Cerca

Attualità

Da fabbrica di morte a laboratorio di futuro verde: Balangero, l’ex Amiantifera rinasce

Oltre 400 visitatori per “Porte Aperte”: la bonifica entra nella fase finale, tra controlli record e il progetto di un impianto fotovoltaico da un megawatt

Da fabbrica di morte

Da fabbrica di morte a laboratorio di futuro verde: Balangero, l’ex Amiantifera rinasce

Da luogo di contaminazione a laboratorio di futuro. L’ex Amiantifera di Balangero, per decenni sinonimo di dolore e inquinamento, sta riscrivendo la propria storia con un percorso di trasparenza, scienza e partecipazione pubblica. L’iniziativa “Porte Aperte”, promossa da Rsa (Responsible Solutions for Asbestos), ha richiamato in due anni oltre 400 visitatori, tra cittadini, tecnici e studiosi, offrendo la possibilità di osservare da vicino una bonifica considerata tra le più complesse al mondo.

I gruppi, composti da una trentina di persone, hanno potuto visitare il sito e assistere alle spiegazioni sui lavori di messa in sicurezza e sui sistemi di controllo dell’aria. L’interesse è stato altissimo: la quasi totalità dei partecipanti ha espresso apprezzamento per l’organizzazione e la chiarezza delle informazioni ricevute, segno di una rinnovata fiducia in un territorio che per anni è stato sinonimo di emergenza ambientale. L’obiettivo, spiegano i tecnici, è di rendere la visita un appuntamento stabile, coinvolgendo in futuro anche le associazioni e le Pro Loco di Balangero e Corio, per intrecciare divulgazione scientifica e valorizzazione turistica.

La sicurezza resta al centro. Oggi, il rischio da polveri di amianto è stato praticamente azzerato: dove un tempo si contavano oltre 500 microfibre per litro d’aria, ora le rilevazioni si attestano tra 0,2 e 0,4, livelli considerati trascurabili. L’area è sorvegliata da cinque stazioni fisse di monitoraggio e da controlli a sorpresa dell’Arpa, che garantiscono la costante verifica della qualità dell’aria.

Parallelamente, proseguono i lavori di bonifica permanente. È in corso la realizzazione dell’area destinata alla tombatura del materiale contenente amianto, proveniente dalla demolizione dei vecchi capannoni industriali. Si tratta della fase più delicata del progetto: l’area, capace di ricevere fino a 63mila metri cubi di materiale, segnerà il completamento del processo di messa in sicurezza definitiva. Per i lavori sono già disponibili oltre 4,5 milioni di euro, cui si aggiunge un importo analogo destinato alle operazioni sui capannoni. Il cantiere dovrebbe entrare nella fase operativa tra fine 2026 e inizio 2027, salvo imprevisti.

Ma l’ex cava guarda anche oltre la bonifica. Le istituzioni locali, insieme a Rsa e all’Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, hanno già tracciato le linee per la fase di rinascita energetica del sito: un progetto di impianto fotovoltaico capace di generare un megawatt di potenza. Una scelta simbolica e concreta insieme, che trasformerebbe uno dei luoghi più drammatici della storia industriale piemontese in una fonte di energia pulita, segnando il passaggio dalla nocività alla sostenibilità.

Il percorso dell’ex Amiantifera di Balangero è oggi un caso studio per la comunità scientifica e per le politiche ambientali italiane. Da zona interdetta e temuta, il sito si avvia a diventare un esempio di rigenerazione integrata, dove bonifica, educazione ambientale e innovazione energetica si incontrano. Il messaggio è chiaro: la ferita dell’amianto non si cancella, ma si può trasformare in conoscenza, responsabilità e futuro condiviso.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori