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04 Ottobre 2025 - 19:23
Gassino scende in piazza per Gaza, ma la manifestazione non è autorizzata (foto: i manifestanti a Gassino)
Gassino Torinese non si volta dall'altra parte, ma scende in piazza in nome della pace. Giovedì scorso, alcune decine di cittadini hanno preso parte a una manifestazione pacifica e simbolica nel centro, unendosi alle numerose piazze italiane che tra venerdì e sabato si sono tinte di rosso, nero, verde e bianco: i colori della Palestina.
Il "Comitato Spontaneo Gassino Torinese" ha deciso così di sfilare lungo corso Italia «per non restare indifferenti», come si legge sul post da cui è nata la mobilitazione, radunando circa 80/90 persone. Il motivo della protesta è presto detto: «Mostrare solidarietà alla Global Sumud Flotilla», la controversa spedizione umanitaria salpata dalle coste di tutto il Mediterraneo e diretta verso Gaza, con a bordo attivisti di 44 Paesi diversi.
Una nuova ondata di proteste è esplosa, infatti, in tutta Italia dopo l'arresto illegale dell'equipaggio delle imbarcazioni – o il "sequestro", come l'ha meglio definito Maria Elena Delia, portavoce italiana della Flotilla – avvenuto in acque internazionali, e non israeliane. Un'azione in palese violazione del diritto internazionale, che è costata il trasferimento in Israele e la progressiva espulsione di 473 volontari, tra cui più di 40 italiani.
Giusto un giorno prima, sulla questione era intervenuto anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri, che alla trasmissione "Porta a Porta" su Rai1 aveva dichiarato: «Secondo me è una violazione del diritto. Perché o si dice che è illegittimo quello che sta facendo Israele oppure davanti a Gaza… Comunque, quello che dice il diritto è importante, ma fino a un certo punto». Parole molto dure per essere pronunciate da un ministro degli Esteri di un Paese membro dell'ONU e del G7, e che subito hanno scatenato la reazione del mondo politico e civile.
Antonio Tajani
In questo clima si è svolta la manifestazione pacifica a Gassino. I partecipanti hanno portato con sé pentole e altri strumenti per fare rumore. Un rumore che è risuonato per le vie del centro quasi come una grande sveglia collettiva, per sensibilizzare il resto della cittadinanza. Il corteo si è poi concluso davanti al municipio.
Alla sfilata hanno preso parte anche alcuni esponenti della politica locale, tra cui la consigliera di centrosinistra Tropea, la presidente del Consiglio comunale Macaluso, l'assessora forzista Brusato, e – non da ultimo – il sindaco Corrado.
C'è però un aspetto che ha macchiato la serata. «Come hanno comunicato anche le forze dell'ordine, la manifestazione non era autorizzata. Nonostante questo, era presente il sindaco, che è un ufficiale di Governo», ha commentato il consigliere d'opposizione Morelli.
La mancata autorizzazione è stata confermata dallo stesso Cristian Corrado, che ha replicato: «Nessuna manifestazione in questi giorni poteva essere autorizzata. La normativa prevede 3 giorni di preavviso. In tutta Italia i cittadini sono scesi in strada con manifestazioni spontanee».
Un'iniziativa nata quindi dalla sensibilità dei gassinesi, in nome della pace e al di là delle singole posizioni politiche, ma che non ha seguito l'iter normativo previsto dalla legge.
Oltre a questo, dopo l'ultimo Consiglio comunale, il centrosinistra aveva denunciato che la mozione su Gaza presentata dalla lista Cucurin fosse "monca", perché priva della parola "genocidio" nel condannare i crimini in atto a Gaza. Parola che la stessa ONU ha ormai sdoganato nello scioccante rapporto presentato lo scorso mese.
Se è vero che l'assenza di quel termine era probabilmente necessaria per far votare la mozione anche dai membri della maggioranza legati a Forza Italia, e per non sancire una frattura tra il pentastellato Corrado e parte della sua Giunta, la serata del 2 ottobre ha visto una partecipazione ampia e bipartisan. Basterà questo per mettere a tacere le accuse dell'opposizione?
No, questo è quasi certo. L'intenzione dei consiglieri Morelli e Molinari rimane sempre quella di presentare una mozione specifica sul tema nella prossima seduta del Consiglio.
Nel frattempo, le trattative tra Hamas, USA e Israele si susseguono. In gioco ci sono il rilascio degli ostaggi del 7 ottobre 2023, e – si spera – la fine dello stesso conflitto. Ma anche il rispetto del diritto internazionale, già ampiamente violato dalle parti direttamente coinvolte, e i valori con cui la società occidentale è cresciuta dal 1945 a oggi.
Alcuni dei manifestanti a Gassino e il volantino diffuso sui social
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