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08 Ottobre 2025 - 13:47
Riconoscimento della Palestina? "No, grazie!" Caluso sceglie la linea delle neutralità
Mentre in molte città italiane e canavesane si moltiplicano le iniziative a sostegno del popolo palestinese e della Global Sumud Flotilla, a Caluso il dibattito politico ha preso una piega diversa. Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, la maggioranza ha infatti bocciato l’ordine del giorno presentato dal gruppo di minoranza Caluso per un futuro comune, che chiedeva al Comune di farsi promotore di una presa di posizione a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina.
Un atto politico simbolico, ma non isolato: documenti simili sono stati approvati in altre amministrazioni italiane, sull’onda del riconoscimento ufficiale già espresso da Francia e Spagna. L’intento era quello di sollecitare il governo nazionale ad assumere una posizione chiara sulla scena internazionale, sostenendo la nascita di uno Stato palestinese sovrano entro i confini precedenti all’occupazione del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa.
Il testo, letto in aula dal consigliere Marco Ancora, si articolava in più punti. Oltre al richiamo alla risoluzione Onu per l’ammissione della Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, si chiedeva l’impegno del Comune di Caluso a sollecitare le istituzioni italiane a intervenire contro la colonizzazione dei territori occupati e a promuovere, insieme ad altri sindaci piemontesi, una campagna di sensibilizzazione volta a sostenere il diritto internazionale e la tutela dei civili coinvolti nel conflitto.
La maggioranza civica, guidata dalla sindaca Maria Rosa Cena, ha però votato compatta contro la proposta. La decisione è stata motivata con la volontà di mantenere una posizione di neutralità su una questione che viene considerata “di carattere internazionale” e quindi estranea alle competenze di un’amministrazione locale. Secondo la linea espressa in aula, il mandato elettorale della lista civica che governa Caluso è strettamente legato alla gestione del territorio e non può estendersi a temi di politica estera.
Una motivazione che non ha convinto la minoranza. Il gruppo Caluso per un futuro comune ha espresso forte delusione per l’esito del voto, sottolineando come, in un momento di profonda crisi umanitaria, anche i Comuni possano e debbano dare un segnale simbolico di solidarietà. A loro avviso, la neutralità dichiarata avrebbe dovuto tradursi in un’astensione, non in un voto contrario, che di fatto rappresenta un rifiuto esplicito di aderire a un messaggio di pace e riconoscimento reciproco.
La discussione si è svolta in un clima teso ma civile, a testimonianza di un tema che divide l’opinione pubblica anche nei piccoli centri. Mentre in altre località del Canavese si sono tenuti cortei, incontri e iniziative simboliche in solidarietà con il popolo palestinese, Caluso ha scelto una via più prudente, ribadendo la necessità di concentrarsi sulle questioni locali.
Resta però l’amaro in bocca a chi sperava che anche un piccolo Comune potesse aggiungere la propria voce a un coro più ampio. Per la minoranza, la decisione di Caluso rappresenta un’occasione mancata per ribadire un principio universale: quello del diritto dei popoli all’autodeterminazione e della pace come valore da affermare in ogni sede istituzionale, anche a livello locale.
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