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08 Ottobre 2025 - 15:23
Ci vogliono far pagare anche la tangenziale di Torino: 300 mila automobilisti nel mirino
La chiamano innovazione, ma per chi guida sarà semplicemente una nuova tassa a quattro ruote.
Dietro la parola inglese “Free Flow”, che suona tanto moderna e tecnologica, si nasconde un vecchio concetto ben noto agli automobilisti: si paga. Tutti, sempre, ovunque.
Durante l’audizione in Seconda Commissione regionale, presieduta da Mauro Fava, i vertici di ITP Spa (Ivrea Torino Piacenza) — la nuova concessionaria che dal 1° dicembre 2024 gestisce l’intera rete autostradale torinese, compresa la tangenziale A55 — hanno presentato lo “studio di fattibilità” per introdurre il sistema di pedaggio senza caselli, lo stesso che già funziona sulla Pedemontana lombarda e sulla Asti-Cuneo.
In apparenza, una svolta tecnologica. In realtà, una rivoluzione nel portafoglio di chiunque si muova attorno a Torino.
Oggi, la tangenziale torinese è gratuita quasi ovunque, e proprio per questo è usata da oltre 300 mila veicoli al giorno.
Si paga solo in ingresso a Torino Nord, dove finisce l’autostrada A4 Torino-Milano, e a Torino Sud, all’intersezione con la A6 Torino-Savona e la diramazione per Pinerolo. Un compromesso che per decenni ha retto l’equilibrio della mobilità piemontese: chi entra da fuori paga, chi si muove in città no.
E invece adesso si vuole cambiare tutto.
Con il Free Flow, addio caselli, ma anche addio gratuità. Ogni chilometro percorso — anche solo per andare da corso Allamano a corso Francia — sarà tracciato, registrato e fatturato.
Altro che “semplificazione digitale”: per la prima volta, chiunque userà la tangenziale pagherà un pedaggio.
Un’“equità” che suona come una beffa: gli stessi torinesi che da sempre la usano per evitare il centro congestionato, si ritroveranno a pagare per bypassare le buche comunali.
In Commissione, il presidente Fava si è mostrato fiducioso, parlando di “monitoraggio e utilità del progetto”.
Ma nessuno ha ancora detto chiaramente quanto costerà questa “modernità”. Né chi controllerà le migliaia di targhe che ogni giorno passeranno sotto i portali elettronici, né cosa accadrà ai cittadini che non hanno Telepass o carta di credito.
Un sistema che “funziona da solo”, dicono. Già: funziona da solo per spillare soldi a chiunque passi.
E così, mentre ITP — società con sede a Torino e capitale da 120 milioni di euro — si prepara a estendere la sua gestione sulle autostrade A5, A4/A5 e A21, la tangenziale, finora simbolo di libertà di movimento, diventa l’ennesimo bancomat per la società concessionaria.
Con il “pagamento al chilometro”, chi vive a Collegno, Moncalieri o Settimo finirà per sborsare per fare gli stessi spostamenti che oggi sono gratuiti.
E tutto questo nel nome della tecnologia e della “sostenibilità economica” del servizio.
Nel frattempo, gli automobilisti continueranno a fare i conti con cantieri, rallentamenti, code e carburante a due euro al litro. Ma almeno, dicono i promotori, niente più caselli e sbarre: solo un “fluire libero”.
Libero, certo, ma solo per chi può permetterselo.
Insomma, il futuro è arrivato: telecamere intelligenti, portali digitali e pedaggi al metro.
La chiamano “mobilità smart”, ma somiglia tanto a una “fregatura smart”.
E chi da decenni percorre la tangenziale torinese gratuitamente, presto scoprirà che anche per circolare intorno alla propria città servirà mettere mano al portafoglio.
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