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Focolaio di aviaria nell’Alessandrino: scatta l’allerta sanitaria in Piemonte

Focolaio di influenza aviaria H5 nell'alessandrino: allevamento isolato, abbattimenti e controlli a tappeto entro 10 km; filiera sotto osservazione, nessun rischio immediato per i consumatori

Focolaio di aviaria

Focolaio di aviaria nell’Alessandrino: scatta l’allerta sanitaria in Piemonte

Un nuovo focolaio di influenza aviaria è stato individuato in un allevamento di galline in provincia di Alessandria, riportando l’attenzione su un tema che negli ultimi anni ha messo in difficoltà il comparto avicolo piemontese. La notizia è stata confermata oggi dalla Regione Piemonte, che ha immediatamente attivato il protocollo di emergenza sanitaria previsto per i casi di sospetta infezione da virus H5.

La segnalazione è arrivata nelle scorse ore, dopo la morte improvvisa di diversi capi all’interno di un allevamento del territorio alessandrino. Gli esami effettuati dai servizi veterinari dell’ASL competente hanno confermato la presenza del virus, facendo scattare le misure di contenimento. In mattinata si è svolta una riunione straordinaria dell’unità di crisi regionale, alla presenza dei tecnici del Ministero della Salute e del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria, per definire le linee operative immediate.

Secondo quanto comunicato dall’assessorato alla Sanità, sono in corso indagini epidemiologiche per determinare l’origine del contagio e verificare eventuali connessioni con altri focolai segnalati in Italia o all’estero. Gli esperti ipotizzano che il virus possa essere stato introdotto attraverso uccelli selvatici migratori, una delle principali vie di trasmissione durante la stagione autunnale, ma al momento non si escludono altre possibilità.

Le autorità regionali assicurano che la situazione è sotto controllo e costantemente monitorata. L’assessore alla Sanità Federico Riboldi, che sta seguendo da vicino l’evolversi del caso, ha confermato che tutte le procedure di sicurezza sono state attivate: isolamento dell’allevamento, controllo sanitario dei capi e delimitazione di una zona di protezione e sorveglianza attorno al sito interessato.

In base alle norme europee, nei prossimi giorni saranno effettuati campionamenti a tappeto sugli allevamenti avicoli nel raggio di dieci chilometri e sarà predisposta la sospensione temporanea di movimentazioni di pollame, uova e mangimi dalle aree circostanti. Le autorità veterinarie hanno inoltre disposto l’abbattimento preventivo dei capi presenti nella struttura dove è stato individuato il virus, misura necessaria per evitare la diffusione del contagio.

L’episodio riaccende l’allarme su una malattia che, pur non rappresentando un rischio diretto per la salute umana nella sua forma attuale, può avere pesanti ripercussioni economiche e sanitarie. Gli allevatori piemontesi, già colpiti in passato da altre emergenze sanitarie, temono ora restrizioni e limitazioni alla vendita dei propri prodotti. La Regione, tuttavia, ha rassicurato che le misure adottate mirano a proteggere la filiera e a circoscrivere rapidamente il focolaio.

Il Piemonte, con oltre 20 milioni di capi avicoli, è una delle regioni più importanti d’Italia per la produzione di carne bianca e uova. Proprio per questo, la sorveglianza sanitaria nel settore è particolarmente stringente. In passato, casi isolati di influenza aviaria avevano già colpito allevamenti del Cuneese e del Novarese, ma erano stati gestiti con efficacia senza gravi conseguenze sul mercato regionale.

Nei prossimi giorni l’unità di crisi continuerà a riunirsi per valutare l’evoluzione del quadro epidemiologico e, se necessario, aggiornare le misure di biosicurezza. Al momento non ci sono rischi per i consumatori: le autorità precisano che la trasmissione del virus non avviene attraverso il consumo di carne o uova, purché questi prodotti provengano da filiere controllate.

Il caso dell’Alessandrino, tuttavia, conferma quanto il monitoraggio costante sia essenziale per contenere rapidamente ogni focolaio. La tempestività con cui sono intervenuti i veterinari e la sinergia tra Regione, Ministero e Asl locali rappresentano un elemento di rassicurazione, ma anche un promemoria sulla fragilità del sistema zootecnico di fronte a virus che continuano a circolare nel continente europeo.

In attesa dei risultati definitivi sulle analisi genetiche del ceppo virale, resta alta l’attenzione su tutto il territorio piemontese, dove le autorità invitano gli allevatori a rafforzare le misure di biosicurezza, segnalando immediatamente qualsiasi anomalia nella mortalità degli animali o nei comportamenti del pollame. La prevenzione, come ricordano gli esperti, resta l’arma più efficace per evitare che un episodio isolato possa trasformarsi in un’emergenza su larga scala.

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