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05 Ottobre 2025 - 15:29
Antonino Careri e Giovanni Ponchia
Sembra che in paese e sui social la polemica sul “Polo Sanitario” creato dal Comune si sia attenuata. Si tratta del centro prelievi e prenotazioni di Ca’ Mescarlin: prelievi dalle 8 alle 10 il lunedì e il giovedì, prenotazioni dalle 8 alle 10 dal lunedì al venerdì. Le polemiche hanno riguardato i costi – i famosi “100.000 euro” - ma non solo: ci torneremo in chiusura di articolo.
Ma ora che gli animi paiono meno surriscaldati, è venuto il momento di porsi una domanda: perché l’amministrazione del sindaco ingegner Giovanni Ponchia non ha realizzato in dieci anni il centro prelievi che invece l’amministrazione Careri ha creato in un solo anno?
L’ex sindaco Ponchia e i suoi collaboratori non ci hanno pensato? O ci hanno pensato ma non ci sono riusciti?
Per ora non sono in grado di dar conto di dieci anni di atti pubblici dell’amministrazione Ponchia. Tuttavia qualche indizio lo troviamo. Ce l’ha offerto lo stesso ingegnere nel marzo dell’anno scorso, quando era ancora sindaco. Su facebook annunciò che Città Metropolitana, dopo mesi di lavoro, aveva redatto per il Comune di Montanaro il “nuovo progetto dell’area Mazzini”. Per la verità non era un vero progetto, ma solo una “stima sommaria dei lavori”, come scrisse Città Metropolitana. E quale sarebbe stato il costo dei lavori? Sarebbero stati 1.192.000 euro. Per fare cosa? Per abbattere i piani superiori dell’ex cronicario, creare sopra il piano terreno una terrazza dalla quale ammirare il castello dei conti Frola, e sistemare il piano terreno in modo da ospitarvi “ambulatori e servizi socio assistenziali”, più la sede della Pro Loco. Ponchia richiamava l’“importanza della sanità di prossimità”: era dunque lì che l’ingegnere meditava di collocare un centro prelievi?
Naturalmente Ponchia non intendeva spendere ben 1,2 milioni circa di soldi pubblici solo per un centro prelievi (e servizi socio assistenziali). Il suo disegno era più ambizioso. L’abbattimento dell’ostacolo visivo costituito dai piani superiori dell’ex cronicario, e la creazione della terrazza per contemplare il Castello, avrebbero rilanciato “ancor più il turismo montanarese”. La realizzazione della terrazza avrebbe dato “un nuovo impulso al turismo montanarese”.
Ma dov’è il “turismo montanarese”? Chi l’ha visto? E ammirare meglio il Castello basterebbe ad attirare a Montanaro folle di turisti? Montanaro è un gran bel posto per viverci, una tranquilla isola nel verde, ed è ricco di edifici da visitare, ma non sarà mai Cervinia, e nemmeno Ceresole.
Oltretutto, visto il costo di 1.192.000 euro ci eravamo chiesti se ne valeva la pena. Sono soldi nostri, che arriverebbero dalle nostre tasche, che li metta il Comune o la Regione o l’Unione europea. Quando ci metterebbe Montanaro a “rientrare” da tale spesa grazie al vagheggiato futuro turistico?
Quelli dell’ingegnere Ponchia erano dei post su facebook. Non dubitiamo della loro veridicità, ma abbiamo voluto controllare lo stesso nel sito di Città Metropolitana. Qui, nell’ottobre 2024, l’ente pubblicava un comunicato: “La riqualificazione del castello dei conti Frola di proprietà del Comune di Montanaro è l’oggetto di un Documento di stima sommaria dei lavori che l’area Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino ha redatto su richiesta dell’amministrazione locale. Il progetto prevede la demolizione parziale del palazzo dell’ex cronicario che sorge in via Mazzini e rientra nel perimetro del castello. La stima del costo di realizzazione dei due lotti in cui verrebbero suddivisi i lavori ammonta ad 1 milione e 192.000 euro”.
Città Metropolitana si è infatti dotata di un settore che mette gratuitamente a disposizione dei Comuni che ne fanno richiesta “le risorse umane e strumentali della Direzione Azioni Integrate con gli Enti Locali per le attività di progettazione, gestione e direzione di lavori pubblici e consulenza”.
Quale sarebbe stato per il Comune di Montanaro lo scopo di un’opera dal costo di circa un milione e duecentomila euro di denaro pubblico? Così lo descrive Città Metropolitana: “L’amministrazione comunale intende ridurre l’impatto del fabbricato sul contesto architettonico del castello, demolendo l’ex cronicario fino al primo piano e realizzando un terrazzo-balconata a livello della corte interna. Il piano terra non verrà demolito e se ne progetta il recupero e la destinazione come sede della Pro Loco e di associazioni locali con finalità socio-SANITARIE”.
Città Metropolitana si faceva poi prendere la mano dall’entusiasmo e si lanciava ad immaginare un ricco futuro turistico per il paese: “Il progetto… darebbe nuovo lustro al centro medioevale di Montanaro, la cui valenza storica e architettonica è legata alla presenza dei Franchi e dei Longobardi…”.
Ma Città Metropolitana credeva veramente a ciò che scriveva? Aveva fatto una stima a spanne dei presunti benefici a fronte di una botta da 1,2 milioni di euro? Lo abbiamo chiesto all’ex Provincia. La risposta è stata più o meno che loro fanno ciò che chiede un Comune, e basta. Valutano l’opportunità di una tale spesa? No, non è compito loro.
Comunque sia, il risultato è che non è stata fatta né la terrazza né il servizio di “sanità di prossimità” cioè presumibilmente anche il centro prelievi. Per il quale ha dovuto pensarci la nuova amministrazione del sindaco Careri. Il quale ce l’ha fatta in un anno. Entrato in carica nel giugno 2024, Careri ha inaugurato il centro prelievi e prenotazioni di Ca’ Mescarlin nel luglio 2025…
A quale costo? Al costo di 100.000 euro. Sono tanti? Come ritengono coloro che si sono scandalizzati sui social? Allora – lo abbiamo già fatto in un precedente articolo – rifacciamo bene i conti. Come si arriva a circa 100.000 euro? Ci si arriva nel modo seguente. La ristrutturazione del piano terreno di Ca’ Mescarlin per adattarlo a centro prelievi e prenotazioni è costata 36.937 euro IVA.
Un lavoro fatto una sola volta, che ovviamente non verrà ripetuto ogni anno, salve le manutenzioni. La progettazione e direzione dei lavori della ristrutturazione era costata 6.382 euro. Il servizio prelievi e prenotazioni è stato affidato ad una società infermieristica di Brandizzo, al costo 36.970 euro IVA compresa. Ma per due anni e mezzo: dal 21 luglio 2025 al 31 dicembre 2027. Infine, l’acquisto delle attrezzature (tende, sedie, lettino, frigorifero, computer, stampanti, ecc.) ha portato alla cifra di circa 100.000 euro.
Sui social il servizio di prelievi e prenotazioni era stato anche criticato perché i costi del servizio medesimo sono tutti sostenuti dal Comune. Non avrebbe dovuto pagarli l’ASL, cioè la sanità pubblica? Basta telefonare all’ASL e ad alcuni Comuni per verificare che tutti i Comuni che si sono dotati di un centro prelievi se lo sono pagato: locali e servizio. Qualche volta con il contributo di fondazioni e associazioni. L’ASL non ha le risorse per farlo.
La polemica più curiosa però era stata un’altra: a farsi il prelievo a Ca’ Mescarlin possono venire anche da altri paesi, a spese di Montanaro. Anche da Foglizzo. Foglizzesi gonfi di sangue sarebbero calati su Ca’ Mescarlin a farsi fare il prelievo sfruttando i “soldi di Montanaro”. Poi magari sarebbero andati tutti al bar a bere un cappuccino “di Montanaro” e a mangiare una brioche “di Montanaro”. Uno scandalo! Per fortuna la polemica si è spenta nel ridicolo: niente blocchi stradali sulla strada di Foglizzo...
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