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08 Ottobre 2025 - 15:22
ITP Spa alla prova: verso il pedaggio elettronico anche sulla tangenziale di Torino
C’è un nuovo gestore per le principali arterie autostradali del Piemonte, ma i nodi da sciogliere sono tutt’altro che pochi. La Seconda Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Mauro Fava, ha infatti ascoltato i vertici di ITP S.p.A. (Ivrea Torino Piacenza), la società concessionaria che dal 1° dicembre 2024 ha preso in carico la gestione delle tratte A5 Torino–Ivrea–Quincinetto, A4/A5 Ivrea–Santhià, A21 Torino–Alessandria–Piacenza e A55, il sistema tangenziale di Torino con le diramazioni per Pinerolo e Moncalieri.
Alla seduta erano presenti il direttore tecnico e quello d’esercizio della società, che hanno illustrato ai consiglieri regionali la complessità della rete gestita, il piano di manutenzioni e le sfide legate all’innovazione dei sistemi di esazione.
ITP Spa, nata nel 2022 con sede a Torino, è una delle più giovani concessionarie autostradali italiane, con un capitale sociale da 120 milioni di euro e sotto la direzione del Consorzio Stabile SIS S.c.p.a.. Gestisce un’ampia rete strategica per i collegamenti tra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, comprendendo non solo autostrade interregionali ma anche arterie urbane fondamentali come la tangenziale torinese, attraversata ogni giorno da circa 300 mila veicoli.
Un traffico imponente, concentrato proprio sulla tangenziale, dove i transiti avvengono senza pedaggio in base a una convenzione storica. Una particolarità che differenzia questa tratta dalle altre autostrade gestite da ITP, tutte invece a pagamento, e che rende strategico lo studio di un nuovo sistema di esazione moderno e sostenibile, come quello basato sulla tecnologia Free Flow.
Tra i temi centrali dell’audizione, infatti, c’è proprio il Free Flow, il sistema di pedaggio senza caselli che consente di viaggiare senza fermarsi, grazie a portali dotati di telecamere e sensori che riconoscono la targa del veicolo e calcolano automaticamente la tariffa. È un modello già in uso sulla Pedemontana lombarda e sulla Asti-Cuneo, e rappresenta la direzione in cui si sta muovendo l’intero comparto autostradale.
Per la tangenziale torinese e la Torino–Pinerolo, la convenzione con lo Stato prevede al momento solo uno studio di fattibilità tecnico-economica: ma se il progetto dovesse andare in porto, si passerebbe da un sistema forfettario, come quello attuale, a un pagamento legato alla percorrenza reale, introducendo un principio di maggiore equità e precisione tariffaria.
Nel corso della seduta si è discusso anche di sicurezza, un tema che resta prioritario per ITP. In particolare, i dirigenti hanno riferito che su tutta la rete è stata completata la copertura del 100% delle segnaletiche anti-contromano e che si sta valutando l’introduzione di nuove tecnologie di rilevamento automatico, come telecamere intelligenti capaci di riconoscere i veicoli che imboccano le corsie nel senso opposto di marcia.
Un passo necessario per ridurre gli incidenti più gravi, in un contesto autostradale che vede ogni giorno transitare centinaia di migliaia di mezzi tra tangenziale, A21 e A5.
Un altro punto toccato riguarda le ricadute della chiusura del traforo del Monte Bianco, in programma tra settembre e dicembre, e le possibili ripercussioni sulla viabilità piemontese. I rappresentanti della società hanno rassicurato che, per ora, “la situazione non sta causando eccessivi problemi”, ma che un’eventuale contemporanea chiusura del Frejuspotrebbe rendere il quadro molto più critico. “In ogni caso – hanno spiegato – ITP dispone di procedure che consentono di gestire la situazione in sicurezza”.
Sullo sfondo, resta il tema degli investimenti infrastrutturali: interventi su barriere di sicurezza, barriere fonoassorbenti, pavimentazioni, sistemi idraulici e nuove viabilità di adduzione all’autostrada, alcuni già programmati, altri ancora allo stadio di studio di fattibilità. Sarà poi il Ministero delle Infrastrutture, di concerto con gli enti locali, a stabilire quali opere potranno essere finanziate e attuate.
ITP ha ricordato anche i piani di potenziamento della A21, che includono adeguamenti sismici e acustici, risanamento delle pavimentazioni e consolidamento di viadotti e cavalcavia.
A conclusione dell’incontro, il presidente Mauro Fava ha espresso apprezzamento per i progetti presentati e ha sottolineato la volontà di ripetere l’audizione il prossimo anno per monitorare con precisione lo stato di avanzamento delle opere e dei piani di ammodernamento.
Hanno partecipato al dibattito anche i consiglieri Alberto Unia (M5s), Alberto Avetta, Nadia Conticelli e Fabio Isnardi (Pd), Roberto Ravello e Carlo Riva Vercellotti (FdI) e Alice Ravinale (Avs), che hanno posto domande su pedaggi, sicurezza e gestione dei flussi di traffico.
Insomma, l’audizione ha tracciato il profilo di una società giovane ma chiamata a gestire un compito enorme: rinnovare e mantenere oltre 400 chilometri di autostrade e tangenziali in un’area tra le più trafficate d’Italia, assicurando standard di sicurezza elevati e al tempo stesso sostenibilità economica.
Un equilibrio non semplice, soprattutto con 300 mila transiti gratuiti al giorno e una rete che dovrà essere presto adeguata alle tecnologie del futuro. Ma la direzione sembra ormai tracciata: il Piemonte vuole una mobilità più intelligente, e ITP sarà il banco di prova di questa transizione.
In Piemonte l’innovazione corre. Corre come un’auto in tangenziale, ma con il tachimetro puntato sul portafoglio.
Da dicembre 2024 la rete autostradale torinese è passata sotto la gestione di ITP Spa, nome che sa di Silicon Valley e invece vuol dire Ivrea Torino Piacenza. Che, detta così, sembra un itinerario di vacanza ma è solo un’altra sigla per dire: pagherete, ma in modo innovativo.
La novità si chiama Free Flow, che in inglese suona benissimo. In italiano meno: flusso libero, cioè vai dove vuoi, paghi quando non te ne accorgi.
Il principio è semplice: niente più caselli, niente più sbarre, solo telecamere gentili che ti fotografano mentre guidi. Ti riconoscono, ti salutano e ti addebitano la tariffa.
Un gesto di cortesia.
È la modernità, bellezza: prima pagavi fermandoti, adesso pagherai continuando ad andare. Il progresso.
Oggi, per chi non lo sapesse, la tangenziale di Torino è quasi gratuita.
Si paga solo all’ingresso nord, quando finisce la A4 Torino–Milano, e a sud, dove la tangenziale incontra la A6 per Savona e la diramazione per Pinerolo.
Un’anomalia, dicono. Un lusso.
Come se non bastasse pagare la benzina, l’assicurazione, le tasse, il bollo e il parcheggio a peso d’oro, noi torinesi abbiamo pure l’arroganza di pretendere di girare gratis attorno alla nostra città.
Uno scandalo, da sanare al più presto in nome dell’equità e della sostenibilità — le due parole magiche che oggi giustificano tutto, anche i pedaggi.
E così, mentre 300 mila veicoli al giorno scorrono liberi sulla tangenziale, ecco che il futuro bussa al parabrezza: Free Flow.
Un sistema senza caselli, senza contanti, senza pietà.
Pagheremo al chilometro, come nei film americani ma con meno glamour e più smog.
E se qualcuno osa lamentarsi, gli risponderanno che è il prezzo della modernità, che “anche in Europa si fa così”.
Già, ma in Europa lo stipendio medio non è mille e rotti euro al mese.
Il presidente della Seconda Commissione regionale, Mauro Fava, è fiducioso.
Ha detto che il progetto è utile, che bisogna “monitorare la situazione”, e che ITP Spa “sta lavorando bene”.
E sicuramente è vero.
In fondo, chi non lavorerebbe bene con un capitale da 120 milioni di euro e un’autostrada che promette di trasformare ogni passaggio in un micro-pedaggio?
Un vero flusso di cassa libero — ecco il vero Free Flow.
Nel frattempo, mentre si studiano le barriere fonoassorbenti, le segnaletiche anti-contromano e i viadotti antisismici, nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire ad alta voce la frase proibita:
la tangenziale di Torino, quella che da cinquant’anni è gratis, potrebbe diventare a pagamento per tutti.
E forse non lo dicono perché la verità, se pronunciata, suonerebbe male: “Abbiamo deciso di farvi pagare anche per non entrare in città”.
Insomma, il Piemonte si prepara alla sua rivoluzione tecnologica: telecamere, sensori, algoritmi e fatturazione elettronica.
Tutto digitalizzato, tutto tracciato, tutto efficiente.
Perfino la stangata.
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