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17 Ottobre 2025 - 19:10
Nucleare in Piemonte? “Non è rinnovabile, è un inganno alla transizione ecologica”
Si annuncia teso e carico di polemiche il convegno “Ecolife – Transizione energetica”, in programma sabato 18 ottobre a Biella, dove interverrà il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin per illustrare le linee del Governo sul futuro mix energetico dell’Italia. Il tema centrale, secondo gli organizzatori, è l’integrazione tra Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e mini-nucleare. Ma proprio questo accostamento ha scatenato la protesta di Pro Natura Piemonte, che in un durissimo comunicato denuncia “una pericolosa operazione di propaganda” e un “tradimento dei principi democratici e ambientali sanciti dai referendum del 1987 e del 2011”.
L’associazione ambientalista accusa il Governo di voler “spacciare per sostenibile una tecnologia che sostenibile non è” e contesta l’assenza di un reale contraddittorio all’interno del convegno, dove non sono stati invitati esperti o accademici con posizioni critiche sul nucleare. “Si tratta di un incontro – spiegano da Pro Natura – che ha come unico obiettivo quello di promuovere le tesi governative approvate dal Consiglio dei Ministri lo scorso 2 ottobre”, quando è stato varato il disegno di legge delega che autorizza l’esecutivo ad adottare, entro un anno, decreti legislativi per reintrodurre la produzione di energia da fonte nucleare.
Pro Natura parla di “scelta antidemocratica e strumentale”, sottolineando come il Governo, oltre a ignorare l’esito dei referendum popolari che bocciarono il nucleare in Italia, preveda ora di escludere Regioni e Comuni dalle procedure autorizzative, con una “semplificazione” che di fatto affida al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il pieno controllo sulle decisioni in materia.
Il documento dell’associazione non risparmia critiche nemmeno all’impostazione scientifica del convegno, dove, accanto al ministro Pichetto Fratin, interverranno Stefano Corgnati, rettore del Politecnico di Torino, con una relazione sul modello SMR (Small Modular Reactor), e Francesca Mariotti, presidente dell’ENEA, per illustrare la presunta integrazione tra nucleare e rinnovabili. “Ma nessuno – osservano gli ambientalisti – darà voce alle posizioni che, nel mondo accademico, mettono in dubbio la reale sicurezza e sostenibilità dei reattori modulari di piccola taglia”.
Pro Natura definisce il nucleare “una tecnologia del passato, insicura e non rinnovabile”. Il problema delle scorie radioattive resta irrisolto, ricordano, e gli incidenti di Chernobyl e Fukushima continuano a rappresentare un monito globale. A livello economico, poi, la sproporzione è evidente: nel 2024 gli investimenti mondiali nelle fonti rinnovabili hanno raggiunto i 730 miliardi di dollari, contro appena 20 miliardi per il nucleare, un settore in calo costante nella produzione elettrica globale.
Nel comunicato vengono citate anche le parole di Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica, che ha definito il nuovo nucleare “più vecchio dei transistor”, e dell’ex ministro Gianni Mattioli, secondo cui gli SMR “non introducono alcuna innovazione reale in termini di sicurezza”. Per Pro Natura, dunque, la narrazione del “nuovo nucleare pulito” è “una fake ben costruita”, funzionale solo a giustificare scelte industriali e politiche già prese.
Particolarmente severo è poi il giudizio sull’abbinamento tra mini-nucleare e Comunità Energetiche Rinnovabili, che l’associazione giudica “illogico e specioso”. Le CER, spiegano, nascono dal basso, come esperienze di partecipazione civica e cooperazione locale per la produzione e la condivisione di energia da fonti realmente rinnovabili, come sole e vento. Accostarle al nucleare, sostengono da Pro Natura, significa “confondere i cittadini e sottrarre risorse alla vera transizione ecologica”.
Non manca un passaggio di tono etico e religioso, con riferimento alla posizione espressa da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, che mette in guardia contro il “paradigma tecnocratico” e le soluzioni che affrontano i problemi ambientali solo in chiave tecnologica. “Il Papa – ricordano – ha parlato chiaramente di rischio di autodistruzione legato al nucleare”, e anche il Movimento Laudato si’ ha chiesto all’Unione europea di escludere questa fonte energetica dall’elenco delle tecnologie considerate sostenibili.
A destare sorpresa, infine, è la presenza al convegno del direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Torino, la cui partecipazione viene giudicata “incoerente con il messaggio di custodia del creato e di responsabilità ambientale richiamato proprio da Papa Francesco”.
Pro Natura Piemonte conclude la sua presa di posizione con un appello netto: “Il nucleare non ha nulla a che vedere con la transizione energetica. È una tecnologia costosa, rischiosa e divisiva, che sottrae risorse alla ricerca e all’implementazione delle energie rinnovabili. Tornare indietro significherebbe tradire non solo la volontà dei cittadini, ma anche il principio stesso di sostenibilità”.
La manifestazione di Biella, in programma nel pieno del dibattito sul futuro energetico italiano, rischia così di diventare non solo un momento di confronto tecnico, ma anche un test politico sulla direzione che il Paese intende prendere. Tra promesse di innovazione e accuse di manipolazione, il tema del nucleare torna a spaccare l’opinione pubblica, riportando in primo piano la domanda che attraversa l’Italia da quarant’anni: può davvero esserci un’energia pulita che nasce dal rischio radioattivo?
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