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Attualià

L’officina spegne i macchinari e accende l’arte: a Leini Metal Soundz trasforma la fabbrica in palcoscenico

Dalla potenza de I Predatori alla comunità di artisti e curatori, un viaggio che rende via Santorre di Santarosa un laboratorio a cielo aperto

Maura Banfo, Pierfranco Giolito, Marco Enrico Giacomelli, Olga Gambari

Maura Banfo, Pierfranco Giolito, Marco Enrico Giacomelli, Olga Gambari

A Leini, per un intero fine settimana, i macchinari hanno taciuto e al loro posto hanno parlato le opere, gli sguardi, le relazioni. È tornato Metal Soundz, il progetto che per il secondo anno ha trasformato l’officina ModuloVentisei e, da questa edizione, anche la vicina Cimi, in un terreno fertile di incontri e linguaggi artistici. Una festa dell’arte che non si limita a esporre, ma che plasma lo spazio e si lascia plasmare, creando un cortocircuito potente tra materia e visione.

Il pubblico ha risposto in massa: «Sabato è andata molto bene, molto pubblico e una formula perfetta avendo coinvolto anche l’officina Cimi a fianco», hanno raccontato gli organizzatori, soddisfatti di una scommessa che ha fatto crescere l’iniziativa. Le opere non sono state calate dall’alto, ma hanno dialogato con l’ambiente circostante, riscrivendo la grammatica di un luogo di lavoro. «Opere che si sono plasmate con l’ambiente, non cadute lì dal niente, ma in totale dialogo con l’ambiente circostante», è stato sottolineato.

La seconda edizione ha avuto un significato speciale: l’omaggio a Sergio Ragalzi (1951-2024), figura torinese e nazionale di riferimento, amico e maestro per il collettivo. La sua ricerca, iniziata nei primi anni Ottanta, ha segnato decenni di arte italiana, muovendosi tra pittura, scultura e installazione, sempre con una tensione etica verso la materia e verso la condizione dell’individuo nella società. Un artista che ha incarnato fino in fondo l’idea di “officina” come luogo fisico e concettuale. «Un artista unico, un maestro, un nostro amico, e i maestri non vanno dimenticati» hanno ribadito gli organizzatori, presentando l’ultima serie di lavori a cui Ragalzi stava lavorando, inedita e dirompente, con un’energia capace di invadere tanto Moduloventisei quanto Cimi. La sua opera I Predatori ha travolto gli spazi con una forza visiva incredibile.

Il progetto è nato da una visione comune di quattro anime: Pierfranco Giolito, artigiano e designer che guida ModuloVentisei, insieme a Olga Gambari, curatrice indipendente, Marco Enrico Giacomelli, filosofo e giornalista, e all’artista Maura Banfo. Ognuno con un ruolo, ma con la capacità di fondersi in una pratica condivisa. Banfo ha spiegato: «Metal Soundz è prima di tutto una relazione, un’amicizia (oltre che un rapporto lavorativo) di lunga data che mi lega a Olga e Marco, e un rapporto di relazione con Pier. È un collettivo, una condivisione tra persone, ognuna con la propria professionalità condivisa e con ruoli ben definiti ma capaci di plasmarsi uno nell’altro. Come artista, ciò che più mi interessa è cercare sempre di mettere a proprio agio gli artisti e le artiste che prendono parte al viaggio di Metal Soundz. Desidero che si sentano a casa. Metal Soundz è una meravigliosa avventura, una meta incognita ma, ovunque ci porterà, varrà la pena averla vissuta».

Olga Gambari ha sottolineato l’indipendenza del progetto: «In questo progetto ho ritrovato i veri valori e le pratiche del concetto di produzione indipendente, che significa un progetto specifico e unico, che nasce da un gruppo di persone, si lega a un luogo ed è animato dallo spirito di vivere l’arte come esperienza condivisa, con libertà assoluta e rigore, voglia di stare insieme».

Per Giacomelli, Metal Soundz è soprattutto relazione: «Credo che l’immagine, la definizione migliore per raccontare l’esperienza di Metal Soundz sia quella di “comunità inoperosa” di Jean-Luc Nancy. Significa che la realtà – non c’è nulla di ideale qui! – di questo progetto si modella continuamente come una relazione. Una relazione che mette in gioco tutti noi come individui, che ci cambia, che ci supera e ci precede. Questi legami multipli vanno oltre le singolarità, ma senza creare un magma indistinto. Al contrario, questa relazione si nutre continuamente delle peculiarità di ognuno e trasforma le differenze in configurazioni che noi stessi non avremmo potuto prevedere».

E infine Giolito, che ha aperto la sua officina a questo esperimento: «Metal Soundz è nato dal desiderio di ospitare in Officina, con le loro opere, gli artisti e le artiste con cui collaboro da anni. Per due giorni lo spazio cambia pelle: mi fermo con le lavorazioni, i macchinari fanno silenzio e ci si ritrova a dare luce a nuovi pensieri condivisi insieme a Olga, Marco e Maura e agli artisti/e. Se la scorsa edizione si è concentrata soprattutto sullo spazio di Moduloventisei, quest’anno si allarga nell’azienda di fronte, la ditta Cimi. È una grande sfida: vorrei che, in futuro, via Santorre di Santarosa diventasse per un weekend all’anno un’unica grande avventura aperta all’arte».

Undici gli artisti coinvolti in questa edizione: da Marinella Senatore a Martino Gamper, da Enrica Borghi a Studio Nucleo, fino a Elena El Asmar, Carlo Galfione, Pierluigi Fresia, Laura Castagno, Filippo Centenari, Marina Sasso e Lesels. Tutti hanno contribuito a un mosaico vivo che ha trasformato Leini in una piccola capitale della sperimentazione per due giorni.

Metal Soundz non è una fiera, non è una mostra canonica. È un atto collettivo che nasce dalla condivisione e si alimenta di relazioni. Un’arte che non si limita a occupare uno spazio, ma che lo reinventa. Due giorni che hanno mostrato quanto una comunità possa crescere anche dentro un’officina, ribaltando i ruoli: il metallo tace, l’arte parla, e Leini scopre la sua vocazione di laboratorio contemporaneo.

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