo dal forte valore simbolico perché coincide con la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne».
Lo sportello sarà aperto a tutto il territorio. Non solo ai residenti. «Questo servizio sarà prima di tutto un punto di ascolto aperto a tutto il territorio, pensato anche per chi, trovandosi fuori dal proprio contesto abituale, può sentirsi più libero di condividere la propria storia».
L’obiettivo è colmare un vuoto storico nella collina torinese. «Fino ad oggi, in collina non esistono presìdi di questo tipo: poter offrire un luogo sicuro a chi ha bisogno di una mano è, prima di tutto, un dovere morale e civile».
Il contesto aiuta a capire l’urgenza. I dati Istat indicano che una donna su tre in Italia ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita. In oltre due casi su tre l’abuso avviene in casa; una su due indica il partner o l’ex come autore. Il 1522, numero nazionale antiviolenza e stalking, riceve decine di migliaia di chiamate ogni anno. Numeri che, dietro le percentuali, sono storie. Spesso taciute.
Lo spazio d’ascolto non sostituirà i centri antiviolenza metropolitani: li affiancherà. Compito del Comune sarà ascoltare, sostenere, orientare verso percorsi legali, sanitari e sociali già attivi. Con una priorità: proteggere chi chiede aiuto.
La tabella di marcia è serrata: definizione del locale, protocolli di accesso, calendario delle aperture, rete con assistenti sociali e forze dell’ordine. Poi la partenza. Demasi sintetizza il senso dell’iniziativa in una frase: ascoltare per restituire fiducia e dignità. È da lì che passa la differenza tra un annuncio e un servizio vero.
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