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03 Ottobre 2025 - 14:36
Un’amicizia improbabile che diventa indimenticabile
Un filo sottile lega le persone oltre le origini, le convenzioni e i destini apparentemente già scritti. È quel legame che Celestina Cielo ha scelto di raccontare nel suo ultimo romanzo Un’improbabile amicizia, presentato il 2 ottobre sulla terrazza della “Casa dei Curiosi” in via Cesare Battisti a Settimo Torinese.
L’incontro, organizzato in collaborazione con l’Associazione Due Fiumi, ha visto la scrittrice dialogare con Enrico Mario Lazzarin davanti a un pubblico numeroso e attento. La storia proposta da Cielo, infatti, affronta temi che intrecciano vicende individuali e memoria collettiva.
I protagonisti, Renato e Massimo, appartengono a mondi lontani. Renato nasce in una famiglia proletaria: padre artigiano, molti fratelli, ristrettezze economiche e una prospettiva segnata dal lavoro manuale. Massimo, al contrario, proviene da un contesto borghese, con un padre imprenditore e una strada già tracciata verso la gestione degli affari di famiglia.
Due vite che, nella Torino degli anni Ottanta, finiscono per incontrarsi. Una città segnata dai turni di fabbrica alla Fiat, ma anche dalle tragedie che ne hanno scosso la memoria, come l’incendio del Cinema Statuto.
Renato sceglie in un primo momento il seminario, orientato a diventare sacerdote. Massimo rifiuta invece il ruolo che gli è stato assegnato, contestando i valori della sua classe sociale e cercando nuove vie. Entrambi rinunciano al destino che altri hanno immaginato per loro: Renato per amore, Massimo per il bisogno di affermare la propria indipendenza. È in questo terreno di scelte inattese che nasce la loro amicizia, capace di superare differenze e contraddizioni.
Il romanzo, però, non è soltanto la storia di due uomini: è anche il ritratto di una Torino operaia e malinconica, con le sue ombre e le sue speranze, i conflitti sociali e culturali di un’epoca. La città diventa parte integrante della narrazione, quasi un personaggio silenzioso che accompagna la vicenda.
Durante la presentazione, alcuni brani sono stati letti da Agnese Urbano, figlia dell’autrice e già sua compagna di scrittura. Un passaggio che ha restituito l’idea di una continuità familiare e narrativa. Nella serata non è mancato il riferimento all’esperienza di Cielo in Nicaragua, dove ha vissuto e lavorato a lungo, e che ha contribuito a dare profondità e respiro internazionale alle sue pagine. Anche il figlio dell’autrice, rientrato dall’America Centrale, ha preso parte all’evento.
Il pubblico ha seguito con attenzione, confermando che la letteratura, quando affronta con sincerità le contraddizioni umane, diventa uno specchio condiviso. Alla fine, l’autrice si è intrattenuta con i presenti per firmare copie e scambiare parole e impressioni, chiudendo l’incontro in un clima di partecipazione e vicinanza.
Un’improbabile amicizia è dunque un titolo che racchiude un senso più ampio: non solo una vicenda personale, ma un racconto che interroga tutti su come le differenze possano trasformarsi in possibilità di incontro e in legami destinati a durare.
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